«L’economia italiana deve tornare a crescere e creare più posti di lavoro. Per centrare l’obiettivo, è indispensabile un piano strategico per il sistema agroalimentare italiano». Questo il monito lanciato da Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltra, durante la prima giornata dei lavori. Un piano che parte dal basso «Dai territori e dalle imprese. Dobbiamo attivare una sorta di “Stati generali” da programmare in tutte le regioni, per stilare la lista delle priorità e degli obiettivi da raggiungere».
L'ambizione di esportare come Francia e Germania
Quella lanciata dal presidente di Confagricoltura è una «Visione ambiziosa per l’agricoltura italiana. Non ci accontentiamo di avere il primato, sia pure importante, delle indicazioni geografiche e di qualità, se il valore delle nostre esportazioni di settore è inferiore a quello di Francia, Germania, Spagna e Paesi Bassi; né ci accontentiamo dell’aumento, certo importante, del nostro export, se crescono di pari passo le importazioni di materie prime. Dobbiamo essere ambiziosi – ha incalzato Giansanti -, anche perché, a livello europeo, i nostri più diretti concorrenti non stanno fermi».
Il piano auspicato da Giansanti punta su: una modernizzazione delle infrastrutture per arrivare con facilità sui mercati di tutto il mondo; su una diffusione delle innovazioni tecnologiche, a partire dal digitale, per far crescere la competitività, su costi di produzione allineati sui livelli di quelli dei nostri principali concorrenti; sullo sviluppo della ricerca su intelligenza artificiale e genetica. E, infine, su una Pubblica Amministrazione efficiente a livello centrale e in tutte le Regioni.
La questione infrastrutture parte dalla banda ultra larga
Sull’utilizzo del digitale in agricoltura il presidente è tornato più volte affermando che «E’ un processo indispensabile. Un percorso che garantirà benefici importanti come la riduzione di costi, la sicura tracciabilità e sostenibilità ambientale. E per permettere lo sviluppo del digitale in agricoltura è ineludibile lo sviluppo di infrastrutture adeguate, a partire dalla copertura della banda ultra larga».
Centrale in questo piano strategico la ‘questione infrastrutture’. A preoccupare non è solo il dato quantitativo, ma anche il livello qualitativo delle nostre infrastrutture su strada, rotaie, porti e aeroporti. Giansanti ha ricordato, a tal proposito, la presenza di Confagricoltura, a Torino, il 3 dicembre scorso, con le principali organizzazioni delle imprese italiane di tutti i settori, per esprimere il sostegno alla realizzazione della TAV Torino - Lione. «C’è l’urgenza di realizzare un rilancio degli investimenti infrastrutturali, essenziali per lo sviluppo economico, e in particolare per l’agricoltura. Sono ancora troppe le aree agricole ad alto potenziale di sviluppo che sono frenate dalla mancanza di adeguate infrastrutture».
Il freno del costo del lavoro
Altro tema caldo analizzato nella relazione di Giansanti è l’eccessivo costo del lavoro, che rappresenta un limite rilevante alla competitività delle imprese. «Ci auguriamo – ha detto - che le intenzioni di intervento per ridurre il carico contributivo e fiscale diventino presto un dato di fatto. Ben venga manodopera italiana all’interno delle nostre imprese. Serve una riforma dei centri per l’impiego, non riusciamo a trovare agricoltori italiani».
Sull’inadeguatezza del sistema burocratico il presidente dell’Organizzazione ha ribadito: «Siamo oberati da adempimenti spesso inutili e controlli non esercitati unitariamente. E’ il tempo di intervenire decisamente su una anomalia italiana che limita la competitività delle imprese».
Giansanti ha poi spiegato che questa insensibilità burocratica in molti casi complica le già complesse regole comunitarie. «Gli Enti Pagatori dovrebbero assicurare procedure snelle e tempi di erogazione delle risorse previste dalla PAC certi e celeri. Niente di tutto ciò avviene».
Salvini e la barra dritta anche in Europa
Giansanti rivolgendosi poi al ministro dell’Interno Matteo Salvini ha affermato «Insieme dobbiamo iniziare a progettare un futuro luminoso per l’agroalimentare italiano. Dobbiamo darci una strategia di crescita sostenibile, questo chiediamo al governo. A gennaio si deve aprire un tavolo per l’agricoltura italiana, iniziando con l’ascolto dei tanti tavoli regionali, perché in Italia abbiamo agricoltori di seria A e agricoltori di serie B. Guardando a quanto finora fatto dal governo dico – conclude Giansanti - che ci sono gli elementi per lavorare bene in futuro. Serve un governo che anche in Europa sa dove deve andare».
La risposta di Matteo Salvini è stata netta: «Io guardo al futuro. Il prossimo commissario europeo indicato dal governo dovrà occuparsi direttamente anche di agricoltura». Salvini ha ribadito poi che non è intenzione del governo uscire dall’Europa ma per quanto riguarda apertura ai mercati «Bisogna competere ad armi pari», mentre sui tagli di bilancio ha detto «Non voteremo nessun bilancio Ue che tagli risorse alla nostra agricoltura».
Sulla lentezza burocratica il ministro dell’Interno ha sottolineato: «Agricoltori ed imprenditori, prima di chiedermi di pagare meno tasse, mi chiedono di perdere meno tempo dietro alle carte, e su quello stiamo lavorando».
Il peso della Brexit
Nella seconda giornata di lavori, Giansanti ha toccato i temi relativi al negoziato sulla Brexit, alla riforma della PAC, al nuovo quadro finanziario dell’Unione per il periodo 2021-2027. «I tre dossier - ha sottolineato il presidente di Confagricoltura - hanno un filo conduttore comune: le decisioni che saranno assunte avranno un forte impatto sulle prospettive delle nostre imprese».
Sulla Brexit Giansanti si augura un esito positivo, con l’entrata in vigore dell’accordo di recesso che tutela in modo adeguato il settore agricolo, comprese le indicazioni geografiche e di qualità. «Ma dobbiamo prepararci a tutti gli scenari: anche a quello di una Brexit senza intese. Proponiamo, al riguardo, la creazione di una “task force” al ministero delle Politiche agricole, per supportare le imprese nella fase di adattamento che sarebbe particolarmente difficile».
Le vitamine degli accordi di partenariato
Sull’export Giansanti ha affermato che la diffusione del protezionismo farebbe crollare il Made in Italy di settore. «Per questo difendiamo gli accordi di partenariato economico negoziati dalla Commissione europea se l’analisi dei costi e dei benefici è positiva. Occorre vigilare attentamente sulle regole in materia di sicurezza alimentare, tutela del lavoro e protezione delle risorse naturali - ha incalzato il presidente di Confagricoltura -. Ma non ci sono altri strumenti a disposizione, oltre agli accordi commerciali dell’Ue, per continuare a far crescere le esportazioni italiane sui mercati di tutto il mondo. Di sicuro, non c’è crescita puntando solo sulla domanda interna».
Dure critiche al Crea
Molto duro il presidente Giansanti sul centro di ricerca Crea «Non fa quello che si aspettano le imprese. Non comunica né con noi né con gli agricoltori».
Centinaio e la riscrittura della legge sul caporalato
Infine, Giansanti ha toccato il tema del caporalato, affermando che la legge «E’ scritta male». D’accordo il ministro Gian Marco Centinaio che ha sottolineato:
«Volevo migliorare la legge non me lo hanno permesso. Oggi non ascolto più i sindacati, ma chi subisce la legge sul caporalato, e il 70% sono italiani».
Un Mipaaft che cambia passo
In linea sulle tematiche affrontate da Confagricoltura il ministro Centinaio VIDEO GIANSANTI IL NOSTRO MINISTRO, che invitato da Giansanti ha detto: «Il Ministero riprenda le proprie competenze, perché in altre sedi l’agroalimentare è marginale e non viene valorizzato, da noi è priorità. Il Ministero va “svecchiato” deve cambiare passo, struttura e linguaggio, e dare una visione a medio-lungo termine al settore».
Più controlli ai porti
Sulle infrastrutture, Centinaio ha affermato «Specializziamo i porti italiani in modo da poter far controlli mirati sulle derrate agricole in arrivo. Altrimenti arriva in Italia la Xylella e non si sa come. E’ un mio sogno questo, mi confronterò con Salvini».
Tajani: più risorse per la Pac
Infine, Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, ha fatto il punto sulle politiche europee. «La Brexit rischia di provocare danni diretti e indiretti perché non ci saranno più i soldi della Gran Bretagna, e ciò ha determinato i tagli nel bilancio ma è stato un errore grave colpire il settore agricolo. Il nostro impegno è di respingere la riforma di Hogan, perché i contenuti non vanno bene, ma bisogna trovare da altre parti i fondi. Una soluzione potrebbe essere aumentando le risorse proprie, portando ad un aumento del bilancio comunitario a +0,2».