«Nonostante l’elevata qualità della produzione olivicola prevista per questa annata, che secondo recenti stime dovrebbe attestarsi sulle 200.000 tonnellate, pari a quasi il 60% di quella nazionale, il comparto olivicolo-oleario pugliese rischia anche quest’anno, dopo la disastrosa annata del 2018, di pagare un conto salatissimo e di vedere vanificato gran parte del lavoro fatto dall’estate a oggi.
Le forti raffiche del vento di scirocco che hanno colpito incessantemente la Puglia negli ultimi giorni non hanno fatto altro che aggravare la situazione del comparto, messo già a durissima prova dalla Xylella, e che aveva appena cominciato a riprendersi dopo la siccità di settembre e ottobre e le gelate dello scorso inverno». È quanto dichiara il presidente di Copagri Puglia Tommaso Battista, precisando che la situazione è ancora più grave se si considera che la campagna di raccolta non è ancora entrata nel vivo, cosa che accadrà la settimana prossima.
Dichiarazioni avventate hanno accelerato il crollo del mercato
Sembra davvero non esserci pace per l’olivicoltura della Puglia, aggiunge Battista. «Non bastassero le emergenze fitosanitarie e le condizioni climatiche avverse, infatti, il comparto paga anche lo scotto di dichiarazioni avventate di operatori del comparto, che prevedevano il crollo del prezzo dell’olio extravergine d’oliva. Dichiarazioni diffuse, peraltro, in giorni in cui le quotazioni indicavano prezzi più alti di quelli attuali.
Di fatto tali dichiarazioni hanno accelerato e anticipato il netto calo del prezzo, non hanno avuto altro effetto se non vanificare un’ottima annata produttiva e contribuire a far crollare le quotazioni della produzione nazionale, che sul mercato deve già fare i conti con le positive campagne olearie delle altre grandi realtà produttive dell’area mediterranea, nostre principali concorrenti, quali Grecia, Tunisia e Marocco».
Rinuncia all’acquisto in attesa del calo dei prezzi
Battista, che è anche presidente della Cooperativa del Frantoio sociale di Conversano (Ba) e dell’Op O.P.O. Pugliesi che unisce olivicoltori dalla provincia Barletta-Andria-Trani fino alla punta del “tacco” salentino, cita in proposito un episodio indicativo del cambiamento del mercato: «La mia cooperativa stava trattando nei giorni scorsi la vendita di una partita di 10 quintali di olio extravergine di oliva al prezzo, già concordato fra le parti, di 4,50 €/kg, che, includendo il confezionamento, arrivava a 5,50 €/kg all’ingrosso. Poi, subito dopo l’improvvida diffusione di quelle dichiarazioni, i nostri interlocutori ci hanno chiamato per rinunciare all’acquisto, poiché erano in attesa del crollo del prezzo che, alcuni giorni dopo, si è puntualmente verificato e si è attestato su 3,70 €/kg».
A durissima prova la tenuta del comparto
Questi due elementi, cioè il calo dei prezzi interni e la competizione di Paesi esteri nei quali i costi di produzione sono nettamente inferiori, e così anche i prezzi di vendita, stanno mettendo a durissima prova la tenuta del comparto, rimarca il presidente di Copagri Puglia.
«A riprova di quanto affermato, basti pensare che già all’inizio del mese di novembre le quotazioni del prodotto nazionale erano calate di circa il 25%. Adesso, alla luce dei recenti sviluppi, c’è la concreta possibilità che i prezzi scendano ulteriormente, con il rischio di dare il colpo di grazia all’olivicoltura pugliese. Perciò chiediamo al Mipaaf di intervenire in favore del comparto attraverso una campagna di promozione straordinaria dell’olio extravergine di oliva che possa mitigare le inevitabili conseguenze negative per il comparto».
«Un’annata eccezionale? No, solo media!»
Un’annata che era stata preannunciata come eccezionale si sta rivelando solo media nella produzione e depressa nei prezzi, conclude Battista. «Lo scirocco ha fatto cadere quasi metà delle olive che stavano sulle piante. Certo, la produzione sarà più elevata rispetto a quella del 2018, ma solo perché l’anno scorso le gelate invernali hanno ridotto il raccolto ai minimi storici. Il mercato depresso sta facendo il resto. Eventi climatici estremi e crisi di mercato sono ormai situazioni con cui siamo e saremo sempre più chiamati a confrontarci. Perciò noi olivicoltori dobbiamo, in prospettiva, da un lato migliorare i nostri metodi di lavoro per essere più competitivi e dall’altro cominciare a stipulare polizze assicurative per salvaguardare i nostri redditi».