Lo sviluppo della rete infrastrutturale, sia materiale che immateriale, è fondamentale per la competitività interna ed estera delle imprese agricole: senza infrastrutture non c'è sviluppo economico. Specialmente in un mercato, come quello agroalimentare, in cui i consumi interni sono in flessione strutturale ed emerge la necessità per le imprese di individuare nuovi mercati di sbocco all’estero. Questo il monito lanciato durante la seconda edizione dell’Action Tank “Grow!” il forum promosso dal coordinamento di Agrinsieme (che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza Cooperative agroalimentari).
«L’Italia è all’11esimo posto nell’Unione Europea per presenza di infrastrutture fisiche, e il gap rispetto ad altri paesi competitor aumenta notevolmente nelle reti rurali». Ad affermarlo Franco Verrascina, coordinatore di Agrinsieme, e presidente della Copagri, in apertura dei lavori. Verrascina ha poi sottolineato che il trasporto su gomma, il più utilizzato in Italia, e i costi dell’energia, sono di sopra delle medie europee e penalizzano le nostre aziende «Togliendoci competitività sui mercati internazionali».
Il costo dell’energia in Italia mette a segno un +10% rispetto alla media Ue e il trasporto su strada con quasi 120 miliardi di tonnellate-kilometro movimentate su gomma nel 2017, pari al 86% del totale, ha un’incidenza superiore alla media Ue che si attesta al 76%.
Secondo il coordinatore di Agrinsieme è necessario mettere in atto un’ottimizzazione della rete infrastrutturale, sia materiale che immateriale, dei servizi logistici e dell’accesso alla tecnologia, che si traduce: «In mercati domestici più efficienti e in una migliore trasmissione del prezzo, nonché in una maggiore competitività sui mercati esteri».
Superare il gap digitale
Penalizzante in chiave competitività anche il gap digitale dovuto alla carenza di infrastrutture fisiche: solo il 4,4% degli italiani ha una connessione a 100 Mbps (24% in Ue) e solo il 41,7% a 30 Mbps (76% in Ue). Le famiglie che accedono ad internet - e alle opportunità connesse - sono l’81%, contro un’incidenza media europea dell’87%. Inoltre l’accesso alla tecnologia nel nostro Paese cambia tra Nord e Sud e nelle aree più interne, in cui solo al 77% delle famiglie è garantito l’accesso a Internet (contro l’82% medio in Ue).
Questi dati, relativi allo studio realizzato da Nomisma “Il sistema infrastrutturale a servizio dell’agricoltura italiana” e presentato da Denis Pantini, responsabile area agricoltura e industria alimentare di Nomisma, fotografano un Paese in serio ritardo rispetto ai competitor europei. In riferimento alla velocità della connessione fornita l’Italia si posiziona, infatti, al terzultimo posto nell’Unione Europea.
Al palo le vendite on-line
Il gap digitale si ripercuote anche sulle performance delle imprese agroalimentari nelle nuove modalità di vendita (on-line): solo un’impresa su 10 realizza almeno l’1% del proprio fatturato mediante vendite on-line, mentre l’incidenza arriva all’1,7% in media in Ue. «Nonostante una forte crescita (+220% in 5 anni, raggiungendo i 708 milioni di euro nel 2017) in Italia l’e-commerce Food&Beverage risulta ancora limitato (0,5%) rispetto al totale vendite retail di comparto, con un netto ritardo rispetto al mercato cinese (26 miliardi di euro nel 2017, pari al 4% del valore vendite retail F&B)», spiega Pantini.
Le scarse performance della logistica commerciale
Altro fattore determinante per la competitività, analizzato nello studio, è rappresentato dalla performance della logistica commerciale a supporto delle imprese: nel benchmarking globale offerto dal Logistics Performance Index della Banca Mondiale, la logistica italiana si posiziona al 19° posto (nel 2016 era al 21°), evidenziando lacune rispetto ai top competitor soprattutto sull’efficienza del processo di espletamento delle formalità da parte delle agenzie di controllo delle frontiere, comprese le dogane (-0,62 punti rispetto al top rank Germania), ma anche nelle infrastrutture la valutazione è inferiore (-0,52 punti rispetto alla Germania).
Cia, Alleanza Cooperative Alimentari, Confagricoltura
Per il presidente della Cia, Dino Scanavino, bisogna costruire un progetto condiviso per «Mettere a sistema e interconnettere le infrastrutture italiane, a servizio non solo dell’agricoltura ma di tutto il Paese. Le infrastrutture sono importanti anche nella viabilità secondaria. I treni merci sono incompatibili con le linee ad Alta velocità, l’agroalimentare deve arrivare quando serve. Inoltre, dobbiamo migliorare il ruolo dei retro porti».
Il presidente di Alleanza Cooperative Alimentari, Giorgio Mercuri, ha incalzato sulla necessità di realizzare terminal dedicati al trasporto merci negli aeroporti italiani: «Non siamo ancora strutturati per arrivare con i nostri prodotti nei nuovi Paesi, dobbiamo fare presto».
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha sottolineato che «Serve un piano strategico nazionale per il digitale, che oggi, per quanto concerne l’agricoltura, riguarda solo l’1% della superficie nazionale. Serve un sistema di reti adeguato. Il digitale non è il fine ma il mezzo per il vantaggio competitivo del settore agroalimentare».
A conclusione dei lavori, il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli ha affermato: «Non siamo contro le grandi opere ma contro i grandi sprechi. Dobbiamo investire nelle grandi opere senza spreco ma soprattutto nelle micro opere diffuse sul tutto il territorio, anche nelle aree più interne, per permettere agli imprenditori di svolgere la loro attività. Ad oggi ci sono ancora comuni totalmente isolati in cui è impossibile fare impresa. C’è tanto da fare, nella manovra abbiamo previsto 15mld di euro per incrementare e ottimizzare le infrastrutture. Vogliamo fare una politica economica programmatica e non emergenziale».