L’agricoltura è l’unico settore a far registrare un calo del valore aggiunto a causa della deflazione che ha avuto effetti devastanti nelle campagne dove i prezzi riconosciuti agli agricoltori sono crollati mediamente del 5,2% nel 2016 e in alcuni casi, come per il grano, non coprono neanche i costi di produzione. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat sul Pil dai quali si evidenzia che l’agricoltura con un -0,7% è il settore che fa registrare il calo più elevato del valore aggiunto nel 2016. A pesare, sottolinea Coldiretti, è stato l’andamento dei prezzi pagati agli agricoltori che si sono ridotti del 3,1% negli allevamenti e del 6,7% per le produzioni vegetali con punte del -11,6% dei prezzi dei cereali nella media annua secondo Ismea.
Gli agricoltori nel 2016 hanno dovuto vendere più di 3 litri di latte per bersi un caffè o 15 kg di grano per comprarsene uno di pane, ma la situazione non è migliore per le uova, la carne o per alcuni prodotti orticoli. Nonostante il crollo dei prezzi dei prodotti agricoli in campagna, sugli scaffali i prezzi dei beni alimentari sono rimasti praticamente stabili nel 2016, anche per effetto delle speculazioni e delle distorsioni di filiera nel passaggio dal campo alla tavola.
A incidere sarebbe anche il flusso delle importazioni selvagge, spacciate come made in Italy, che fanno concorrenza sleale alla produzione nazionale.