«Quest’anno per me è stato un anno di profonda riflessione, che mi ha portato prendere una decisione non facile, quella di non ricandidarmi alla presidenza della Copagri. Si tratta di una scelta non facile e per certi versi anche abbastanza sofferta, soprattutto perché arriva dopo quasi mezzo secolo di impegno attivo e costante nel mondo delle politiche sociali e agricole». Lo ha annunciato il presidente -uscente- della Copagri Franco Verrascina, in occasione del congresso annuale della Confederazione svoltosi a Roma.
«Il bilancio del mio impegno e della mia esperienza – ha detto Verrascina – è più che positivo, con un percorso che, nonostante le difficoltà ha saputo regalarmi tantissime soddisfazioni.
Avevo preso un impegno con me stesso: quello di lasciare l’incarico nel momento in cui avrei raggiunto l’età pensionabile, così da dare spazio ad altre persone più giovani di me.
Nonostante manchino ancora alcuni mesi ho ritenuto opportuno anticipare questa mia decisione per rispetto nei confronti di tutta la dirigenza della Copagri e della Copagri stessa. Anche in considerazione del fatto che in Italia si è aperta una nuova fase politica che vedrà protagonisti un nuovo Parlamento, un nuovo esecutivo e anche ovviamente un nuovo ministro delle politiche agricole, che porta inoltre in dote una nuova denominazione che più volte abbiamo caldeggiato, quella cioè della sovranità alimentare».
Verrascina: «Al settore primario serve stabilità»
Siamo in una situazione di forte criticità dovuta alla mancanza di liquidità delle aziende e ai costi elevati che portano gli agricoltori a produrre in perdita – ha incalzato Verrascina – . I nostri agricoltori reclamano liquidità per poter continuare a lavorare e minori costi di produzione. Per fare reddito le aziende chiedono di poter andare verso una maggiore multifunzionalità, partendo dalle agroenergie. Per fare tutto questo serve stabilità e interventi decisi.
Le elezioni hanno detto chi ha vinto e chi ha perso: alla nuova classe politica chiediamo sin da ora di lavorare per restituire alla nostra agricoltura la stabilità che merita e che, soprattutto, meritano i tanti produttori agricoli, spina dorsale dell’economia reale che con il loro lavoro quotidiano hanno contributo in diverse occasioni alla tenuta socioeconomica del nostro Paese».
«Quando parlo di intervento deciso – ha proseguito – mi riferisco a misure che possano favorire l’accesso al credito, che abbassino i costi di produzione e gli oneri di sistema, agendo sui crediti di imposta e sul taglio strutturale delle accise dei carburanti, andando a garantire costi più sostenibili per le nostre aziende».
«I giovani sono futuro dell’agricoltura, ma imperativo garantire il giusto reddito»
Verrascina ha poi puntualizzato l’importanza di mettere in moto un ricambio generazionale strutturato e convinto: «il nostro è un Paese che ha un’agricoltura senile che ha bisogno di rinnovarsi e ringiovanirsi, ma se non si mettono in campo le giuste misure capaci di garantire redditività è difficile che i giovani tornino nei campi.
Per garantirne il futuro del settore primario dobbiamo quindi investire sul ricambio generazionale. Ma sottolineo che nessuna misura di incentivo all’ingresso dei giovani darà risultati positivi e stabili in presenza di un’agricoltura o di un sistema agroalimentare nel suo insieme non competitivo e non in grado di assicurare un ragionevole livello di remunerazione».
«Il futuro del primario – ha concluso Verrascina – passerà per buona parte anche dalla capacità di saper spendere i fondi del Pnrr. Il nostro Paese, per quanto concerne l’agricoltura, non fa una seria programmazione da quasi cinquant’anni. E questo non è più accettabile. Le attuali condizioni economiche in cui versa l’economia globale non lo permettono più.
Parlare di programmazioni in agricoltura - ha concluso Verrascina - significa mettere al centro la difesa del reddito e la redditività dei produttori agricoli e considerarli centrali per lo sviluppo del comparto, ovvero la conditio sine qua non per continuare a garantire quantità, qualità, sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale e sociale, tenendo sempre ben presente che senza sostenibilità economica non ci può essere sostenibilità ambientale e sociale».
Lollobrigida: «Credo che l’agricoltura entrerà nella risoluzione di maggioranza»
Al margine del congresso il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha dichiarato: «credo che nella risoluzione di maggioranza ci sarà qualcosa che riguarderà l'agricoltura. C'è un tema che abbiamo posto e vedremo se nella risoluzione, frutto della concertazione con gli altri partiti, riporterà quello che noi abbiamo consigliato di inserire».