Una guerra dei cieli che rischia di fare molti danni anche alla terra, o meglio ai prodotti che milioni di agricoltori europei e italiani da essa ricavano con il loro lavoro. Gli Usa minacciano si imporre nuovi dazi ai prodotti del Vecchio continente come ritorsione per i sussidi dell'Ue ad Airbus che, secondo il presidente Trump, danneggerebbero la Boeing. Nella lista nera di merci in arrivo dall'Europa da tassare stilata dall'inquilino della Casa Bianca, oltre a elicotteri e aerei e loro componenti (fusoliere, carrelli d'atterraggio) provenienti da Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, ci sono anche il Pecorino e altri formaggi come Emmental, cheddar, yogurt e burro. E poi vini frizzanti e non, agrumi, olio d'oliva e marmellate. Il valore dei nuovi balzelli si aggirerebbe sugli 11 miliardi, anche se prima di attivare queste misure, gli Stati Uniti attenderanno che il Wto stimi con esattezza il valore di quelle che vengono definite contromisure rispetto ai sussidi europei ad Airbus. La decisione dovrebbe arrivare entro l'estate. Un tema che, insieme a quello degli aiuti dati, secondo l'Ue, dagli Usa alla Boeing, è da 14 anni al centro di un forte contenzioso tra Bruxelles e Washington.
Usa, un mercato da oltre 4 miliardi per il nostro agroalimentare
Non è detto che Trump mantenga la "promessa" di imporre i dazi alle merci europee in entrata negli Stati Uniti, ma se lo facesse sarebbe un bel guaio per l'agricoltura e in generale per tutta la filiera agroalimentare italiana. Infatti, il mercato statunitense rappresenta circa il 10% delle esportazioni agroalimentari del nostro paese, per un valore di circa 4,2 miliardi nel 2018. Solo per il settore vino l'export Oltreoceano vale 1,5 miliardi, con un aumento del 4% nel 2018. In pericolo anche altri prodotti simbolo dell'agroalimentare nazionale a partire dall'olio di oliva (436 milioni di export verso Washington lo scorso anno) e i formaggi (273 milioni).
Centinaio: «Mettere dazi è stupido, cercheremo altri mercati»
«Mettere i dazi non serve a niente, perché dazio chiama dazio - ha commentato il ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio - se Trump mette i dazi sull'Italia, noi li metteremo sugli Stati Uniti e di nuovo Trump li metterà su vari prodotti. Così ci saranno problemi per tutti coloro che importano ed esportano. È stupido mettere i dazi, non ha senso - ha ribadito Centinaio - non si tutela l'economia e si fa uno sgarro all'Italia che non è fatta di stupidi, di conseguenza, se qualcuno mette i dazi sui nostri prodotti vorrà dire che andremo a cercare altri mercati, poi però non si lamentino».
Formaggi, l'allarme di Assolatte: Italia primo esportatore negli Usa
«Sarebbe un durissimo colpo sui nostri formaggi l'introduzione di dazi Usa, un mercato che vale 270 milioni di euro, con effetti difficilmente prevedibili ma anche destabilizzanti per il mercato interno - afferma il presidente di Assolatte Giuseppe Ambrosi - a subire le maggiori conseguenza sarebbero soprattutto i prodotti di qualità ed elevato valore aggiunto e quindi i formaggi italiani, perché i dazi sono definiti in percentuale sul valore unitario; rischiamo di diventare meno competitivi con conseguente drastica riduzione del flusso di export».
Assolatte ricorda che, nonostante la brusca frenata del 2018 da ricondurre soprattutto al calo dell'export di pecorino (-40%), l'Italia è il primo paese del mondo per export caseario verso gli Usa, quarta destinazione delle esportazioni casearie tricolori. «Le nostre imprese esportano in Usa più di 30mila tonnellate di formaggi, circa un terzo dell'export nazionale extra Ue - ricorda Ambrosi - per alcuni formaggi, inoltre, questa destinazione rappresenta un mercato fondamentale. È il caso del Pecorino Romano che trova negli Usa il suo primo sbocco, con due terzi dell'export, mentre per Grana padano e Parmigiano Reggiano sono il secondo paese per importanza, dopo la Germania.
Coldiretti: «Agrifood made in Italy in pericolo»
«Gli Usa si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna - ricorda il presidente di Coldiretti Ettore Prandini - da sottolineare il continuo incremento delle esportazioni di spumanti italiani che, trainate dal Prosecco, nel 2018 sono ammontate a un valore di 333 milioni con un balzo del 13%.
L'Italia, precisa la Coldiretti, è il primo paese fornitore di vino e spumante con oltre un terzo del mercato complessivo in valore davanti alla Francia (28%). In pericolo - continua la Coldiretti - ci sono anche però altri prodotti simbolo dell'agroalimentare nazionale».
Confagricoltura: «Avviare trattativa per scongiurare dazi»
«Chiediamo al nostro governo e alla Commissione Ue l'avvio in tempi rapidi di una trattativa con gli Usa per evitare una guerra commerciale che avrebbe conseguenze devastanti per il settore agroalimentare italiano, visto che le esportazioni superano i 4 miliardi di euro - afferma il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti non c'è un pericolo immediato in quanto la pronuncia del Wto si avrà entro l'estate - precisa Giansanti - tuttavia i rischi sono elevati, in quanto gli Usa hanno fatto ricorso alla procedura già utilizzata per applicare i dazi aggiuntivi sulle importazioni dalla Cina».
Cia: «Preoccupati per agroalimentare italiano»
C’è molta preoccupazione rispetto alla questione dei dazi Usa - sottolinea Cia - l’agroalimentare è un settore particolarmente sensibile alle guerre commerciali e, in particolare nell’ultimo periodo, risulta esposto a tensioni e incertezze, come il caso della Brexit, che rischiano di comprometterne i traguardi raggiunti negli anni. Bisogna, quindi, evitare di arrivare allo scontro e aprire un negoziato con gli Usa - evidenzia Cia - è necessario lavorare per vie diplomatiche, scongiurando allarmismi, per non rischiare di mettere in pericolo un patrimonio consolidato».