L'Italia potrebbe avere fino a due mesi di tempo in più per presentare i Piani strategici nazionali, lo strumento di programmazione chiave che renderà concreta la nuova Pac. Uno slittamento che riguarderà tutti i Paesi dell'Ue, che avrebbero dovuto presentare la documentazione entro il 31 dicembre 2021. Un lavoro che ha visto impegnato il ministero delle Politiche agricole con le tre convocazioni del tavolo di Partenariato, proprio per convergere verso un'agricoltura fatta di innovazione e sostenibilità ambientale, economica e sociale.
De Castro: «Rinvio inevitabile»
«Un rinvio inevitabile che abbiamo chiesto come Parlamento europeo – spiega l'europarlamentare Paolo De Castro – visto che la Commissione europea non ci ha concesso il tempo sufficiente per esaminare gli atti delegati della Pac, ossia i decreti attuativi. Ci siamo rifiutati di approvarli a soli tre giorni dalla loro presentazione in collegio dei commissari, il nostro ruolo di co-legislatore non può essere in discussione».
Atti delegati che avranno ricadute importanti su alcuni settori strategici del made in Italy agroalimentare, fa sapere l'europarlamentare, come l'ortofrutta e il vino «per questo non possiamo permetterci di fare le cose in tempi così ristretti, anche perché questa Pac entrerà in vigore nel 2023».
Nel 2022 non cambierà nulla
Per gli agricoltori non cambierà niente per tutto il 2022 e quindi resteranno in vigore le regole attuali, quelle della precedente programmazione 2014-2020 che sono state prorogate di due anni. Poi dal primo gennaio 2023 entrerà in vigore la nuova Pac con i relativi piani strategici che ciascun Paese dovrà farsi approvare dalla commissione.
Il tema caldo resta quello delle risorse, punto chiave della nuova riforma. «Parliamo di quasi 387 miliardi di euro per i 27 Paesi dell'Ue, di cui circa 51 destinati all'Italia – ricorda De Castro – una somma che con quelle straordinarie del Next Generation Eu arriva a un budget pressoché analogo a quello della scorsa programmazione».
Quanto ai Piani strategici nazionali, secondo De Castro «devono prevedere misure adatte ai nostri territori e declinate in chiave regionale, e comunque all'insegna della sostenibilità economica, ambientale e sociale». Piani che dovranno combinare tutti gli strumenti del sostegno previsto dalla nuova Pac, vale a dire i pagamenti diretti agli agricoltori, le misure per i settori vitivinicolo, ortofrutticolo, apicoltura, olio di oliva e i Piani di sviluppo rurale.