Confcooperative svolge da cent'anni un importante ruolo da protagonista nel tessuto sociale ed economico metropolitano e nazionale, rappresentando un punto di riferimento strategico per imprese, istituzioni e società civile. L'ha ricordato il presidente bolognese dell’Organizzazione, Daniele Passini, aprendo i lavori dell’evento L’impresa che non ti aspetti. Cento anni di storia cooperativa svoltosi a Bologna per celebrare il secolo di vita della Confederazione Cooperative Italiane.
«Nate nel periodo di sviluppo del primo capitalismo e nelle società liberiste come risposta alle disuguaglianze e alle ingiustizie di quel modello imprenditoriale e industriale – ha proseguito Passini – le cooperative hanno sposato fin dalle origini la solidarietà coniugandola con l’efficienza economica».
Cooperative, una zattera nell'oceano della crisi
«Sussidiarietà, partecipazione, collaborazione, responsabilità e centralità delle persone – ha aggiunto il presidente di Confcooperative Bologna Metropolitana – sono i principi fondanti e ancora oggi determinanti delle società cooperative, che i nostri Padri hanno adottato ispirandosi alla Dottrina Sociale della Chiesa. Su queste solide radici – ha affermato Passini – in un secolo sono cresciute centinaia di imprese in tutti i principali settori produttivi che rappresentano un’importante risorsa per il nostro territorio. Un primato testimoniato chiaramente dai numeri dell'associazione bolognese di Confcooperative, che conta 95.000 soci, 190 cooperative e 17.000 addetti. Dati di tutto rispetto, che negli ultimi 11-12 anni, caratterizzati da una profonda crisi economico-finanziaria globale, non solo non sono diminuiti, ma al contrario sono aumentati, in particolare per quanto riguarda gli occupati, cresciuti dell’8%».
«Partendo da questi risultati – ha concluso Passini – le cooperative potranno rafforzare il proprio ruolo di fronte alla sfida della sostenibilità e degli obiettivi 2030 dell’Onu. Tutto ciò assieme alle altre Centrali storiche all’interno della nuova casa comune cooperativa, l’Alleanza delle Cooperative Italiane, per poter offrire le migliori risposte alle imprese, ai cooperatori e alle Istituzioni».
Società più giusta grazie alle cooperative
Anche Carlo Borzaga, professore di Politica economica all’Università di Trento e presidente di Euricse (European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises), ha sottolineato le peculiarità delle cooperative, in grado di risolvere i problemi del nostro tempo e realizzare una società non solo più efficiente, ma anche più egualitaria. «Un obiettivo – ha aggiunto Borzaga – possibile anche alla luce della rinnovata attenzione registrata nell’ultimo decennio non solo per le forme d’impresa cooperative, ma più in generale per il diffondersi di comportamenti economici di tipo cooperativo. Un fenomeno non casuale, in quanto il ruolo anticiclico, o meglio aciclico, delle cooperative è più marcato proprio nei momenti di crisi, quando queste imprese si sviluppano e si diffondono grazie alla capacità di interpretare e dare risposte a tutte le esigenze in modo originale e partecipativo».
Negli anni della crisi, la cooperazione italiana ha aumentato l’occupazione di quasi il 18% mentre le altre forme di imprese hanno registrato una contrazione del 3,6%. Complessivamente, a livello nazionale sono stati salvati 200.000 posti di lavoro.
Confcooperative, soluzioni per problemi sempre più complessi
Il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini ha concluso il convegno ricordando che l’organizzazione intende celebrare il passato guardando avanti per trovare l’energia necessaria ad affrontare con successo il futuro. «In tutti questi anni – ha proseguito Gardini – la cooperazione è cresciuta sui bisogni e ha sempre saputo rispondere ai cambiamenti costruendo soluzioni idonee ai nuovi scenari. Oggi, è chiamata a compiere un ulteriore sforzo di fronte alle grandi rivoluzioni economiche che trasformano il modo di fare impresa, all’esigenza di riconvertire il modello agricolo attraverso un deciso processo di transizione ecologica, coniugando produttività e sostenibilità».
«Sul fronte sociale – ha concluso Gardini – dobbiamo continuare ad impegnarci per tenere unito il Paese, offrire sempre maggiori opportunità di sviluppo alle comunità, lavorare per la coesione, rinnovare il modello di welfare, in sintesi trasformarci da geometri del territorio ad architetti sociali».