“Quaderno di Campagna – come quando e perché compilarlo!” è il titolo del seminario tecnico organizzato da Anga Piacenza per i soci di Confagricoltura, giovani e senior, che si è tenuto nella Sala Bertonazzi al Palazzo dell’Agricoltura di Piacenza.
Dopo l’apertura lavori a cura del presidente di Anga Piacenza Corrado Paratici, la responsabile ambiente di Confagricoltura Piacenza Enrica Campisi ha illustrato i combinati disposti delle norme in essere che attualmente vincolano le aziende e conseguentemente la compilazione del quaderno di campagna, dato che questo strumento deve di fatto essere la narrazione precisa e misurata, in senso cronologico, di tutto ciò che avviene in campo. Essendo un tracciato evidenzia se tutto ciò che viene compiuto rispetta i tanti vincoli imposti dalle norme cogenti e da quelle volontarie a cui soggiacciono le aziende, o parte di esse. Nell’intervento è infatti emerso come sia necessario indicare, per le operazioni che non coinvolgono simultaneamente la totalità della superficie aziendale, foglio e mappale su cui si interviene.
Diario di campo
Nel quaderno di campagna è obbligatoria la registrazione delle diverse operazioni colturali (data di semina o trapianto e raccolta), delle fasi fenologiche, degli interventi fitosanitari, degli sfalci di erba medica e dei prati stabili, oltre che la registrazione delle concimazioni (chimiche e organiche). «Deve essere una fotografia del rispetto dei vari obblighi a cui sono soggette le imprese – ha ribadito l’esperta – siccome gli obblighi sono differenti, anche le operazioni ammesse sono diversificate e il registro, nella sua trasparenza e completezza, deve rendere rintracciabile il tutto».
Le aziende convenzionali hanno 30 giorni di tempo per registrare ciascuna operazione; mentre il termine si riduce a 7 per le aziende aderiscono alle misure: Sra 01 CoPsr 2023-2027 (agricoltura integrata), Reg Ue 1308/13 (Ocm Ortofrutta); marchio collettivo qualità controllata (L.R. 28/99) ed Sqnpi. In tutti i casi le registrazioni devono avvenire prima della raccolta del prodotto.
«Occorre prestare attenzione a metodo, tempi di registrazione, regole e leggere attentamente le etichette dei prodotti – ha spiegato Campisi –. Nel corso del seminario sono stati esaminati i passaggi con esempi pratici. «Le registrazioni sono obbligatorie per tutte le aziende agricole – ha proseguito – sono la base per dimostrare la rintracciabilità e la salubrità delle materie prime che entrano nella filiera alimentare. La normativa tuttavia si è recentemente evoluta e complicata, le schede e gli obblighi di registrazione cambiano in base al tipo di azienda, alle misure di impegno volontarie sottoscritte e anche al tipo di coltura». Se prima era sufficiente leggere l’etichetta del prodotto fitosanitario e verificare se era ammesso sulla cultura, oggi questa informazione si interconnette con gli impegni Pac, Ocm e misure agro climatico-ambientali (Sra) o di produzione integrata, direttiva nitrati e persino con il Piano Aria (Pair)».
Vanno evidenziate alcune considerazioni di base: lo stesso principio attivo, prendiamo ad esempio il glifosate, viene commercializzato con denominazioni differenti che in etichetta presentano modi d’impiego diversi. Campisi ha ricordato che un diffuso prodotto a base di glifosate non riporta in etichetta l’uso per girasole e sorgo. «Questo prodotto – ha spiegato – non va bene se in quel campo faccio girasole, ne dovrò impiegare uno simile che però indica esplicitamente la coltura tra quelle ammesse. Diversi, da prodotto a prodotto, anche i tempi di carenza, alcuni sono ammessi solo sulle stoppie e altri no. Ci sono poi prodotti che da un anno all’altro non sono più ammessi, per cui è bene controllare a fine anno e prima dell’utilizzo i prodotti in magazzino verificando, nella banca dati dei prodotti ammessi, che non siano stati revocati. Va sempre controllato In etichetta anche il corretto dosaggio per la specifica avversità che si intende trattare».
«È molto importante esigere le bolle di accompagnamento contestualmente alla consegna dei prodotti – ha sottolineato il tecnico – perché contengono informazioni essenziali, come la data rispetto alla quale è divenuto disponibile in azienda, determinate per dimostrare i tempi d’impiego e quindi di carenza. Invito a controllare – ha aggiunto – che la denominazione sulla bolla sia corretta e completa. In commercio ci sono prodotti con nomi molto simili che differiscono da altri revocati nelle modalità di impiego ed una bolla errata non consente di riportare nel quaderno di campagna la denominazione giusta ponendo l’azienda in infrazione».
Nel quaderno di campagna, si diceva, vanno registrate le fasi fenologiche perché ci sono prodotti che sono ammessi in fase di accestimento della coltura o in fase di levata, prima della fioritura etc. Questo aspetto è di grande rilevanza anche nei vigneti.
Attenzione anche al numero massimo di trattamenti ammessi, nell’anno e persino negli anni. Per questo vanno definite particelle foglio e mappale quando si fanno trattamenti parziali: per poter documentare di aver rispettato le regole previste in etichetta.
Vanno registrati anche gli sfalci dei prati stabili e dell’erba medica perché vanno posti in relazione con gli spandimenti che vanno effettuati almeno 20 giorni prima dello sfalcio, così come è necessario rendere evidente il rispetto dei tempi di carenza di eventuali trattamenti fitosanitari (operazione però preclusa in caso di Ecoschema-4).
Occorre precisare che anche la registrazione degli spandimenti (reflui zootecnici e ammendanti) è importante perché deve risultare coerente con tempi e apporti possibili previsti da Direttiva Nitrati, Piano Aria ed eventuali ulteriori impegni assunti dall’azienda.
Le aziende agricole che hanno in camera di commercio l’estensione della partita iva agricola anche con attività di contoterzismo possono effettuare i trattamenti presso altre aziende ma non posso acquistare prodotti per altri. L’acquisto di prodotti fitosanitari per conto terzi è riservato solo a chi esercita specificatamente (con evidenza del codice Ateco) l’attività di contoterzismo. L’imprenditore agricolo può delegare il contoterzista all’acquisto, ma al termine del trattamento in campo il contoterzista deve compilare nel dettaglio e consegnare la “scheda trattamento contoterzisti” – denominata Allegato 4. In alternativa il contoterzista potrebbe compilare direttamente il quaderno di campagna.
Il quaderno di campagna deve essere compilato rigorosamente in ordine cronologico, per questo, dato il grado di complessità che ha ormai assunto, anche se è ancora possibile annotare tutte le registrazioni su un formato cartaceo, è consigliabile utilizzare un formato informatico o un programma apposito. Tutte e tre le modalità sono comunque ammesse.
Una bussola per gli ecoschemi
Dal 2023 le aziende hanno potuto accedere ad una serie di Ecoschemi – impegni biennali – che si vanno ad interfacciare con le regole del quaderno di campagna, in particolare, chi ha aderito all’Ecoschema 4 ha restrizioni specifiche sui trattamenti.
«Per le colture depauperanti – come grano, orzo, avena miglio segale; e anche ortive come finocchio, lattuga, spinacio, zucca ecc. – l’Ecoschema 4 prevede l’obbligo della rotazione, quindi il vincolo al non ristoppio e per le aziende non zootecniche il vincolo all’interramento dei residui.
Invece se un’azienda chiede il contributo dell’Eco schema 4 per una cultura miglioratrice da rinnovo – favino, lenticchia, erba mendica, trifoglio, veccia, loietto, festuca, mais, soia, girasole, pomodoro, carciofo, cipolla, aglio, pisello, fagiolo, fagiolino ecc. – il metodo di coltivazione previsto è tassativamente quello della produzione integrata.
Se l’azienda aderisce all’Ecoschema 4 per colture foraggere o leguminose, il vincolo è il divieto assoluto di utilizzo di prodotti fitosanitari per difesa e diserbo. È importante – ha sottolineato Campisi – che l’azienda consideri questi risvolti operativi nel momento in cui decide di sottoscrivere questi impegni aggiuntivi sulla Pac. Dato che è possibile sottoscrivere gli impegni relativi all’Ecoschema 4 anche solo su una parte della superficie condotta, bisogna aver ben chiare le particelle catastali sottoposte ad impegno per poter effettuare operazioni e conseguenti registrazioni correttamente. Inoltre, essendo l’impegno biennale, sarà necessario verificare sulle superfici prese in nuova conduzione gli eventuali impegni assunti sulle medesime superfici nell’annualità precedente.
Le schede di registrazione previste dal disciplinare di produzione integrata sono da considerarsi valide come quaderno di campagna, disponendo adempimenti ancor più stringenti, così come le registrazioni previste per il regime di coltivazione biologica.
Tra i diversi impegni passati in rassegna, Enrica Campisi ha menzionato anche la limitazione all’impego di prodotti fitosanitari contenenti sostanze attive candidate alla sostituzione (Sra09 Aca19 azione 2). Senza ulteriormente entrare nel dettaglio di questo tipo di impegno volontario, è evidente che il quaderno di campagna deve essere, nel caso, in grado di documentare anche il rispetto di questi vincoli.
I controlli e i controllori
«Gli organismi di controllo che possono effettuare ispezioni e chiedere conto del quaderno di campagna sono molteplici – ha spiegato Campisi – dall’Ausl che controlla i fitosanitari, ai Carabinieri del Corpo Forestale dello Stato che controllano il tipo di macchine utilizzate per la distribuzione dei principi e le etichette dei prodotti, alla Regione per le aziende che hanno aderito alle misure agroambientali». Il quaderno di campagna può essere cartaceo o elettronico e deve in ogni modo essere a disposizione presso la sede aziendale, in caso di assenza viene emessa una sanzione da 500 a 1.500 euro.
«Confagricoltura Piacenza – ha concluso Campisi – offre il servizio per la tenuta del quaderno di campagna. Dalle nostre informazioni, entrerà prossimamente in vigore l’obbligo di invio semestrale, per tutte le aziende agricole, del quaderno di campagna alla Regione tramite il suo inserimento da parte del Caa nell’anagrafe di ciascuna azienda agricola. È importante che le aziende siano sin da ora precise e pronte nella registrazione dei dati. Per evitare buchi è bene registrare le operazioni colturali pressoché giornalmente».