Via libera al primo bando nazionale per finanziare i Distretti del cibo, strumento per garantire ulteriori risorse e opportunità per la crescita e il rilancio a livello nazionale di filiere e territori. Al via anche quello per i contratti di distretto nell’area colpita da Xylella, secondo quanto previsto dalle leggi di bilancio 2018 e 2019.
Tutti i dettagli per la partecipazione, e per l’invio delle domande che dovrà avvenire entro il 17 aprile 2020, sono già disponibili sul sito del Mipaaf.
Alla stessa pagina è pubblicato anche il Registro nazionale dei Distretti del cibo che raccoglie tutte le realtà riconosciute dalle Regioni. Il riconoscimento dei distretti, infatti, viene affidato per legge alle Regioni e alle Province autonome che provvedono a comunicarlo al Mipaaf presso il quale è istituito il registro nazionale.
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Distretti del cibo, i fondi a disposizione
I bandi finanziano progetti da 4 a 50 milioni di euro di investimenti con un’ampia tipologia di spese ammissibili. Il contratto di distretto ha lo scopo di promuovere lo sviluppo, la coesione e l'inclusione sociale. Favorire l'integrazione di attività caratterizzate da prossimità. Garantire la sicurezza alimentare, diminuire l'impatto ambientale delle produzioni, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari.
Il contratto di distretto Xylella, oltre quanto previsto sopra, ha lo scopo di realizzare un programma di rigenerazione dell'agricoltura nei territori colpiti dal batterio, anche attraverso il recupero di colture storiche di qualità.
Le risorse disponibili per il finanziamento in conto capitale ammontano a 18 milioni per il bando dei distretti del cibo e a 13 milioni per il distretto Xylella. Quest'ultimo utilizza fondi diversi rispetto allo stanziamento di 300 milioni di euro del Piano recentemente approvato in Conferenza Stato-Regioni.
Laddove la richiesta di fondi superasse la disponibilità, è previsto un tetto massimo al contributo a fondo perduto per singolo programma di investimenti pari a 2,5 milioni.
Distretti del cibo, cosa sono
La legge definisce distretti del cibo:
- i distretti rurali e agroalimentari di qualità già riconosciuti o da riconoscere;
- le aree localizzate in zone urbane o periurbane caratterizzate da una significativa presenza di attività agricole volte alla riqualificazione ambientale e sociale delle aree;
- i distretti caratterizzati dall'integrazione fra attività agricole e attività di prossimità.
- i distretti biologici.
Per garantire lo sviluppo di tutto il territorio e non solo delle singole filiere, i Distretti opereranno attraverso programmi di progettazione integrata territoriale.
Bellanova, investiamo per favorire la crescita
«Investiamo nella progettazione territoriale – ha detto la ministra Teresa Bellanova – per favorire la crescita dell’Italia. Dobbiamo sbloccare energie e investimenti. L’agricoltura e l’agroalimentare sono un motore di idee, progetti, nuovi posti di lavoro. Di futuro. Abbiamo lavorato con le Regioni per mettere a punto un bando, il primo, che dia stimolo a una nuova stagione dei distretti del cibo. C’è molto interesse e fermento in tutti i territori, già questa è una scommessa vinta. L’Italia può essere un laboratorio di buone pratiche – ha concluso Bellanova – investendo sull’economia circolare, sulla ricerca e su formule più forti di collaborazione tra agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione e istituzioni. Noi ci siamo e vogliamo accompagnare questo sviluppo».