Quella che si apre il 31 marzo èla prima edizione di Agriumbria, manifestazione dalle 54 “primavere”, con Stefano Ansideri nuovo presidente di Umbriafiere, alla guida del centro fieristico regionale di Bastia Umbra, città della quale è stato Sindaco per due mandati.
È stato nominato nel maggio 2022 dall’assemblea dei soci, composta da Sviluppumbria (50%), Camera di Commercio dell’Umbria (30%), Comune di Bastia Umbra (12%) e Provincia di Perugia (8%). Al suo fianco, nel Consiglio di amministrazione, siedono come consiglieri l’avvocato Silvia Ceppi e l’ingegnere Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria. Una nuova governance, dunque, per una realtà storica.
Tratto dallo speciale Agricoltura al Centro di Terra e Vita 11/2023
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Nel segno della continuità
Qual è, presidente, la nuova visione strategica per il futuro del centro fieristico?
«I piani, i progetti e i programmi non possono che partire da quanto consolidato in oltre mezzo secolo di attività, per andare a sviluppare temi e funzioni per i quali Umbriafiere è ormai conosciuta e apprezzata a livello nazionale».
Quali, quindi, i punti di forza e di debolezza su cui agire?
«Un punto di debolezza è senz’altro l’ormai conclamata insufficienza degli spazi espositivi. Limiti strutturali su cui agire al più presto. Punti di forza sono la collaudata esperienza nell’organizzazione di eventi fieristici e l’estrema versatilità, che ci permettono di caratterizzare al meglio ogni manifestazione».
Che ne è dei progetti di ampliamento degli spazi e ammodernamento dei servizi collegati?
«Finalmente, dopo tanti anni e tante richieste, si sta progettando un intervento importante, che riguarderà l’esistente in termini di miglioramento della struttura e l’inserimento di nuovi spazi, tali da consentire lo sviluppo di nuove e diverse attività. Nei prossimi mesi, una volta approvato dal Cda, lo presenteremo pubblicamente».
L’evento più importante in calendario resta Agriumbria: quali novità?
«La novità, può suonare strano, riguarda l’impegno per il mantenimento del livello raggiunto dalla manifestazione in un periodo, l’attuale, denso di incertezze e difficoltà. Sempre più importante è la sezione che riguarda la zootecnia, da sempre fiore all’occhiello di Agriumbria, che si accinge a festeggiare il primo anno del riconoscimento come Polo Nazionale delle Carni Italiane».
La volontà di superare le crisi
Quale è il sentiment che registrate tra gli espositori sull’andamento del comparto?
«Emerge un diffuso malcontento per il susseguirsi di eventi sfavorevoli, che sempre più impegnano le risorse di chi vive di agricoltura, ma anche la forte volontà di non arrendersi per mantenere il presidio dei territori e la tradizione agroalimentare territoriale».
Vi sono dinamiche differenti tra i diversi settori che afferiscono ad Agriumbria?
«Non credo ve ne siano, o comunque non sono così evidenti. Rimangono per tutti le criticità cui ho fatto riferimento, con ai primi posti le condizioni meteorologiche avverse e le congiunture negative legate agli eventi politici e sociali, anche a livello internazionale».
Non ritiene che l’identità di Agriumbria necessiti di interventi di restyling nelle aree e nei focus? Cosa c’è di ‘superato’ e cosa da intercettare tra le novità dell’agroalimentare?
«Sicuramente Agriumbria dovrà adattarsi alla ristrutturazione degli spazi di Umbriafiere, che confidiamo possa essere imminente. Sul versante dell’agroalimentare, ritengo nulla sia superato per la ragione che, nella maggior parte dei casi, i prodotti protagonisti rientrano nelle fasce di eccellenza e/o di protezione merceologica».
Nuove iniziative e aree tematiche
Quali sono i progetti per le future edizioni? A cosa lavorate per il medio-lungo periodo?
«Progetti veri e propri per le prossime edizioni non sono ancora stati definiti. Esiste, invece, la volontà di ampliare le sfere di interesse interne ad Agriumbria, andando a promuovere nuove iniziative tematiche, spalmate nell’arco dei dodici mesi, collegate comunque allo stesso. Riteniamo che sia un vero peccato che una manifestazione così importante in termini di ricadute economiche e di visibilità debba essere relegata in soli tre giorni all’anno».
Vi sono manifestazioni nazionali con le quali intendete sviluppare rapporti e sinergie?
«Agriumbria è un appuntamento unico nel suo genere, avendo al suo interno rappresentati e valorizzati tutti i settori della filiera agricola e zootecnica, oltre ad essere una fiera aperta non soltanto agli addetti ai lavori, ma anche a migliaia di visitatori, siano essi studenti, famiglie o hobbisti. Sono già avviate collaborazioni con le principali Fiere, fra le quali Eima Bologna, Fieragricola Verona, Rive Pordenone, Enoliexpo Bari e Fiera del Madonnino di Grosseto. La specializzazione acquisita per le rassegne zootecniche costituisce poi un elemento essenziale della collaborazione con FederUnacoma per l’organizzazione di Agrilevante a Bari».
Il dopo Bogliari e le linee della Regione
Stefano Ansideri ha sostituito alla guida di Umbriafiere Lazzaro Bogliari nel maggio 2022.
Nell’occasione la Governatrice della Regione Donatella Tesei ha ringraziato il presidente uscente per aver firmato un bilancio 2021 «con un fatturato, quasi in linea con il periodo di pre-emergenza sanitaria: costi contratti, reddito di esercizio importante, liquidità di oltre un milione e 200 mila euro e un patrimonio netto di quasi 1 milione».
Questo il Tesei-pensiero rispetto alle linee programmatiche: «L’ubicazione della struttura è al centro di una delle principali aree di sviluppo regionali che vede presenti nodo di Perugia, aeroporto, la linea ferroviaria potenziata Foligno-Terontola, la Fcu con la nuova stazione di Collestrada, dove vi sono anche progetti di espansione commerciale».
«Per queste ragioni il centro fieristico deve crescere sempre più diventando polifunzionale e aprendosi a fiere moderne e digitali, convegni multimediali, eventi e anche grandi concerti».
Altro momento nel quale si è parlato dei programmi di azione di Umbriafiere è stato quello dei rendiconti sociali da parte degli amministratori delle sedici partecipate regionali. Con riferimento al centro fieristico di Bastia Umbra, gli obiettivi condivisi con la Regione sono stati individuati nel consolidamento del calendario espositivo, nella valorizzazione di eventi convegnistici dai grandi numeri e del concetto “non solo fiere”, nelle collaborazioni con altri centri fieristici e nella promozione di programmi collegati all’internazionalizzazione degli eventi.
Lo sviluppo prevede inoltre un piano di investimenti per il potenziamento degli spazi espositivi, l’ottimizzazione del sistema parcheggi esterni, il conseguimento del massimo risparmio energetico, lo sviluppo di piattaforme virtuali e l’inserimento di nuovi strumenti tecnologici al servizio degli utenti.
Un pezzo di storia dell’agricoltura italiana
Agriumbria nasce da una felice intuizione di Lodovico Maschiella, ideatore della “prima fiera” moderna dell’agricoltura organizzata nel 1969. La manifestazione agro-zootecnica, avviata con l’obiettivo di promuovere e sviluppare le attività agricole e zootecniche dell’Italia centrale, non si è fermata neppure durante la pandemia del Covid, cambiando soltanto date e format.
Edizione dopo edizione, Agriumbria ha registrato una continua crescita di espositori e visitatori, migliorando ogni volta il record precedente. La mostra dell’agricoltura, della zootecnia e dell’alimentazione rappresenta oggi un punto di riferimento nazionale per la valorizzazione del settore agricolo e un momento di discussione e riflessione sulle prospettive e sul futuro dell’agricoltura.
La manifestazione si svolge su una superficie di 68 mila metri quadrati, in grado di accogliere 433 espositori e un pubblico che, nei tre giorni, arrivare a superare gli 80 mila visitatori.