Vinitaly batte la concorrenza di Prowein e WineParis

In forte crescita i buyer di Asia e America. Il legame con il territorio si rivela l’ingrediente vincente della rassegna. Vinitaly si rafforza come trampolino per l'export

Nell’era del sovranismo alimentare, il Vinitaly rafforza invece la sua vocazione internazionale.

Non certo per la presenza di produttori stranieri. Sud americani, australiani, africani, balcanici e caucasici erano infatti tutti asserragliati dentro la metà rivolta a sud dell’Hall D, circondati dalle sortite nazionaliste dei politici intervenuti a Verona in difesa del cibo, del vino, della scuola, della cultura, della lingua made in Italy.

Quelli che sono cresciuti, e tanto, sono invece i buyer internazionali. Veronafiere li ha contati: un terzo dei 93mila e passa operatori presenti veniva dall’estero (+20%).

Con il grande ritorno, in particolare, dei buyer extra-Ue, con l’Asia (+116%) trainata dal rientro dei cinesi che hanno superato le mille presenze e le Americhe (+38%) con l’exploit degli Usa (+45%) e del Brasile (+46%) e un ulteriore consolidamento del Canada (+19%).

Sintesi da  Terra e Vita 12

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Degustatori contesi

Squadriglie di esperti degustatori, pronti a bere italiano ma non a parlarlo, contesi tra i diversi padiglioni regionali. In questa gara Confagricoltura ha assestato un colpo vincente con l’iniziativa di internazionalizzazione che ha coinvolto circa 50 diverse aziende di tutte le regioni italiane (come la cantina lucana Battifarano, vedi foto), in un ciclo di 5 degustazioni guidate destinate a una quarantina di buyer provenienti da Singapore (porta d’ingresso per la Cina), Tailandia, Usa, Gran Bretagna, Canada e Irlanda.

Un volo radente dedicato in particolare alle variabili interpretazioni dei vitigni e dei cru locali che ha permesso di fare emergere particolarità poco conosciute per inediti abbinamenti tra vino e cibo a denominazione d’origine.

Il gusto dei masterchef

Star della cucina come Tracy Eboigbodin, vincitrice dell’ultima edizione di Masterchef, hanno spiegato questi abbinamenti e il rapporto personale con il vino in eventi come quello organizzato da Alleanza delle Cooperative la prima sera di Vinitaly in una chiesa sconsacrata.

Esperienze che fanno capire che la formula del Vinitaly non ha nulla da temere dalla concorrenza del ProWein di Dusseldorf o dall’assoluta novità del WineParis.

Rassegne che hanno voluto anticipare la kermesse veronese nel tempo (pestandosi i piedi a vicenda), ma che non sono sembrate altrettanto riuscite.

Una formula a conti fatti vincente

L’esperto Angelo Peretti, dal suo personale punto di osservazione di “The Internet Gourmet”, fa notare che forse è la formula della rassegna internazionale a non pagare. Il vino vince infatti sempre se è legato al suo territorio di origine.

Il successo del Vinitaly 2023 si riverbera così su tutto il movimento del vino italiano, mettendo in evidenza, per contrapposizione, la mancanza di rappresentatività delle esperienze francesi e tedesche. Ecco spiegato anche l’exploit del nostro export, arrivato a 7,4 miliardi di euro nel 2022 (fonte Uiv-Vinitaly), assicurandosi il primo posto e superando sia il sistema moda che la meccanica strumentale.

Il super potere della flessibilità

Alleanza delle Cooperative, attraverso la voce del coordinatore del settore vino Luca Rigotti, fa notare che il nostro vino mostra un invidiabile grado di flessibilità riuscendo a crescere in mercati sfidanti e per certi versi contrastanti come gli Usa, dove sempre più consumatori si rivolgono verso tipologie a bassa gradazione alcolica o vegan friendly.

O come il Giappone, dove cresce l’attenzione per il bio e per l’impiego di imballaggi ecosostenibili come la lattina o il brik. A conti fatti le minacce più concrete per il nostro vino, anche in tempi di crisi geopolitiche internazionali, sono nascoste dentro i confini nazionali e dell’Ue. E derivano proprio da un’interpretazione troppo rigida e autolesionista del concetto di sostenibilità.

L'impatto della sostenibilità

Sono stati numerosi infatti i convegni dedicati all’impatto sul vino di normative come il regolamento sugli usi sostenibili degli agrofarmaci, quelli sugli imballaggi, o sulle indicazioni geografiche, che prevede la contaminazione tra il concetto di tipicità e quello di sostenibilità. E allo stesso modo la notevole crescita, tra le novità in fiera, delle nuove etichette a base di vitigni resistenti mostra ancora una volta l’arretratezza di una presunta difesa della tradizione che, tra veti incrociati di autorità locali, impedisce la coltivazione di questi vitigni in troppe zone.


Premi e novità

Vinitaly batte la concorrenza di Prowein e WineParis - Ultima modifica: 2023-04-13T11:36:52+02:00 da K4

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