«La sentenza con la quale il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Lidl contro la multa comminata dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato per pubblicità ingannevole, è un assist sconsiderato agli operatori fraudolenti, un altro schiaffo al mondo olivicolo italiano, alla qualità della sua produzione e alla salute dei consumatori» è la dura presa di posizione dei presidenti del Consorzio nazionale degli olivicoltori-Cno Gennaro Sicolo, del Consorzio nazionale dei produttori olivicoli Unasco Luigi Canino e di Unapol, Tommaso Loiodice.
I tre presidenti ricordano che si trattava «di olio venduto e promosso da un’azienda multinazionale della grande distribuzione come olio extravergine di oliva che invece aveva le caratteristiche di vergine». «Con questa sentenza rischia di passare il concetto che gli adempimenti formali prevalgano sulla effettiva genuinità del prodotto e che alterazioni e sofisticazioni, o la pubblicità ingannevole, non siano oggetto di tutela da parte delle istituzioni, capaci solo di verificare gli aspetti procedurali, disconoscendo di fatto gli elementi cardine della relazione tra produttore, distributore e consumatore: la lealtà, la veridicità, la corrispondenza tra il bene reclamizzato e quello effettivamente acquistato. Si rischia di premiare chi può mettere in conto di pagare una multa irrisoria, specie per una grande azienda, vendendo un prodotto che non corrisponde a quello dichiarato in etichetta a discapito di chi lavora quotidianamente per difendere la qualità dei prodotti e onorare la relazione con i consumatori» concludono i tre presidenti.