L'Ente Nazionale Risi ha interpellato l'Ufficio europeo per la lotta Antifrode sul problema del contrabbando di riso vietnamita.
Secondo due articoli apparsi su internet il Ministero del Commercio Cambogiano e la Federazione del riso cambogiano (CRF) sospettano un contrabbando di riso vietnamita, che potrebbe estendersi alle eventuali e ben più gravi triangolazioni che permetterebbero al riso non cambogiano di essere esportato in Europa in esenzione di dazio.
I cambogiani sono preoccupati perché l'intero mercato dell’export cambogiano potrebbe essere distrutto dal contrabbando di riso. Gli europei, per contro, debbono preoccuparsi di limitare le concessioni accordate alla Cambogia - in quanto Paese Meno Avanzato - al solo riso proveniente da quel paese.
Secondo le informazioni raccolte dall'Ente Nazionale Risi, nel 2017 le esportazioni cambogiane sono aumentate del 17,3% rispetto all'anno precedente, attestandosi a circa 700mila tonnellate, ma la Cambogia è ancora lontana dai livelli raggiunti da Vietnam e Thailandia che, nello stesso anno, hanno esportato rispettivamente 6 e 11 milioni: il contrabbando di riso lavorato dal Vietnam, destinato alla riesportazione verso i Paesi Terzi, vanifica dunque gli sforzi dei cambogiani per conformarsi alle norme di origine, con il rischio di perdere il mercato di esportazione.
Nella lettera all'Ufficio europeo, il Presidente dell'Ente Paolo Carrà ricorda soprattutto che le violazioni acuiscono il problema delle importazioni agevolate dai Paesi Meno Avanzati che hanno provocato un forte ribasso dei prezzi del prodotto europeo, inducendo il Governo italiano a chiedere l'adozione della clausola di salvaguardia.
Perciò, Carrà chiede una «urgente verifica» ed «idonei provvedimenti».