I 300 milioni di euro stanziati dal ministro per il Sud Barbara Lezzi e destinati alle misure di contenimento e contrasto della batteriosi causata da Xylella fastidiosa subsp. pauca ST53 e al rilancio del comparto olivicolo, incardinati al Decreto emergenze, ci sono tutti. Ma per sbloccarli definitivamente occorre che i decreti attuativi vengano firmati da tre ministri: Gian Marco Centinaio, Luigi Di Maio e Barbara Lezzi. È quanto ha comunicato il ministro Lezzi al tavolo convocato a Lecce con le associazioni agricole, la Regione Puglia e i sindaci dei Comuni della provincia leccese per la condivisione del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola pugliese e dei criteri e delle modalità per l’attuazione degli interventi previsti. «La dotazione del piano è di 150 milioni di euro per ciascuno dei due anni, 2020 e 2021, mediante l’utilizzo delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Io e di Maio siamo pronti a firmare, ora tutto dipende dal ministro delle Politiche agricole Centinaio».
Lezzi: «Anche con la crisi di governo il Piano può partire»
La crisi di governo potrebbe complicare il via libera al Piano e al riparto dei 300 milioni di euro? Per Lezzi «dobbiamo impegnarci ancora di più per dare corpo al Piano, e quindi ai decreti attuativi, in quanto nel Decreto emergenze i 300 milioni sono già stati stanziati per la sua attuazione. I soldi ci sono, perciò gli olivicoltori devono essere messi nelle condizioni di riceverli e spenderli nella maniera più semplice possibile. Se l’attuale governo verrà confermato per gli affari correnti, sia io sia il ministro Di Maio firmeremo immediatamente. Se si formerà un nuovo governo che porti il paese alle elezioni, cercheremo di lasciare il decreto pronto, in modo che esso possa portare a termine quanto già deciso dall'attuale Parlamento».
Cantele: «300 milioni arrivino realmente a olivicoltori e frantoiani»
Agricoltori senza reddito da 6 anni, milioni di olivi secchi, minimo storico di 5.295 tonnellate prodotte nella campagna 2018-2019, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia, 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva, con un trend che rischia di diventare irreversibile. Questa è la realtà del Salento, ha denunciato il presidente di Coldiretti Lecce Gianni Cantele, a capo della delegazione di agricoltori e frantoiani di Coldiretti Puglia e Unaprol.
«Occorre intervenire con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il “disastro colposo” nel Salento e rilanciare la più grande fabbrica verde italiana. Perciò abbiamo chiesto al ministro Lezzi che i 300 milioni di euro di risorse aggiuntive, oltre ai 70 per il 2019 già stanziati dal Cipe, arrivino realmente agli agricoltori e alle loro famiglie che non possono più produrre olive e olio, a favore di nuovi impianti resistenti, e ai frantoiani che stanno svendendo all’estero pezzi di frantoi. Servono chiarezza e semplificazione dell’iter dei reimpianti. Occorre una strategia condivisa tra governo e Unione europea per far fronte alla strage che ha devastato 21 milioni di ulivi, mettendo in ginocchio il comparto olivicolo del Salento e deturpando il patrimonio paesaggistico. Il danno stimato per difetto ammonta a 1,2 miliardi di euro e al dimezzamento della produzione pugliese di olio di oliva, che rappresenta oltre il 50% di quella nazionale».