Se il Trentino agricolo riesce a reggere la concorrenza delle realtà molto più strutturate, e con costi di produzione molto inferiori lo deve principalmente alla rete di cooperative di primo e secondo grado, che in tutti i comparti coprono da un minimo dell’80% fino a oltre il 90% della produzione. Sono 89 le società cooperative agricole con oltre 18mila soci conferitori, che assicurano lavoro a poco meno di 2.900 collaboratori e che nel 2020 hanno realizzato 1 miliardo e 193 milioni di euro di fatturato (+2% sull’anno precedente).
Questo, nonostante i problemi creati dal coronavirus. La carta vincente in tutti i comparti è stata quella della qualità e della produzione sostenibile con una fetta sempre più larga di produzione biologica. Un’agricoltura quella trentina di montagna che ha che rappresenta il principale volano per l’export trentino, come confermano di dati della Cciaa, che parlano di leadership delle imprese agricole cooperative per la crescita e lo sviluppo dell’economia provinciale grazie all’export. Il patrimonio complessivo ha raggiunto i 462 milioni di euro in crescita dell’8,45% e gli investimenti netti sono stati pari a 683 milioni di euro. Un settore pertanto che gode ottima salute.
Vitivinicolo in affanno, bene l'ortofrutta
Questo l’apporto dei vari settori. Le cantine sociali contano su 6851 soci con un fatturato consolidato di 490 milioni (-8% rispetto al 2019 per il lockdown che ha colpito il settore Horeca). L’uva conferita ha superato di poco i il milione di quintali e il prezzo medio liquidato ai soci è stato di 124,84 euro/qle.
Le cooperative dell’ortofrutticolo con poco meno di 6000 soci, hanno fatturato 531 milioni con un aumento del 14,2% rispetto al precedente esercizio con una produzione di 464 mila ton e una resa media/Ha di 24.355 euro + 19,77% sul precedente bilancio.
I piccoli frutti con 623 ettari coltivati, e 74mila ton di prodotto comprese patate, ortaggi e cerali caratterizzano ed arricchiscono il settore, per concludere con il comparto lattiero caseario: 810 soci, con un fatturato di 126 milioni di euro ed un lieve aumento sull’anno precedente. Il prezzo medio pagato ai soci per il latte conferito è stato di 0,589/litro contro i 0,615 del 2019.
Qualità e sostenibilità i punti di forza
Michele Odorizzi, storico presidente di Melinda, nonché vice presidente della Federazione Trentina della Cooperazione con delega al settore agricolo, nella sua relazione all’assemblea di settore in vista dell’assemblea generale della Federazione, ha esordito affermando che: «uno dei punti più qualificanti per la cooperazione, è il tema della sostenibilità, cardine delle politiche strategiche dell’Unione europea, che pongono in evidenza in maniera sistematica le sfide legate all’ambiente. Ma siamo molto attenti anche alle risorse dell’Ue a favore del settore che ha fatto un passo avanti nei giorni scorsi sui criteri di distribuzione dei fondi in vista dell’entrata in vigore nel 2023». Accordo giudicato positivamente anche dall’assessora all’Agricoltura della Provincia di Trento Giulia Zanotelli, che ha però aggiunto che «nei prossimi mesi dovremo lavorare con il Ministero per la distribuzione delle risorse del 2023».