Soia, mais, sorgo, girasole, bietola, pomodoro o qualcosa di più esotico?
Mai come quest’anno è difficile scegliere cosa seminare.
Terra e Vita ha chiesto aiuto ai lettori (clicca per accedere alla pagina della survey) per tracciare il quadro delle semine primaverili attraverso un sondaggio a cui avete risposto in tanti, aperto per 10 giorni sulle pagine del sito di Terra e Vita e diffuso attraverso i social.
I dati emersi, abbinati all’analisi costi-ricavi possono fornire valide indicazioni ai produttori.
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Cambi di rotta al fotofinish
Le tensioni internazionali e l’impennata dei costi energetici stanno infatti condizionando le strategie imprenditoriali a ridosso delle semine primaverili, inducendo cambiamenti al fotofinish nella pianificazione delle rotazioni aziendali (già in qualche modo “alterate” dal boom dei frumenti nelle semine autunnali).
Il peso del clima e della Pac
Anche perché, per un motivo o per l’altro, le colture leader per il ciclo primaverile-estivo manifestano segnali di incertezza. Il mais, ad esempio, ha accusato nel 2021 cali che hanno toccato il 30% del raccolto, soprattutto a causa delle gelate tardive e dei colpi di calore estivi. Stessa cosa per la soia, con rese sotto le 4 t/ha (le più basse negli ultimi 10 anni). Per il pomodoro da industria, dopo un 2022 positivo sul piano produttivo, prevalgono le incertezze per il boom dei costi energetici che condizionano le programmazioni degli impianti di lavorazione.
Va meglio per il comparto della barbabietola da zucchero grazie ad alcune iniziative di filiera e soprattutto al premio Pac accoppiato. I prezzi internazionali lasciano però pochi margini di ottimismo, anche se uno studio della Commissione Ue ha rilevato che, dopo 4 anni di fila di cali, nel 2021 si è registrata una timida ripresa. Tensioni che condizionano le decisioni strategiche delle aziende italiane: il 42% di chi ha risposto al sondaggio (382 in 10 giorni) ha infatti ammesso di aver rivisto il piano colturale.
Le risposte
Nella “classifica” delle colture più gettonate la soia riscuote il più ampio consenso catturando la fiducia del 36% del campione.
A seguire, staccato, il girasole che, con il 14% dei voti, aggancia a sorpresa il mais, una volta principe delle semine primaverili, ma con superfici in picchiata (sotto i 600mila ettari ormai).
Il sorgo attira l’8% dei lettori mentre il pomodoro da industria non supera il 5%.
Al 22% la voce delle “altre” colture dove un ruolo d’onore è occupato dalla bietola.
Come interpretare questi dati?
Ad emergere è la necessità di poter contare su alternative affidabili. Gli agricoltori non campano di scommesse, servono scelte politiche e commerciali credibili. Se le rotazioni diventano obbligatorie, occorre moltiplicare gli sforzi di programmazione per evitare scelte dell’ultimo minuto che non fanno che aumentare la volatilità dei mercati.
I commenti social
Sandro B. Cosa si semina in primavera? Basta contare l’immensa quantità di terreni seminati a grano (praticamente ovunque), poi quello che rimane lo dividi per 4.....
Cristian Z. Vai col girasole!
Davide C. Con il superbonus dell’aiuto accoppiato… bietole!
Sandro B. C’è bisogno di produrre zucchero in Italia!
Paolo Z. No pomodoro = si sopravvive. Sì pomodoro=si rischia il suicidio.