Psr, disimpegno evitato per tutte le Regioni a rischio tranne una

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Il 31 dicembre 2019 è scattato il secondo disimpegno automatico n+3. Sicilia, Basilicata, Abruzzo, Campania, Marche e Liguria hanno evitato il disimpegno in zona Cesarini, la Puglia perderà 228 milioni

La Regione Puglia ha subito un rilevante disimpegno dello stanziamento delle risorse del Psr, pari a 86 milioni di euro di risorse Feasr (Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale) e di 142 milioni di euro di risorse pubbliche. Alla scadenza del 31 dicembre 2019 (secondo disimpegno automatico n+3), non è stata solo la Puglia a soffrire.

Articolo pubblicato sulla rubrica “La Pac sotto la lente” di Terra e Vita

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Sicilia, Basilicata, Abruzzo, Campania, Marche e Liguria hanno evitato il disimpegno in zona Cesarini. Queste Regioni sono riuscite a evitare la perdita di risorse, invece il dato pugliese è clamorosamente scandaloso per indolenza e incapacità politica e amministrativa.

In generale l’attuazione dei Psr in Italia procede a rilento nella maggior parte delle Regioni. I pagamenti hanno raggiunto appena il 43,2% dello stanziamento 2014-2020.

Consulta la tabella con tutti i dati al 31 dicembre 2019

L’avanzamento della spesa dei Psr è molto diversificata a livello regionale con notevolissime differenze. I 23 Psr italiani viaggiano a due velocità tra l’eccellenza e il costante rischio di “disimpegno automatico” degli stanziamenti.

Disimpegno, la regola “N+3”

Il disimpegno automatico scatta al 31 dicembre di ogni anno: le somme stanziate per i Psr devono essere spese entro il 31 dicembre del terzo anno successivo all’anno dell’impegno di bilancio (cosidetta regola “N+3”, ai sensi dell’Art. 38 del Reg. 1306/2013).

Il 2018 è stato il primo anno in cui è scattato il disimpegno automatico; gli stanziamenti del 2015 dovevano essere erogati entro il 31 dicembre 2018.

Tutte le Regioni italiane hanno superato indenni il disimpegno automatico al 31 dicembre 2018, seppure alcune Regioni ci sono riuscite all’ultimo momento.

Il 2019 è il secondo anno in cui è scattato il disimpegno automatico; gli stanziamenti del 2016 devono essere erogati entro il 31 dicembre 2019.

La situazione è drammatica per la Regione Puglia, dove l’avanzamento della spesa è al 28,9% e, al 31 dicembre 2019, ha perso 142 milioni di euro di risorse pubbliche per effetto del disimpegno; ciò significa che la Regione Puglia in un anno ha perso più dell’intero Psr dell’Abruzzo.

Spesa a rilento in tutta l’Italia

L’attuazione e i pagamenti della politica di sviluppo rurale in Italia procedono a rilento in tutta l’Italia, con differenze notevolissime tra le varie Regioni.

Dopo cinque anni all’avvio dei Psr, la spesa pubblica effettivamente cumulata di tutti i Psr dal 1/01/2015 al 31/12/2019 è stata di 9,046 miliardi di euro, a fronte di uno stanziamento complessivo settennale di 20,874 miliardi di euro (tab. 1).

Al 31 dicembre 2019, la spesa ha raggiunto solamente il 43,2% dello stanziamento 2014-2020. Le Regioni stanno lavorando alla prossima programmazione 2021-2027, ma devono ancora spendere quasi il 60% delle risorse 2014-2020.

Le Regioni virtuose

L’avanzamento della spesa evidenzia quattro Regioni che hanno superato il 50% della spesa programmata: la provincia autonoma di Bolzano (64,7%), il Veneto (56,9%), la provincia autonoma di Trento (51,6%) e la Calabria (50,3%).Altre Regioni hanno superato il 45% della spesa: Emilia Romagna, Molise, Piemonte, Sardegna e Valle d’Aosta.

Dei 23 Psr italiani, tutti hanno raggiunto l’obiettivo di spesa al 31 dicembre 2019 (tab. 1), eccetto la Puglia.

Ma non bisogna guardare solo l’efficienza della spesa, occorre analizzare anche l’efficacia della spesa.

Ci sono Regioni che hanno mirato prevalentemente alle “misure a superficie” dove la spesa è più facile, mentre alcune Regioni hanno investito più opportunamente negli interventi strutturali.

Ad esempio l’Emilia-Romagna ha messo a bando il 98% delle risorse del Piano di sviluppo rurale, ne ha assegnate l’85% ai beneficiari e le misure a superficie incidono meno di altre Regioni.

Migliorare la gestione è un imperativo

La gestione dei Psr va affrontata con determinazione e lungimiranza perché la situazione è molto critica: gli agricoltori lamentano un aggravio burocratico insostenibile; le Amministrazioni regionali e nazionali soffrono di complessità procedurali, sistemi informatici inefficienti, frequenti ricorsi da parte dei beneficiari che bloccano le graduatorie.

Eppure ci sono Regioni in cui la gestione dei Psr è virtuosa.

All’opposto l’incapacità amministrativa di molte Regioni è un vero ostacolo per l’agricoltura italiana e per i territori rurali. Se le Regioni non riescono a spendere i soldi con la regola “N+3”, significa che non c’è futuro per nessuna politica agricola nazionale e regionale.

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Il Governatore della Regione Puglia e assessore all'Agricoltura Michele Emiliano

Disimpegno, a Bari sperano in una deroga

La Regione Puglia spera in una “deroga all’impegno di spesa” che avrebbe a questo punto il solo effetto di evitare il disimpegno automatico.

Il 17 dicembre 2019, nel corso di un incontro annuale di riesame 2019 che si è tenuto a Bruxelles, l’Ente ha illustrato lo stato di avanzamento del Psr che vede bandite quasi tutte le misure con uno stanziamento pari al 97% della dotazione complessiva che ammonta ad 1,6 miliardi di euro.

Tutti i bandi attivati hanno avuto un riscontro eccezionale da parte del territorio con oltre 44.000 domande di sostegno per un valore di investimenti superiore a 5 miliardi di euro.

Il mancato raggiungimento dell’obiettivo è conseguenza, essenzialmente, del notevole contenzioso in sede di tribunali amministrativi che ha spinto l’amministrazione regionale ad un approccio prudente che ha però avuto ricadute inevitabili sull’avanzamento della spesa.

Per effetto delle sentenze cautelari, la Regione Puglia ha bloccato 280 milioni di euro di risorse (riferibili alle più importanti misure ad investimento), risorse da svincolare ad esito delle pronunce definitive della giustizia amministrativa.

Nonostante le difficoltà causate dall’enorme contenzioso e da bandi eccessivamente complicati, la Regione Puglia intende recuperare il tempo perso.

Al termine dell’incontro del 17 dicembre 2019, la Regione Puglia ha annunciato la richiesta di deroga dal disimpegno, che è prevista dalla normativa comunitaria (art. 87, Reg. 1303/2013 “Eccezioni al disimpegno”). Si tratta comunque di una procedura non semplice e con esiti totalmente incerti.

Comunque, il ricorso a queste soluzioni eccezionali non risolve il problema di una fallimentare gestione politica e amministrativa, che ha privato e continua a privare gli agricoltori pugliesi di importanti risorse per lo sviluppo.

Psr, disimpegno evitato per tutte le Regioni a rischio tranne una - Ultima modifica: 2020-01-08T12:28:47+01:00 da K4

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