Righini: «Più forza a territori, giovani agricoltori e meno burocrazia»

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Giancarlo Righini, assessore Agricoltura Regione Lazio
Il neo assessore all'Agricoltura della Regione Lazio promette di abbattere la burocrazia che frena gli investimenti e di contrastare lo spopolamento delle aree interne con l'insediamento di giovani agricoltori

Durante la campagna elettorale aveva promesso che se fosse stato nominato assessore avrebbe realizzato un Testo unico dell’agricoltura e il piano agricolo regionale per sostenere lo sviluppo del settore primario e «per dare una cornice di certezze alle aziende». E ancora, di tutelare i marchi, favorendo le produzioni tipiche e di qualità, rafforzando le filiere. E poi di attivare politiche sensibili al benessere degli animali. Ora, anche in forza delle 37mila preferenze raccolte, Giancarlo Righini è stato scelto dal governatore del Lazio Francesco Rocca per gestire l’agricoltura e rilancia con altri ambiziosi obiettivi: «Voglio snellire le procedure di realizzazione degli investimenti nel settore agroalimentare, rafforzare il presidio dei territori per contrastare lo spopolamento e favorire lo sviluppo delle aree interne, sostenere l’ingresso di nuove giovani imprese».

Assessore, quali saranno le priorità del suo mandato?

«Il Lazio ha un sistema agroalimentare che contribuisce, con 6,3 miliardi di euro di fatturato annui, al 6% dell’agrifood nazionale. Stiamo parlando, quindi, di un settore importante che necessita di politiche di sviluppo ben determinate. Di contro, le politiche regionali degli ultimi anni hanno progressivamente operato un ridimensionamento del ruolo di governo del settore, confinando l’assessorato competente in una posizione di mera osservazione dell’esistente con ridottissime azioni di sostegno, stimolo e indirizzo nei confronti degli imprenditori agricoli. Le priorità saranno quindi finalizzate a invertire questa tendenza. Andranno implementate, per esempio, le azioni relative al Piano di sviluppo rurale, così come dovranno essere snellite le procedure di realizzazione degli investimenti in campo agroalimentare. Va ridefinita, infine, una mappatura, non solo delle aree da riutilizzare, ma anche di quei vasti territori che per difficoltà morfologiche o per costi di messa a frutto eccessivi o ancora solo per inerzia delle istituzioni preposte, non hanno mai costituito possibili risorse per l’attività d’impresa».

Lo sviluppo del territorio sarà quindi centrale nella sua azione politica?

«Decisamente sì. Deve essere rafforzato il presidio dei territori fragili attraverso investimenti per il potenziamento dei consorzi di bonifica, delle vigilanze boschive, delle opere di razionalizzazione del consumo delle acque di irrigazione. Va ripreso un rapporto forte con chi sul territorio ha tutelato l’esistenza, l’innovazione e la crescita produttiva del comparto agroalimentare con sforzi ed impegni diretti anche sotto il profilo economico finanziario. A riguardo, positiva la misura Gal di 64 milioni di euro in favore delle amministrazione locali per contrastare lo spopolamento e favorire lo sviluppo delle aree interne, piccoli comuni e aree montane».

I bandi per l’insediamento dei giovani agricoltori sono uno strumento utile per attivare il territorio e le nuove leve del settore, se seguiti da azioni volte a consolidarne la partenza. La Regione sarà attiva in tal senso?

«I giovani possono dare un’importante contributo per rendere più sostenibile e competitivo il settore, anche grazie alla loro proverbiale capacità di utilizzare al meglio le nuove tecnologie. È nostra intenzione, quindi, sostenere in tutti i modi l’ingresso di nuove giovani imprese. Presto presenteremo un pacchetto di misure che non solo favoriranno l’ingresso di start up, ma garantiranno loro tutto il sostegno necessario allo sviluppo di queste nuove realtà».

La recente approvazione dello scorrimento di due graduatorie grazie alle quali sono stati sbloccati circa 20 milioni di euro a favore delle aziende agricole del territorio inciderà sul sostegno ai giovani?

«La prima determinazione riguarda proprio i giovani agricoltori e l’avvio di nuove start up in campo agricolo. A tal fine è stato deliberato il finanziamento di tutte le domande “ritenute ammissibili, ma non finanziabili per carenza di fondi” in relazione al bando aperto nel 2019. Nello specifico è stato dato il via a 141 giovani agricoltori, con complessivi 9,870 milioni di euro, ai quali viene riconosciuto un premio di 70mila euro per l’avvio di una nuova azienda agricola. Di questi, 45 risiedono a Roma e provincia, 42 a Latina, 23 a Frosinone, 26 a Viterbo e 5 a Rieti».

E la seconda?

«Riguarda i fondi previsti nel Piano di sviluppo rurale 2014/2022 per il sostegno all’ammodernamento delle aziende agricole. Grazie allo scorrimento della graduatoria pubblicata nel 2019, vengono messi a disposizione 9,9 milioni di euro, per un investimento complessivo di 19,8 milioni di euro, grazie ai quali sarà possibile finanziare 78 aziende agricole del territorio, delle quali 24 a Latina, 22 a Viterbo, 16 a Frosinone e altre 16 a Roma e provincia. Le aziende in questione potranno utilizzare la somma stanziata per l’ammodernamento delle strutture o per l’acquisto di dotazioni aziendali come macchine e attrezzature».

Appena insediato ha dichiarato di voler realizzare un Testo unico dell’agricoltura e il piano agricolo regionale. Dove troverà le risorse?

«La realizzazione di un Testo unico e di un piano agricolo regionale sono obiettivi che intendiamo raggiungere nel più breve tempo possibile. Infatti, durante la campagna elettorale, lo snellimento delle procedure, la semplificazione delle norme e un più rapido accesso ai fondi regionali ed europei sono state le principali richieste delle imprese del settore. Per ottenere questi fondamentali risultati non c’è bisogno di ingenti risorse, ma piuttosto di un miglior utilizzo di quelle già previste nel bilancio regionale».

Quali aiuti a favore degli agricoltori la Regione ha intenzione di attuare in via prioritaria?

«Contrariamente a quello che si possa pensare, i produttori più che sostegno economico cercano altro. Gli agricoltori chiedono alla politica di essere più efficace ed efficiente, non ne fanno mai un tema di contributo economico da parte delle istituzioni, anche perché in molti casi sarebbero aiuti di Stato, che come sappiamo sono vietati dalla normativa comunitaria. In tutti i confronti che abbiamo avuto con la filiera agricola la loro richiesta più pressante è stata quella relativa alla semplificazione amministrativa, e su questo abbiamo le idee molto chiare».

Per accrescere la competitività delle aziende sarà determinante anche rafforzare le filiere. Ci sono progetti a riguardo?

«Il rafforzamento delle filiere è certamente un’altra nostra priorità. È di pochi giorni fa la pubblicazione del Masaf del bando per la creazione dei contratti di filiera nel settore forestale. Un’ottima notizia per le imprese del settore che potranno beneficiare di questa opportunità sia da un punto di vista economico che ambientale. Grazie a questo bando i protagonisti della filiera forestale avranno la possibilità di fare sistema e sfruttare commercialmente al meglio le enormi possibilità che il patrimonio forestale regionale è capace di offrire, nel pieno rispetto della biodiversità e dell’ambiente. Invito le imprese del territorio a non perdere questa importante occasione di crescita e sviluppo».

Dal seme allo scaffale, secondo lei il prezzo è giusto?

«Il tema è quello della conservazione delle condizioni di eccellenza nella filiera di produzione e ovviamente garantire un adeguato prezzo ai produttori nel sistema economico-produttivo. È innegabile che spesso il prezzo che viene pagato per delle eccellenze non è in linea. La sfida, quindi, è garantire che nella filiera agroalimentare ci sia equità economica».

Righini: «Più forza a territori, giovani agricoltori e meno burocrazia» - Ultima modifica: 2023-05-17T08:32:42+02:00 da Laura Saggio

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