Psr Puglia, il Tar di Bari annulla la graduatoria dell’Operazione 4.1.a

Il Tar di Bari, con la sentenza n. 659 pubblicata ieri 12 maggio, accogliendo il ricorso di alcune imprese agricole, ha annullato la graduatoria emanata ad aprile 2019 dei progetti candidati al finanziamento con l’Operazione 4.1.a
La sentenza impone la rideterminazione della relativa graduatoria. Il Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia si impegna ad attuarla e chiarisce che non ci sarà alcuna conseguenza per gli agricoltori già ammessi a finanziamento

Il Tar di Bari, con la sentenza (SENTENZA PSR 4.1.a) n. 659 pubblicata ieri 12 maggio, accogliendo il ricorso di alcune imprese agricole, ha annullato la graduatoria emanata ad aprile 2019 dei progetti candidati al finanziamento con l’Operazione 4.1.a del Psr Puglia 2014-2020, che, come è noto, prevede il sostegno finanziario per investimenti materiali e immateriali finalizzati a migliorare la redditività, la competitività e la sostenibilità delle aziende agricole.

Secondo i giudici amministrativi, la graduatoria va rifatta per superare le inesattezze commesse dagli uffici della Regione Puglia nel ricalcolo disposto dopo l’accoglimento dei precedenti ricorsi cautelari.

Dal Dipartimento Agricoltura chiarimenti e rassicurazioni

Gianluca Nardone, direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia.

Sulla sentenza il direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia Gianluca Nardone e l’Autorità di gestione del Psr 2014-2020 Rosa Fiore hanno emesso una dichiarazione congiunta che, oltre a offrire alcuni chiarimenti sulla questione, intende rassicurare gli agricoltori già ammessi a finanziamento.

«È importante ricordare – dicono – che la graduatoria annullata era stata determinata dalla Regione, in sostituzione della precedente del novembre 2017, sulla base di verifiche operate in attuazione di quanto disposto dalle ordinanze del settembre 2018 emanate dello stesso Tar di Bari nell’ambito di un precedente ricorso».

«La graduatoria annullata, tra l’altro, era stata “legittimata” dallo stesso Tar con una successiva sentenza sulla parallela Sottomisura 6.1. La sentenza odierna impone alla Regione Puglia la verifica del dato dichiarato dalle imprese relativo all’incremento di reddito (oggetto del ricorso) per tutti i 3.212 progetti presentati, diversamente da quanto indicato dalle citate ordinanze del 2018 che limitavano l’accertamento a soli 764 progetti, con conseguente rideterminazione della graduatoria. È opportuno chiarire che la sentenza non avrà conseguenze per coloro a cui sono stati già concessi i finanziamenti. La Regione pienamente consapevole della importanza di sostenere le imprese agricole pugliesi, ancora più in questa delicatissima fase della vita economica e sociale del mondo intero, e della assoluta necessità di superare l’empasse su questo fondamentale strumento di finanziamento, darà immediata attuazione alla sentenza del Tar».

 

La Regione sta valutando se appellare la sentenza al Consiglio di Stato

«L’Autorità di gestione del Psr – prosegue il comunicato congiunto di Nardone e Fiore – sta già provvedendo a una riorganizzazione delle risorse umane disponibili per poter far fronte a questo ulteriore impegno con la massima celerità. Al contempo, però, si sta valutando, senza alcun pregiudizio per gli agricoltori già ammessi a finanziamento e prossimi alla ammissione, di appellare la sentenza al Consiglio di Stato, per ottenere una pronuncia definitiva».

 

Le dichiarazioni dell’ex assessore all’Agricoltura di Gioia

Leonardo di Gioia, consigliere regionale, nonché ex assessore all’Agricoltura della Regione Puglia.

Sulla sentenza è intervenuto il consigliere regionale, nonché ex assessore all’Agricoltura, Leonardo di Gioia, evidenziando che l’annullamento da parte del Tar della graduatoria dell’Operazione 4.1.a del Psr, «era una ipotesi che poteva verificarsi alla luce di un contenzioso infinito ma che trova oggi la Regione impreparata, sbaragliata ed inerme. Una Regione senza alcun piano alternativo e senza alcuna speranza che ha seguito una interpretazione delle ordinanze del Tar volta a economizzare il numero di istruttorie da effettuare».

«È una sentenza che assorbe anche i vizi che avevo denunciato in Consiglio regionale, su cui aspetto sempre una parola di chiarezza dagli organi dirigenziali preposti, su modifiche postume al bando chiuso e che porta all’anno zero l’intera strategia del Psr. Emiliano chieda scusa, anche a me, facendo mea culpa per aver dato copertura politica a decisioni scellerate, in particolare quella di aver annullato un nuovo e funzionante bando per gli investimenti che oggi poteva dare piena operatività agli agricoltori e consentire la piena riallocazione delle risorse liberatesi a seguito della sentenza. Emiliano chieda scusa per avermi costretto alle dimissioni pur di non avallare queste scelte e per aver preferito parlare con alcuni rappresentanti di associazioni che evidentemente tenevano più alle proprie pratiche di studio che alla tenuta del sistema nel suo complesso».

Per di Gioia «ci troviamo quindi, a seguito di decisioni sbagliate, senza un piano B e nella condizione di avere centinaia di aziende che hanno eseguito investimenti milionari che oggi vedono messe nel nulla le concessioni che frettolosamente la Regione aveva tentato di approvare. Concessioni che servivano per scongiurare il definanziamento ma che saranno la base di una azione collettiva per risarcimento danni. Milioni di investimenti che non hanno oggi copertura giuridica e quindi fonte di sicure cause contro la Regione che dovrà spiegare scelte inopinate e discutibili».

Il nuovo bando, per di Gioia, «era l’unica soluzione in previsione delle decisioni del Tar e del Consiglio di Stato, così come l’autotutela per l’annullamento degli atti viziati da palese illegittimità era la via per diminuire il tasso di litigiosità amministrativa. Bisognava dare seguito alla emanazione di provvedimenti nuovi in tema di primo insediamento per evitare quello che a cascata sarà inevitabile. Ha prevalso invece la smania di chi voleva dimostrare di essere il “salvatore della patria” a dispetto di buon senso e buona amministrazione. Un danno irreparabile che avevo tentato di evitare alla Puglia, anche assumendo posizioni politiche scomode e contro un sistema forte, coeso e motivato di portatori di interesse spesso animati da interessi personali».

 

Nardone e Fiore replicano a di Gioia

Il Palazzo dell'Agricoltura della Regione Puglia.

Alle dichiarazioni del consigliere regionale di Gioia, Nardone e Fiore hanno replicato con una successiva nota congiunta.

«Siamo costretti, nostro malgrado, a replicare al consigliere di Gioia per evitare che un nostro silenzio sia valutato come una conferma delle sue considerazioni. Non abbiamo potuto tacere perché avvertivamo l’esigenza di offrire risposte concrete a tutti coloro che chiedevano di sapere quali fossero le implicazioni di una sentenza attesa con ansia dall’intero mondo agricolo. Sulla base dei dati a nostra disposizione, delle analisi di sensitività condotte, delle risorse disponibili ora e nel prossimo futuro abbiamo offerto una valutazione che riteniamo realisticamente possa realizzarsi senza dover ricorrere a debiti fuori bilancio o altre spiacevoli soluzioni. Nei prossimi giorni cercheremo di essere più precisi anche riguardo ai tempi previsti per portare a termine le richieste poste dal Tar. Spiace - concludono - che il consigliere di Gioia, con cui abbiamo fatto insieme un cammino importante, possa pensare di noi quello che scrive».

Psr Puglia, il Tar di Bari annulla la graduatoria dell’Operazione 4.1.a - Ultima modifica: 2020-05-13T00:02:24+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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