«Lavoreremo per cercare di raggiungere e superare l’autosufficienza alimentare, che porterebbe il Pil agroalimentare a oltre 700 miliardi e l’export a più di 50 miliardi di euro». Lo ha affermato, il neo coordinatore di Agrinsieme Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, subentrato a Franco Verrascina, presidente di Copagri, aggiungendo: «unità e interesse comune degli agricoltori rappresentano la via da perseguire. No divisioni come purtroppo ancora accade».
«Promuovere un’impresa agricola organizzata e presente su un mercato globale sempre più complesso sarà la nostra stella polare», ha puntualizzato Giansanti nel corso della conferenza stampa.
Ad arricchire il percorso di Agrinsieme, l’intesa siglata con Federalimentare, la Federazione italiana dell’industria alimentare, con cui i singoli soggetti del Coordinamento, insieme ad altri del comparto della distribuzione, avevano già condiviso l’impegno e i valori della “buona impresa” nei primi mesi dell’emergenza sanitaria.
Agrinsieme, il patto con Federalimentare
Con l’accordo, Agrinsieme e Federalimentare si impegnano a coadiuvare le istituzioni e le forze politiche per il superamento della grave crisi economica, sociale e sanitaria, ma anche a promuovere azioni che possano contribuire a migliorare l’attuazione del Recovery Plan attraverso una corretta relazione tra tutti i soggetti del settore. Con l’intesa, inoltre, ogni singolo soggetto si attiverà a mettere in campo iniziative per valorizzare la filiera agroalimentare, dal campo alla tavola, garantendo sicurezza, tracciabilità e qualità degli alimenti. Indispensabili, a riguardo, saranno la tecnologia e la ricerca applicate all’agricoltura e lo sviluppo di best practice di filiera capaci di valorizzare il Made in Italy sui mercati.
Giansanti: «Sfide e obiettivi dei prossimi anni li affronteremo sotto un’unica bandiera»
Tra le varie sfide che interesseranno gli anni a venire, Giansanti ha citato: «il multilateralismo, il commercio internazionale, la riforma della Pac, il Green Deal, lo sviluppo sostenibile e l'innovazione. Nei prossimi anni - ha incalzato - scriveremo il futuro della nostra agricoltura. Dobbiamo farlo da protagonisti». Sul come Giansanti è stato chiaro: «dettando la linea al governo e puntando a una ripresa forte dell’agro-industria nazionale. Come Agrinsieme vogliamo rafforzare il settore agroalimentare italiano, rilanciando e dando priorità a quelle filiere più rappresentative. Sul Recovery Plan daremo tutto il nostro contributo di idee».
Giansanti, in linea con quanto affermato dal ministro Patunelli sulla necessità di finanziare pochi progetti ma di alto impatto, ha specificato: «dobbiamo concentrare le risorse in quei settori più forti. Troppo spesso negli anni passati abbiamo arrancato portando avanti un numero insostenibile di progetti».
«Dobbiamo inoltre lavorare con l’industria alimentare, rafforzando la cooperazione con progetti di rilancio dell’agroalimentare italiano. Il successo è crescita e obiettivi comuni tra industria, cooperazione e agricoltura».
Infine, sottolineando che l’agricoltura è centrale nello sviluppo economico, sociale e ambientale del Paese, Giansanti ha concluso ribadendo la volontà di costruire un grande progetto dell’agroalimentare italiano «sotto l’unica bandiera di Agrinsieme».
Verrascina: «Lascio un Coordinamento più unito e coeso»
«E’ stato per me un onore coordinare Agrinsieme in un momento molto delicato per il Paese. Nonostante il lasso di tempo relativamente breve che mi ha visto alla guida, infatti, ci siamo trovati a dover interloquire con tre diversi esecutivi, confrontandoci con sfide e problematiche sempre più complesse e imprevedibili. Lascio un Coordinamento più unito e coeso - ha detto il presidente della Copagri Franco Verrascina - forte delle numerose iniziative messe in campo sul versante della Pac e in particolare delle infrastrutture, tema che ha rappresentato il trait d’union del mio mandato e che abbiamo approcciato per primi fornendo numeri e proposte concrete. Abbiamo poi affrontato le problematiche relative alle filiere, Xylella e cimice asiatica, ma anche interventi a favore del florovivaismo e delle cosiddette filiere minori. E in ultimo la gestione della pandemia. Si poteva e si può fare di più, ma molto è stato fatto».
Vacondio: «Stop a divisioni e capri espiatori»
«Le mie origini sono nel mondo agricolo che conosco molto bene e a cui sono molto affezionato». Ha aperto così il suo intervento il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio, aggiungendo: «Il settore alimentare non è stato esente dal grande terremoto provocato dalla pandemia, ma rimango tuttora convinto che sia uno dei comparti che può fare la differenza per la ripresa e per lo sviluppo del nostro Paese. Ora è necessario ripartire ed entrare in una nuova fase, in cui sostenibilità ambientale, sociale ed economica da un lato e la ricerca, l'innovazione e la digitalizzazione dall'altro siano la base di tutta la strategia a venire, in ogni campo. Per quanto riguarda il nostro, come industria del food&beverage, siamo pronti a lavorare in cooperazione con tutta la filiera agricola per affrontare queste nuove sfide, tenendo sempre ben presente l'obiettivo: mantenere alta la qualità dei prodotti Made in Italy e difendere i pilastri della dieta mediterranea».
Vacondio ha poi ribadito: «siamo già una grande potenza industriale, la più grande del Paese, e lo resteremo solo se uniti. Purtroppo all’interno della nostra filiera si continua a cercare il capro espiatorio e a dare colpa all’altro. Il mondo agricolo afferma che l’industria è colpevole, questa a sua volta punta il dito verso la Gdo e quest’ultima sostiene che i consumi non vanno bene. Facciamo parte di una filiera che, a forza di cercare un colpevole, si fa male da sola, contribuendo a disorientare anche il consumatore. Noi tutti abbiamo interesse e vantaggi nel valorizzare la produzione agricola. Per cui bene l’unità di Agrinsieme. In questo modo possiamo valorizzare ulteriormente l’export, che è il nostro futuro, e la produzione industriale. Dobbiamo andare in Europa – ha concluso – a cercare alleanze e fare quadrato».
Scanavino: «Dalle nostre differenze nate opportunità»
«In questi siamo riusciti a far diventare le nostre differenze elemento di vantaggio e risorsa. Valorizzare le nostre diverse origini era l’obiettivo iniziale», ha affermato il presidente della Cia Dino Scanavino, che ha aggiunto: «autosufficienza alimentare è forza per agroalimentare italiano. L’accompagnamento delle istituzioni con una buona burocrazia che sostiene tutto il sistema è fondamentale».
«Il sistema agroalimentare - ha specificato - incorpora logistica, burocrazia, promozione, commercio e tutto ciò che genera ricchezza attraverso un percorso di rispetto reciproco di tutti gli attori della filiera. Agrinsieme - ha concluso Scanavino - è il luogo del dialogo, del confronto e della condivisione quando realmente sussiste. Siamo uomini liberi e non dobbiamo rinunciare ad esprimere le nostre idee, ma sempre nell’interesse del sistema agricolo».
Mercuri: «Grandi occasioni per il settore. Lavoriamo per garantire reddito agli agricoltori»
«Siamo in una fase delicata in cui tutto è accelerato dalla pandemia, ma abbiamo davanti a noi anche grandi occasioni per il nostro settore», ha detto il presidente di Alleanza delle cooperative agroalimentari Giorgio Mercuri. «Oggi è riunita tutta la filiera del cibo italiano che arriva sulle tavole attraverso la trasformazione, l’industria e la cooperazione. È quindi evidente l’importanza del nostro ruolo e delle proposte che facciamo e faremo al governo, anche nell’ambito del Recovery Plan».
«Per garantire reddito agli agricoltori abbiamo degli strumenti su cui puntare, come i progetti di filiera, alcuni già realizzati in passato, tuttora funzionanti. Inoltre - ha concluso Mercuri - ci sono i contratti di filiera, che generano valore a partire dalla produzione e che hanno impatti sull’economia reale».
Il coordinamento di Agrinsieme
Nato all’inizio del 2013 il coordinamento conferma e rafforza la comunanza di intenti e di lavoro tra i soggetti che rappresentano l’intera filiera e che vogliono trovare nuovi modelli di sviluppo rispetto alle sfide del mercato, soprattutto in un contesto economico che risente delle conseguenze della pandemia.
Agrinsieme è costituito dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane - Settore Agroalimentare.
Il Coordinamento rappresenta oltre 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate, contribuendo al 35% circa del fatturato agroalimentare italiano.