Sospensione dei mutui, istituzione di un fondo di garanzia ad hoc per il comparto, riconoscimento dal Mipaaf dello stato di calamità naturale,
azzeramento di tutti i versamenti contributivi, previdenziali e assistenziali, imposte e tasse per l’anno 2020,
definizione di strumenti europei e nazionali per semplificare il riconoscimento di Covid-19 quale causa di forza maggiore ai fini dell’esecuzione dei contratti
e un programma di promozione volto al rilancio dell’immagine del comparto.
Sono queste le richieste rivolte al Governo e formulate da tutti gli attori della filiera florovivaistica italiana, condivise in un gruppo di crisi nazionale che annovera i Distretti Florovivaistici, i Consorzi dei Produttori e i rappresentanti delle Associazioni dei Mercati floricoli.
Lettera inviata a Conte, Bellanova, Patuanelli e Catalfo
«In una missiva inviata ai ministeri competenti chiediamo a gran voce l’istituzione di un tavolo di crisi nazionale che rappresenti uno spazio di confronto e di concertazione che intervenga con immediatezza concordando le azioni, le soluzioni e le risorse necessarie».
Una lettera condivisa dal Distretto Florovivaistico di Puglia, dichiara il suo presidente Piero Tunno, e indirizzata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla titolare del ministero delle Politiche agricole Teresa Bellanova e ai suoi colleghi Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico) e Nunzia Catalfo (Lavoro), al presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, al presidente dell'Anci, Antonio Decaro, e al presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli.
Tunno: «Proposte concrete per rimettere in moto l’intero comparto»
«Presentiamo una serie di proposte concrete per rimettere in moto l’intero comparto - afferma Tunno -. Il tutto, per i florovivaisti italiani, deve avvenire attraverso la convocazione di un tavolo nazionale per stilare un piano di misure straordinarie del valore di circa 800 milioni di euro con l’obiettivo di preservare l’operatività della filiera florovivaistica nazionale».
«Gli effetti dell’emergenza Covid-19 stanno provocando tragiche ripercussioni al comparto florovivaistico nazionale, con ingenti danni economici che stanno segnando gravemente l’intera filiera produttiva la quale ha registrato cali di vendita sino al 100% con uno scenario futuro preoccupante nel medio-lungo periodo che ad oggi non lascia intravedere miglioramenti».
«Il comparto florovivaistico ha bisogno, in maniera tempestiva, di un sostegno per poter rientrare dai capitali anticipati per le produzioni invendute ed ulteriormente per far fronte alle anticipazioni indispensabili per poter avviare le produzioni future. Già oggi percepiamo la gravità dell’impatto sulla liquidità che le imprese – piccole, medie e grandi – stanno subendo con conseguenze irreversibili che possono far perdere agli imprenditori la speranza nella futura prosecuzione delle attività. Occorre, quindi, preservare l’operatività delle imprese che fanno parte della filiera florovivaistica nazionale».
Un fondo di sostegno dove far confluire risorse europee e nazionali
Nella lunga lettera firmata dal:
Consorzio Produttori Florovivaistici Campani,
dal Mercato dei Fiori di Ercolano
e da quelli di Leverano, di Taviano, di Viareggio, di Vittoria, di Terlizzi e di Sanremo-Amaie,
dalle Cooperative Masaniello, Flora Pompei e il Contadino, dai distretti florovivaistici di Liguria, Puglia, Pistoia e Lucca, dall'Azienda Speciale Mercato dei Fiori della Toscana, dall'Associazione Florovivaisti e Fioristi Italiani, dall'Associazione Filiera Florovivaistica del Lazio, dall'Associazione Florovivaisti Italiani
e dall'Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori,
si sollecita anche una immediata mobilitazione di risorse finanziarie istituendo un fondo di sostegno dove far confluire risorse europee e nazionali.
Per i florovivaisti italiani “un ruolo importante, nel reperimento di liquidità straordinaria per le imprese, devono svolgerlo Cassa Depositi e Prestiti e la Banca Europea degli Investimenti attraverso il suo Fondo di Investimenti; inoltre bisogna provvedere a recuperare la capacità di spesa sul Fondo di Sviluppo e Coesione e, parte più importante, lavorare per il recupero di fondi strutturali 2014-2020 inutilizzati, allo stesso tempo prevedendo l’anticipo dei fondi e del cofinanziamento nazionale e regionale per quelli previsti nelle misure 2021-2027. Solo così – concludono – sarà possibile dotare il comparto di nuova liquidità e farlo rialzare, perché ora è praticamente in ginocchio”.