Fornire al consumatore un prodotto di migliore qualità e garantire insieme a ciò anche una remunerazione equa e trasparente ai diversi soggetti della filiera emiliano-romagnola: questi sono gli obiettivi che hanno portato l’Op Assopa, le imprese dei commercianti rappresentate da Fruttimprese e Ascom e le cooperative Apofruit Italia, Cesac, Cico e Patfrut a stipulare il Contratto quadro per le patate da consumo fresco per le campagne di raccolta 2017, 2018 e 2019.
Il nuovo Contratto quadro è stato accolto con una certa soddisfazione da Assopa, sebbene non tutte le richieste dei produttori di patate siano state accolte, tanto che il Presidente di Assopa Michele Filippini afferma: «Associamo più di 700 imprese agricole, con le quali stiamo sperimentando sistemi di innovazione tecnologica ed agronomica di grande rilievo che, anche grazie al Contratto quadro, potranno trovare più appropriati e stabili ambiti di applicazione e sviluppo».
I risultati ottenuti
Di fatto con questo accordo verrà esteso a tutta la produzione il disciplinare di Produzione integrata dell’Emilia-Romagna, tanto che con soddisfazione Simona Caselli, assessore all’agricoltura proprio dell’Emilia-Romagna ha potuto affermare: «la qualità è unica possibilità per tutelare e difendere i redditi dei produttori di patate. L’accordo, inoltre, migliora il percorso per la determinazione del prezzo e introduce una tutela per i produttori in caso di campagne caratterizzate da andamenti di mercato particolarmente negativi».
Proprio a livello di prezzi grazie a questo nuovo accordo si assisterà all’innalzamento della percentuale di pagamento rispetto al prezzo del conto deposito. Inoltre entro il 31 gennaio successivo alle consegne dovrà essere pagato un ulteriore acconto del 5%; tutto ciò avverrà in assenza di crisi di mercato conclamate.
Saranno poi le Op a sottoscrivere per conto dei produttori i contratti con i commercianti. Per questa procedura si utilizzerà un modello contrattuale standard. In questo modo sarà possibile scegliere la modalità di cessione e pagamento, che potrà essere di vendita a prezzo fisso garantito (al massimo il 30% della produzione), vendita con prezzo definito o conferimento in conto deposito con prezzo da determinare.
Vi è infine un impegno preso tra le parti per definire un prezzo minimo per le tre campagne, da applicare in caso di forti squilibri di mercato in grado di provocare una cessione del prodotto in conto deposito al di sotto dei costi di produzione.
«L’auspicio - sostiene Giulio Romagnoli di Fruttimprese - è anche quello che le produzioni oggetto di tale Accordo, unico in Italia, possano finalmente vedere riconosciuto in ogni fase commerciale il loro reale valore rispetto a produzioni indifferenziate o prive delle medesime garanzie».