Le immagini dei roghi che nelle scorse settimane hanno devastato decine di migliaia di ettari di boschi e terreni agricoli in Calabria, Sicilia e Sardegna sono ancora vive nella memoria di tutti. Un copione che si ripete senza molte variazioni ogni estate. Che fare per prevenirli? il Consiglio nazionale dell'Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali (Conaf), e la Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale (Sisef), hanno presentato otto proposte per affrontare la piaga degli incendi.
"La lotta al fuoco non si realizza solo con la repressione dei reati – scrivono le due associazioni in una nota – ma anche con adeguate azioni di prevenzione e formazione di tutti gli attori coinvolti unite a corrette campagne di comunicazione. Così facendo, le ingenti risorse che attualmente vengono spese in emergenza, nell'estinzione e ricostituzione, potrebbero essere drasticamente ridotte se accompagnate da una pianificazione del territorio forestale".
Otto soluzioni per un problema
1) Rimboschimenti solo in situazioni specifiche, dove serve ripristinare più rapidamente i servizi ecosistemici fondamentali (ad esempio protezione dalla caduta di massi, fenomeni erosivi). La ricostituzione naturale dà origine a boschi più resilienti alla crisi climatica e ai futuri incendi. Mentre il rimboschimento produce popolamenti più fragili e infiammabili e con alti costi di gestione.
2) Iniziare a lavorare da subito per mitigare gli impatti degli incendi che si verificheranno con maggiore frequenza e intensità nei prossimi anni.
3) Progettare l'agricoltura per mitigare il danno. Campi, orti, vigneti, pascoli, se progettati in modo coerente con la prevenzione del rischio incendi, possono ridurre l'infiammabilità e rendere più efficaci le attività di estinzione.
4) Formare alla prevenzione tutti gli attori coinvolti, dai professionisti qualificati, quali dottori agronomi e dottori forestali, ai cittadini e chiunque giochi un ruolo sulla manutenzione del territorio o preposto ad intervenire nelle fasi di emergenza.
5) Coordinamento tra i livelli operativi. La competenza deve rimanere alle Regioni ma vanno potenziati il dialogo e la condivisione di obiettivi strategici tra i diversi livelli operativi individuando un organo di coordinamento nazionale, che potrebbe essere la Direzione Foreste del Mipaaf, che lavori in stretto contatto con le regioni, il Cufa e i vigili del fuoco.
6) Coinvolgere le comunità locali è un altro passaggio indispensabile.
7) Incendi, foreste e futuro delle aree interne. I fondi del Pnrr potrebbero essere una grande opportunità per valorizzare e mettere in sicurezza il territorio, favorire lo sviluppo sostenibile, la bioeconomia e la nascita di green community e rappresentare un investimento per questa e per le future generazioni.
8) Conservazione o creazione di un legame tra le popolazioni locali e il bosco come strumento principale di prevenzione, lotta e ricostituzione.