Vale ben 7,7 miliardi di euro il comparto agricolo veneto nel 2022 ovvero il 18,4% in più rispetto al 2021. Questo il dato presentato durante la tavola rotonda organizzata da Veneto Agricoltura in occasione della prima giornata di “Fieragricola Tech”, a cui hanno partecipato Alessandra Liviero, responsabile dell’Osservatorio Economico Agroalimentare di Veneto Agricoltura, l’assessore regionale all’Agricoltura, Federico Caner e il direttore dell’Agenzia regionale, Nicola Dell’Acqua.
Numeri che sembrano affermare, nonostante la crisi dovuta alla guerra in Ucraina e la persistente siccità che ha interessato il Veneto durante tutto l’anno, che l’agricoltura della Regione ha tenuto livelli alti di produzione. Ma non è tutto oro quello che luccica. Per la prima volta dopo tre anni la bilancia commerciale ha avuto un saldo negativo di 687 milioni di euro e le importazioni sono aumentate del doppio rispetto alle esportazioni. Si parla qui soprattutto di asset energetici, di fitofarmaci e concimi ma anche di mangimi per le aziende zootecniche.
Come conseguenza, i costi di produzione delle aziende sono aumentati per cui a quel +18,4% non è corrisposto, in realtà, a una loro maggiore redditività. Un dato questo che dovrebbe fare suonare il campanello d’allarme alla politica nazionale perché indice di difficoltà in una regione che pure è tra le più forti in Italia dal punto di vista agricolo.
Come leggere questa situazione? «La nostra agricoltura è fondamentalmente sana – ha detto l’assessore Federico Caner – ma ci sono alcuni settori che presentano delle criticità ovvero il settore ortofrutticolo e la zootecnia. Due settori rappresentativi per la agricoltura regionale e strategici anche a livello nazionale per i quali è necessario trovare soluzioni a livello di filiera e strategie per mantenere le aziende redditive ed evitare la loro chiusura».
Dal canto suo, Regione Veneto ha sempre supportato le imprese agricole venete e i suoi 76 mila addetti e continua a farlo: nel disegno regionale i fondi pubblici rappresentano un importante sostegno al settore primario. Nella programmazione 2023-2027 della Pac si avranno a disposizione circa 500 milioni all’anno, quota importante che andrà ad alimentare la competitività delle imprese agricole.
Innovazione e tecnologia: risposta ai cambiamenti in atto
Concretamente quali strategie vengono nominate alla tavola rotonda per poter mantenere la competitività delle aziende e affrontare le crisi in atto? Sia Veneto Agricoltura che le associazioni di settore intervenute alla tavola Rotonda – Cia, Coldiretti, Confagri e Agri del Veneto – sono d’accordo: tecnologia e innovazione. Nella innovazione e nella adozione di nuove tecnologie da parte delle aziende si possono trovare le risposte alla necessità di fare fronte alla crisi economica e alla crisi climatica che quest’anno la Regione ha toccato con mano con la già citata persistente siccità e la risalita di acqua salina lungo il Po. Si parla di agricoltura di precisione, nuovi ibridi, cis-genetica, nuovi modelli di business e nuove strategie che permetterebbero di realizzare una maggiore indipendenza energetica, raggiungere una diminuzione del fabbisogno di input e delle importazioni dall’estero di mangimi. Sulla scia di questa idea, Veneto Agricoltura ha già iniziato nelle sue aziende sperimentazioni di tecniche di coltivazioni quali la agricoltura conservativa flessibile che permetterebbe alle aziende di continuare a mantenere elevata la produzione, riducendo notevolmente gli input chimici. Ma si parla anche di costruzione di reservoir di acqua per fare fronte a futuri eventi di siccità.
In regione Veneto si è perfettamente consapevoli che “questa annata anomala” non sarà l’ultima e che occorre un nuovo modo di porsi: la competitività passa per l’innovazione, il valore nei mercati delle produzioni agricole è dato dalla capacità delle 83.000 aziende venete (il 7,3% di tutte le aziende agricole) di adottare le nuove tecnologie.
L’agricoltura veneta in numeri
- Cereali: sono aumentati gli ettari coltivati a cereali vernini: frumento tenero (96.000 ha, +1%), grano duro (19.400 ha, +34%) e orzo (21.500 ha, +20,4%). Annata “no” per i cereali a semina primaverile che hanno dovuto fare i conti con il pessimo andamento climatico estivo: per il mais da granella sono calate le superfici coltivate (143.000 ettari, -3%) e soprattutto le rese (7,1 t/ha, -29,6%). L’aumento dei prezzi (+37%) ha solo parzialmente controbilanciato la riduzione della produzione (1 milione di tonnellate, -31,7%).
- Colture industriali: il 2022 è stato caratterizzato da un incremento generalizzato dei prezzi, tuttavia l’annata è stata negativa a livello produttivo. Le superfici coltivate a soia sono aumentate (+5,3%), ma le rese sono calate decisamente (2,4 t/ha, -19%) e di conseguenza la produzione (360 mila tonnellate, -15%). In aumento gli ettari a girasole (4.200 ha, +9,4%) e in calo quelli coltivati a colza (3.600 ha, -17%). Annata negativa per la barbabietola da zucchero che ha visto ridursi le superfici (7.000 ha, -21,4%) e soprattutto le rese (46,4 t/ha, -24%). Anche il tabacco ha registrato una riduzione sia degli investimenti (3.000 ha, -27%) che della produzione (-20%).
- Orticole: gli investimenti hanno tenuto e sono stati registrati leggeri incrementi per la patata (3.500 ha, +1,4%), il radicchio (4.650 ha, +2%), la lattuga (1.100 ha, +2,6%) e la fragola (370 ha, +2%); incrementi maggiori per asparago (1.830 ha, +4%), zucchina (1.570, +10,5%), aglio (+14,5%). In calo invece le superfici coltivate a meloni (-13,6%), carote (-8,4%), fagiolini (-16,8%) e cocomeri (-12,8%).
- Frutticole: ottima annata, rese in netto rialzo rispetto al 2021: melo (+71,4%), pero (+415,6%), pesco (+669,6%), kiwi (+327,3%), ciliegio (+52,8%) e olivo (+495%).
- Vitivinicolo: in crescita la superficie vitata (95.910 ha, +2%), della quale oltre l’83% riguarda aree in zone Doc/Docg, mentre quella a Igt scende al 13,7%. Complessivamente nel 2022 nel Veneto sono stati prodotti 15 milioni di quintali di uva (+7,4%) pari a 12,6 milioni di ettolitri di vino (+7,3% rispetto al 2021). Stabile il prezzo delle uve (0,76 €/kg, +0,7%).