Il mais torna a sperare, via libera al Piano di settore

La conferenza Stato-Regioni approva il Piano maidicolo nazionale, primo passo per il rilancio del comparto. Soddisfazione di Assosementi

Come anticipato nell'editoriale di Terra e Vita a firma di Cesare Soldi, presidente dell'Associazione nazionale maiscoltori (leggi qua) prende corpo il Piano maidicolo nazionale. Che è stato approvato oggi dalla Conferenza Stato-Regioni.

E subito, a seguito della convalida del documento frutto del lavoro congiunto fra Ministero delle politiche agricole e i principali soggetti della filiera maidicola, arriva il plauso di Assosementi, l’associazione che rappresenta le ditte sementiere in Italia: «Quella di  buona notizia per la filiera italiana di questa coltura, la prima in Italia in termini di raccolto, e per tutto il sistema agroalimentare italiano».

Favorire la ripresa del settore

«Per favorire la ripresa del comparto italiano del mais sono fondamentali il dialogo e la collaborazione tra istituzioni e filiera - ha dichiarato Giuseppe Carli, presidente di Assosementi. A causa della significativa riduzione delle superfici coltivate, negli ultimi

Assosementi
Giuseppe Carli

quindici anni siamo passati dall’autosufficienza a una forte dipendenza dall’estero, per quasi il 50% del fabbisogno. Il problema non investe soltanto i maiscoltori in maniera diretta, ma quasi l’interezza del sistema agroalimentare italiano e le eccellenze del Made in Italy, dato che il mais è alla base di quasi tutte le produzioni DOP e IGP del nostro paese».

Riaprire alle Nbt

«Il calo delle quotazioni ha spinto molti maiscoltori italiani a orientare diversamente le proprie scelte produttive. Alle difficoltà di mercato si sono inoltre sommate problematiche fitosanitarie – ha aggiunto Carli. Inoltre, anche alla luce della sentenza della Corte europea del luglio 2018 che, in maniera poco comprensibile, ha fatto ricadere le nuove tecniche di miglioramento genetico (NBTs) nella normativaogm, l’Italia rischia di perdere ulteriore competitività nei confronti dei sistemi produttivi dei Paesi dove questi preziosi strumenti sono già adottati».

Un primo importante passo avanti

«L’incremento della competitività, attraverso il sostegno alla ricerca e l’auspicata possibilità di sperimentare in campo le NBTs, è una delle direttrici indicate dal Piano per porre rimedio alle criticità del settore, insieme ad altre azioni di rilievo, come ad esempio la promozione di contratti di filiera e l’impiego di una parte delle dotazioni dei Psr a favore di investimenti innovativi nel comparto mais. Il nostro auspicio è che questo sia il primo passo verso il rilancio necessario di una coltura fondamentale per il nostro Paese e che gli agricoltori possano tornare a considerare il mais come una scelta remunerativa. È ora importante proseguire rapidamente a percorrere la strada tracciata, per ottenere risultati in tempo utile» ha concluso Carli.

Il mais torna a sperare, via libera al Piano di settore - Ultima modifica: 2020-02-21T18:12:44+01:00 da Gianni Gnudi

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