Regole uguali per tutti, almeno a livello europeo, no a revisioni della fiscalità agricola e a tagli sulle agevolazioni per il gasolio. La richiesta di avere subito i decreti attuativi per il rilascio della vespa samurai. Ma anche l'approvazione della legge contro il consumo di suolo (ferma dal 2012), un piano infrastrutturale per migliorare la competitività delle aziende agroalimentari italiane e favorire l'internazionalizzazione.
E poi uno dei grandi cavalli di battaglia di Coldiretti: l'indicazione dell'origine delle materie prime in etichetta. Questo l'elenco di priorità enunciato dal presidente nazionale Ettore Prandini dal palco di Bologna all'inaugurazione del Villaggio Coldiretti 2019, che quest'anno ha scelto come sede il cuore della food valley emiliana.
L'affondo sulle regole
«Ci sono troppi Paesi, non solo in giro per il mondo, ma anche all'interno dell'Unine europea che fanno concorrenza sleale - ha sottolineato Prandini - come ad esempio molti stati dell'Est: non è possibile considerare un titolo agricolo allo stesso valore in Italia e in Romania. Là ci sono regole sul lavoro molto peggiori delle nostre, non è giusto, così si altera il mercato. Altri Paesi fanno un uso di fitofarmaci molto più massiccio dell'Italia - ha continuato il numero uno dei coltivatori diretti - e poi piazzano i loro prodotti sui nostri mercati a prezzi molto più bassi di quelli italiani».
La piazza, gremita, ha applaudito convinta quando Prandini ha ricordato la vicenda Parmalat-Lactalis, sottolineando gli sforzi fatti dagli allevatori per salvare l'azienda di Collecchio, poi non riconosciuti dalla multinazionale francese. «Un esempio virtuoso è invece quello di Granarolo - ha sottolineato Prandini - perché la qualità va riconosciuta».
E ancora: «L'Ue non attua politiche coerenti - ha attaccato Prandini - come si fa ad andare alla conferenza Onu sul clima e poi sottoscrivere accordi commerciali di libero scambio con Paesi che non rispettano gli accordi sul clima Canada, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e Brasile».
L'agricoltura italiana è la più sostenibile
Altro tema "caldo" toccato dal presidente di Coldiretti proprio nel giorno in cui i Fridays for future sono arrivati anche in Italia, è quello della sostenibilità delle attività agricole. A partire dall'acqua.
«L'agricoltura italiana è la più sostenibile del continente, emette il 50% in meno di gas serra rispetto agli altri Paesi dell'Unione - ha ribadito Prandini - e poi non è vero che consuma acqua. Anzi. L'agricoltura restituisce in falda l'85% dell'acqua che utilizza». A questo proposito Prandini ha chiesto al ministro Bellanova di mettere mano alla legge sul minimo deflusso vitale, chiedendo di calcolarlo solo nel periodo estivo e non nell'arco dei 12 mesi, perché tra l'autunno e l'inverno le piene dei fiumi alterano i valori.
Bellanova: «No ai tagli alla Pac e intervento forte contro i dazi Usa»
Prima del padrone di casa, dal palco di Piazza dell'8 Agosto aveva parlato la ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova ribadendo l'impegno per combattere il caporalato, contrastare la cimice asiatica e fermare la Xylella. La ministra ha anche detto chiaramente che le risorse della Pac non devono essere ridotte e che quello degli Ogm è un discorso chiuso: sono e resteranno vietati in Italia.
In piena sintonia con Coldiretti, Bellanova ha parlato anche dei dazi Usa sui prodotti agroalimentari italiani: «Ho scritto ieri una lettera al Presidente del Consiglio e al ministro degli Affari Esteri per dire che la reazione di Trump alla vicenda Airbus non la possono pagare i produttori, i coltivatori e i trasformatori italiani. Dobbiamo intervenire vigorosamente, perché l'amministrazione americana non metta dazi o altri balzelli sulle nostre esportazioni».
All'inaugurazione della kermesse che per tutto il fine settimana animerà il centro del capoluogo emiliano, c'erano anche il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, il presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e l'arcivescovo di Bologna, monsignor Matteo Zuppi. Presenti anche l'assessore regionale all'Agricoltura Simona Caselli, numerosi sindaci del territorio emiliano e il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Nicola Bertinelli.