«Trovare la compatibilità tra le diverse dimensioni della sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) non è sempre semplice e l’opinione pubblica è, spesso, disorientata da sollecitazioni sensazionalistiche o allarmistiche. Anche alla luce dei recenti avvenimenti accaduti in regione Confagricoltura Friuli Venezia Giulia intende contribuire a fare chiarezza su questi temi, promuovendo un confronto concreto e fattivo fra le istituzioni, le associazioni professionali e la ricerca».
Con queste parole Claudio Cressati, presidente di Confagricoltura Fvg, illustra i motivi che spingono l’organizzazione imprenditoriale ad organizzare il convegno “La sostenibilità in agricoltura tra necessità, vincoli e opportunità”, con la media partnership di Terra e Vita a Villa Manin di Passariano di Codroipo (Udine), il 18 giugno. «L’obiettivo – prosegue Cressati - è quello di identificare delle linee guida che possano conciliare i vari profili della sostenibilità, appunto, permettendo agli agricoltori di proseguire il proprio lavoro in un clima di ritrovata serenità, avvalendosi anche delle più recenti opportunità offerte dall’innovazione scientifica e tecnologica».
Un tema su cui si confronteranno: Deborah Piovan, imprenditrice agricola e portavoce del Manifesto Cibo per la Mente; Francesco Marangon, delegato del Rettore dell’Università di Udine per la Sostenibilità; Lorenzo Furlan di Veneto Agricoltura, Michele Morgante, direttore dell’Istituto di Genomica Applicata (IGA); Cesare Tapparo, avvocato penalista del Foro di Udine e di Milano; Matteo Lasagna, vicepresidente nazionale di Confagricoltura e Stefano Zannier, assessore regionale alle risorse Agroalimentari.
Campi sequestrati l’azione della Procura
Una riflessione di grande attualità (la sostenibilità in agricoltura è stata al centro anche del recente incontro tra i ministri dell’agricoltura del G20, tenutosi in Giappone) che, in Friuli VG, ha assunto i tratti dell’urgenza dopo i fatti giudiziari dei mesi scorsi.
Il riferimento preciso è alle azioni avviate dalla magistratura nei confronti di alcune centinaia di agricoltori (circa 400), ai quali sono state mosse delle accuse di carattere penale per non aver osservato, rigidamente, le norme relative alla semina del mais conciato (con prodotti consentiti dalle normative vigenti). Ciò succedeva mentre, nel contempo, gli apicoltori proponevano una stretta correlazione (ancora non dimostrata) tra i concianti utilizzati e le diffuse morie degli insetti allevati. Non è esagerato parlare di terrore diffusosi nella campagne friulane nel momento cruciale della semina del mais (la seconda coltura erbacea più coltivata in regione, dopo la soia) che ha portato a sequestri temporanei dei terreni coinvolti nella vicenda, a manifestazioni spontanee di protesta, a patteggiamenti e, comunque, alla necessitò di difendersi in tribunale con degli avvocati preparati.
Affrontare l’opinione pubblica
«Uno dei problemi legati a questa e a vicende simili – spiega Deborah Piovan - è dovuto anche a una non corretta comunicazione che contribuisce a creare pensieri errati nei consumatori e, di conseguenza, nei decisori politici. Infatti, secondo me, viviamo un momento che ha le caratteristiche dell’assurdo: abbiamo le regole produttive più severe al mondo; produciamo il cibo più sicuro al mondo, ma abbiamo il consumatore più spaventato al mondo. Proprio per questo, non dobbiamo avere paura di confrontarci con l’opinione pubblica, smetterla di difenderci e andare all’attacco per chiedere rispetto per il lavoro agricolo e trovare soluzioni condivise che passano, necessariamente, attraverso l’innovazione la quale, tra l’altro, ha consentito un riduzione a due cifre percentuali dell’uso della chimica nei campi, negli ultimi decenni. Infine, va anche detto che chi froda e non rispetta le regole, danneggia tutti, non solo sé stesso e l’ambiente dove lavora».
«La sostenibilità – aggiunge Francesco Marangon - è un concetto plurale, con più facce che si mostrano in maniera seria e consapevole poiché è figlia anche di ricerca, investimenti, fatiche imprenditoriali. Non la si può ridurre a semplici e dannose contrapposizioni. Nel mondo rurale (tecnico e produttivo), da tempo si sa che l’agricoltura deve essere compatibile e integrata, non solo con l’ambiente, ma pure con il resto delle molteplici attività che si svolgono nei vari comprensori».
L’ipotesi delle fasce fiorite
«A dire il vero - sottolinea Lorenzo Furlan -, nelle coltivazioni erbacee il concetto di difesa integrata non è ancora acquisito. Non è che manchino le conoscenze tecniche o scientifiche, è che si opera in un settore dove ci sono poche marginalità economiche e, dunque, anche i tempi di lavoro sono più stringenti. Inoltre, va detto che l’assistenza tecnica e la divulgazione indipendente, nelle nostre regioni, stanno diventando una merce rara e questo non è un bene. Tra gli elementi che stiamo valutando, c’è quello delle fasce di rispetto o fasce fiorite da mantenere attorno agli appezzamenti delle colture erbacee. Le abbiamo adottate in tutte le nostre aziende sperimentali e crediamo che possano dare un certo contributo alla sostenibilità e alla riduzione dell’impatto ambientale nell’uso dei fitofarmaci. La valutazione ancora da fare, però, è quella dei costi-benefici».
Accuse diffamanti
Secondo Cesare Tapparo, l’avvocato che difende una parte rilevante degli agricoltori friulani nella vicenda del conciante, i coltivatori sono la vera sentinella dell’ambiente, non sono dei principianti e hanno una competenza professionale elevata. «Per questo – prosegue – sono molto determinati a difendersi dall’accusa di inquinamento ambientale loro rivolta, che ritengono infamante».
«Il rilancio dell’agricoltura, secondo Confagricoltura – dice Donato Rotundo, direttore dell’Area Sviluppo sostenibile e innovazione dell’organizzazione – passa attraverso la competitività e la sostenibilità, lavorando contemporaneamente sulla riduzione dei costi di produzione e sull’aumento della produttività, in chiave sostenibile. Una chiave che corrisponde alle parole innovazione e agricoltura di precisione nel quadro delle opportunità offerte dall’economia circolare».
Morgante: «Più fiducia nella ricerca»
L’innovazione è anche il punto focale del pensiero di Michele Morgante: «Il progresso scientifico e tecnologico – sostiene, infatti - potrebbe portarci ad avere piante capaci di meglio utilizzare i fattori ambientali come acqua e fertilizzanti e di meglio difendersi dai patogeni se fossimo disposti ad accettare l’utilizzo delle tecnologie che il progresso ci mette a disposizione. In altre parole, un’agricoltura che voglia essere più compatibile con l’ambiente o, come piace chiamarla ad alcuni, più biologica non può prescindere dal progresso genetico e dall’utilizzare le tecnologie che ci possono permettere di portare più facilmente tale progresso genetico dai laboratori ai campi. Ovviamente uno scenario di questo tipo presuppone che ci sia fiducia nelle possibilità offerte dal progresso scientifico e tecnologico. Ed è importante ricordare che tale progresso è alla base del progresso economico e sociale che il nostro pianeta ha conosciuto ed è alla base del benessere economico e sociale di cui può godere una sempre più larga parte della popolazione del pianeta. La fiducia nel progresso scientifico e tecnologico non può essere visto come un valore proprio di una parte politica o di un gruppo di interesse perché è un valore fondante della nostra società», conclude.
L’agricoltura sarà valutata per il suo grado di sostenibilità nel lungo periodo e in relazione non solo agli aspetti ecologici (effetti sulla fertilità del suolo, sulla biodiversità, sulle perdite di nutrienti e di fitofarmaci nelle acque e nell’aria, sull’emissione di gas serra, sul consumo di energia fossile e di acqua irrigua, nonché sul benessere animale e sulla quantità di residui), ma anche a quelli economici e sociali, è il parere del Consiglio di presidenza di Aissa (Associazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie) e, decisamente, il filo conduttore dell’appuntamento friulano organizzato da Confagricoltura Fvg.
Il programma
La sostenibilità in agricoltura
tra necessità, vingoli e opportunità
MARTEDÌ 18 GIUGNO 2018 ORE 9.30
Sala convegni - Ristorante del Doge
Villa Manin - Passariano di Codroipo via dei Dogi 2
Introduce Claudio Cressati Presidente Confagricoltura FVG
Intervengono:
- Deborah Piovan, Imprenditore agricolo e portavoce del Manifesto Cibo per la Mente
- Francesco Marangon, Delegato del Rettore dell’Università di Udine per la Sostenibilità
- Lorenzo Furlan, Dirigente Veneto Agricoltura
- Michele Morgante, Direttore dell’Istituto di Genomica applicata (IGA)
- Cesare Tapparo, Avvocato penalista Foro di Udine e Foro di Milano
- Andrea Quellerba, Direttore Azienda Principi di Porcia – Un esempio di buone pratiche
- Matteo Lasagna, Vice Presidente Nazionale di Confagricoltura
Conclude: Stefano Zannier, Assessore alle risorse
agroalimentari della Regione Friuli Venezia Giulia
Modera: Adriano Del Fabro, Corrispondente Terra e Vita
Seguirà buffet con prodotti del territorio
Per conferma e informazioni: Tel. 0432 507013 – friulivg@confagricoltura.it