«Lo zucchero 100% italiano è una realtà. Che è riuscita a resistere e a essere ancora ben viva grazie ai sacrifici immani dei bieticoltori e alla volontà di continuare a crederci dell'unica cooperativa ancora sul mercato italiano nel comparto bieticolo-saccarifero».
Con queste parole Claudio Gallerani, presidente di Coprob, ha iniziato oggi il confronto con il mondo della politica, nella fattispecie alcuni candidati alle prossime elezioni europee (Paolo De Castro - PD -, Elisabetta Gardini - FdI -, Marco Zullo - M5S -, Alessandra Basso - Lega - e Alfredo Posteraro - FI). Chiamati a dare risposte a un settore che sta combattendo con un calo del prezzo dello zucchero vicino al 40%, con il surplus delle produzioni di Francia e Germania (3,5 milioni di t di eccedenze) e con un mercato mondiale in subbuglio e in piena deregulation.
«Condizioni che - continua Gallerani (nella foto) - hanno fatto male sia agli agricoltori che all'industria saccarifera, entrambi reduci da un 2018 molto complesso, con conti sensibilmente in rosso. Ciò nonostante, ed è quello che ci riempie d'orgoglio, i nostri soci, i bieticoltori, non hanno mollato e nel 2019 hanno seminato 30.500 ettari di barbabietole. Un attaccamento davvero da rimarcare».
L'esordio del bio e il ritorno delle autunnali
Il 2019, ancora difficile ma con fondamentali leggermente migliori del 2018, sarà un anno di grande importanza per bieticoltori e Coprob. «Detto che almeno a oggi le bietole sono bellissime, ma i mesi chiave saranno i prossimi, va sottolineato che il 2019 sarà il primo anno della coltivazione e lavorazione della bietola biologica, 1.300 ettari di 'grandi speranze'. Poi è l'anno di un grande ritorno, quello delle bietole autunnali: 120 ettari riscoperti grazie (o a causa) ai cambiamenti climatici sempre più invasivi. Inoltre sarà il primo anno della tecnologia Smart Conviso che, nel segno della sostenibilità, potrebbe davvero cambiare lo scenario di riferimento del diserbo della bietola».
Aiuti accoppiati e condizioni eque
«Insomma - continua Gallerani - abbiamo voglia di innovare, di investire e di crederci, ma chiediamo alla politica un impegno serio per la stabilizzazione del settore. In Europa - rivolgendosi ai candidati, ndr - servono condizioni eque per i Paesi membri, nessuna manovra a sostegno delle aree del Nord, già avvantaggiate dalle condizioni climatiche, e il mantenimento della possibilità di concedere aiuti accoppiati, per noi strategici. In Italia occorre predisporre al più presto un vero piano di settore, tanto invocato ma mai formalizzato. Un piano che preveda appunto aiuti accoppiati dal 2020 al 2022, la valorizzazione dello zucchero 100% italiano nella grande distribuzione e un percorso triennale di programmazione delle semine, con l'obiettivo di coltivare 32mila ettari a barbabietole convenzionali e 3.000 ettari di barbabietole bio».
Per sperare di non avere di fronte le solite promesse elettorali, Gallerani dà già appuntamento a fine 2019: «Ci vediamo fra sei mesi per vedere che si è impegnato concretamente per dare un futuro alla bieticoltura italiana»
Nel nostro Paese avevamo 665.000 ettari coltivati a bietole da zucchero; dove sono finiti? perchè non si riparte? Anche per far lavorare i 29 Zuccherifici che abbiamo in Italia?