«Questo provvedimento che definisce definitivamente le norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta, a chilometro zero o utile e di qualità, avvantaggerà i produttori e le produzioni locali». Ad affermarlo è Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, che ha aperto il dibattito sulla centralità della filiera agroalimentare per contrastare l’Italian sounding, durante il convegno La filiera agroalimentare al centro della nuova strategia per il made in Italy, organizzato da Edagricole a Roma.
«Questo progetto di filiera corta prevederà al massimo un intermediario tra produttore e consumatore finale», ha incalzato Gallinella, che ha poi spiegato che tra le novità ci sarà anche l’introduzione di un logo di identificazione per il “chilometro zero o utile” e uno per la “filiera corta” per i prodotti agricoli e alimentari da poter utilizzare non solo sui prodotti o negli esercizi commerciali e nella Gdo, ma anche nei ristoranti. «Si tratta di un logo riconosciuto dal ministero, che oltre ad avvantaggiare la produzione territoriale, permette al consumatore di conoscere l’azienda agricola e i prodotti del territorio in modo più consapevole». Il marchio sarà, infatti, il garante della filiera corta, «assicurerà – ha precisato Gallinella - che la provenienza dei prodotti acquistati in un territorio non superi i 70 km dal luogo di vendita, e chi dichiarerà il falso sarà sanzionato». Il pdl, trasmesso dalla Camera al Senato il 18 ottobre, ha l’obiettivo di favorire un maggior consumo di prodotti tipici del territorio al fine di assicurare un reddito più elevato ai produttori locali.
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Per rafforzare la filiera e combattere l’Italian sounding Gallinella ha poi affermato che bisogna custodire il Made in Italy, «superando i campanilismi e portando l’agricoltura la centro del tavolo politico» e che il prodotto italiano all’estero si difende «aumentando la quantità produttiva per soddisfare la richiesta, sensibilizzando l’opinione pubblica attraverso campagne di informazione e puntando sulla tracciabilità di filiera».