Cia Puglia: «Con i cinghiali, basta burocrazia. Se necessario, intervenga l’esercito»

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In Puglia il numero dei cinghiali è ormai fuori controllo. Negli ultimi anni due persone morte e alcune ferite, decine di incidenti automobilistici, centinaia di migliaia di euro di danni alle aziende agricole. La preoccupazione e la denuncia di Cia Puglia in un incontro a Castellaneta (Ta)

Negli ultimi due anni il numero dei cinghiali presenti in Puglia è triplicato, diventando ormai fuori controllo. E nello stesso tempo i cinghiali hanno causato due morti e diversi feriti (fra i quali, gravemente a una mano, un ragazzino), decine di incidenti automobilistici e, con le loro scorribande nei campi, centinaia di migliaia di euro di danni alle colture e, quindi, alle aziende agricole. Cia Puglia ha voluto fare il punto della situazione chiamando a raccolta, in un incontro a Castellaneta (Ta), agricoltori, allevatori ed esponenti politici e amministratori regionali e locali.

Tre video di Cia Puglia sul pericolo cinghiali

Vito Rubino
Vito Rubino

L’incontro è stato introdotto da tre video girati dalla Cia Due Mari Taranto-Brindisi, da anni impegnati, come ha sottolineato il presidente Vito Rubino, «su una questione sempre più preoccupante per gli agricoltori e per i comuni cittadini».

Nel primo video Giuseppe Ammaturo, agrumicoltore di Castellaneta, ha denunciato che «la questione dei cinghiali, nonostante le reiterate denunce degli agricoltori, è ancora tutto da affrontare. Da anni branchi sempre più numerosi e famelici di notte scavano sotto gli alberi, distruggono gli apparati radicali e mangiano le radici, compromettendo la vita stessa delle piante.

Quando non trovano altro mangiano persino arance e clementine, cosa che prima non accadeva. Sono così tanti che per noi agricoltori è diventato impossibile gestire questa situazione. Chiediamo alla Regione di affrontare con solerzia il problema, altrimenti si aggraverà ulteriormente».

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Radici di arancio messe a nudo dai cinghiali

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Per Raffaele Ignazzi, altro agricoltore di Castellaneta, «il problema cinghiali è stato sottovalutato perché sembra una cosa da niente. Invece non è affatto così. Invito tutte le aziende danneggiate a denunciare, perché la Regione deve sapere quali sono i danni che i cinghiali possono causare. A lungo andare le piante danneggiate muoiono. Ma siamo anche preoccupati per possibili aggressioni verso l’uomo».

In effetti nella primavera 2022 Kevin, un ragazzino di 14 anni di Castellaneta Marina, è stato aggredito da un cinghiale femmina di fronte agli amici con i quali stava giocando a pallone. Per il ragazzino un forte spavento e la corsa in ospedale per una grave ferita alla mano sinistra suturata con 80 punti, ha raccontato il padre nel secondo video, aggiungendo, fra le lacrime, che «i danni ai tendini probabilmente gli impediranno di praticare lo sport nel quale si sarebbe voluto cimentare da grande, il pugilato. Trovarsi di fronte un cinghiale di 2 quintali di peso e con zanne lunghe 30 cm è impressionante. E incontrarli nei campi, dietro ai cespugli, e persino in periferia, davanti ai cassonetti, è diventato sempre più facile».

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I cinghiali, quando non trovano altro, mangiano persino arance e clementine, togliendo la buccia perchè indigesta

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Nel terzo video Francesco Miraglia, altro agricoltore di Castellaneta, ha confermato che «cinghiali a frotte distruggono le barriere di recinzione e decimano le clementine fino a un metro di altezza tutto intorno agli alberi. Sono riuscito a realizzare dei video notturni in cui si vedono numerosi esemplari grandi con tanti cuccioli. Secondo me i cacciatori non bastano più, occorrono interventi più drastici. A repentaglio non sono soltanto i nostri agrumeti, ma anche la nostra incolumità. Chiediamo che si intervenga con tempestività».

Sicolo: «La situazione è fuori controllo»

Gennaro Sicolo
Gennaro Sicolo

Le preoccupazioni degli agricoltori sono state riprese dal presidente regionale di Cia Puglia, Gennaro Sicolo: «Diamo atto alla Regione Puglia di aver avviato un piano di monitoraggio, gestione e contenimento del cinghiale. Ci auguriamo che la burocrazia e le posizioni anacronistiche degli ambientalisti non ritardino ulteriormente la sua attuazione perché, altrimenti, a rimetterci ancora una volta saranno gli agricoltori. Ma riteniamo che la grave situazione che viviamo imponga di andare oltre questo piano».

Sicolo ha spiegato che la sua preoccupazione deriva dalla consapevolezza che «nell’ultimo decennio la crescita della popolazione regionale di cinghiali non è stata normale, bensì esponenziale. Non ci sono più solo i danni alle colture e alle strutture, ma anche quelli alle persone, agli agricoltori e ai cittadini, oltre al pericolo della diffusione della peste suina. Non serve a nulla mettere la segnaletica stradale per avvertire della possibile presenza di cinghiali!

Prendiamo atto che la situazione è da tempo fuori controllo. Serve un nuovo quadro normativo, la legge nazionale n. 157 del 1992 sulla gestione della fauna selvatica non è adeguata alla situazione di oggi. Chiediamo che lo Stato intervenga. Adesso siamo in una situazione di emergenza, quindi occorre rispondere con strumenti di emergenza.

Chiediamo un commissario straordinario con poteri speciali, l’estensione della caccia a tutto l’anno, e non più limitata a tre mesi. E se non bastano i cacciatori a risolvere una situazione fuori controllo, bisogna far intervenire l’esercito. Noi che viviamo in campagna ci rendiamo conto della situazione che stiamo passando. Mettiamo da parte la burocrazia e le chiacchiere degli ambientalisti e affrontiamo in maniera decisa la situazione».

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Gli agricoltori partecipanti all'incontro organizzato da Cia Puglia a Castellaneta (Ta) sull'emergenza cinghiali
Cia Puglia: «Con i cinghiali, basta burocrazia. Se necessario, intervenga l’esercito» - Ultima modifica: 2023-03-06T22:20:59+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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