Il problema del ricambio generazionale in agricoltura in Europa è drammatico: solo il 6% degli agricoltori europei ha meno di 35 anni. L’obiettivo principale del Ceja (il Consiglio europeo dei giovani agricoltori) è far sì che la carriera agricola diventi attrattiva, sostenibile e redditizia. Ma come?
Migliorare l’accesso al credito che rimane una delle maggiori criticità per i giovani agricoltori, sia nuovi entranti che già insediati e attivi che intendono investire e innovare per incrementare la sostenibilità aziendale, in termini ambientali, economici e di valore delle produzioni. É necessario rendere disponibili strumenti attuabili in grado di agevolare l’accesso alle risorse. Per i giovani che oggi non dispongono di un’azienda di famiglia è davvero difficile iniziare un’attività agricola. E non è un caso che, in un recente censimento delle start up innovative in Italia, quelle di carattere agricolo siano meno del 1%.
Tutelare e valorizzare le nostre produzioni in un mercato estremamente volatile come quello attuale. Il problema dell’incremento delle importazioni sta minando la sopravvivenza delle nostre aziende e delle nostre produzioni. É fondamentale incrementare i controlli sulle importazioni e uniformare le normative nazionali. É necessario ripensare a una corretta valorizzazione delle produzioni agricole europee attraverso misure che incrementino tracciabilità delle produzioni, trasparenza dei mercati ed equilibrio lungo tutta la filiera agroalimentare. L’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta è fondamentale e urgente per evitare l’implosione della nostra agricoltura da un lato e per offrire le informazioni necessarie al consumatore per compiere le proprie scelte, una situzione Win-Win, vincente per tutti.
Lo strumento della Pac è necessario per tutelare le aziende agricole dalle crisi di mercato e dalla volatilità dei prezzi, incrementando posti di lavoro, migliorando la qualità di vita e di lavoro nelle zone rurali. Stiamo finalizzando le nostre proposte per la prossima programmazione che dovrà davvero focalizzarsi più concretamente sui giovani agricoltori.
La corretta definizione dell’agricoltore attivo, per esempio, rappresenta un passo indispensabile per ottimizzare e rendere più efficace la distribuzione dei pagamenti diretti. É quindi necessario migliorare la definizione attuale, aggiungendo a livello europeo requisiti misurabili e oggettivi anche in termini di formazione, percentuale di reddito e di tempo. Una distribuzione mirata agevolerà l’accesso alla terra e soprattutto una più corretta destinazione della terra stessa, gravose criticità soprattutto per i giovani agricoltori esistenti e potenziali.
Per quanto riguarda gli aspetti ambientali, è fondamentale che l’agricoltura e i paesaggi agricoli siano riconosciuti come esternalità positive di cui la società civile può beneficiare. I giovani agricoltori hanno un’elevata coscienza ambientale e sono ben istruiti sulle problematiche e sulle sfide di sostenibilità agroambientale attuali e future (biodiversità, protezione suolo, qualità delle acque...). Stiamo lavorando infatti su proposte di misure e pratiche agricole attuabili e concrete, crediamo infatti nell’importanza dell’allocazione di risorse target and result oriented, avendo obiettivi chiari, misurabili e soprattutto raggiungibili. Crediamo fermamente nell’importanza di fare rete, avvicinarci al consumatore e alla società civile.
É necessario promuovere tecnologie innovative basate su ricerche scientifiche per garantire un futuro sostenibile, redditizio e produttivo all’agricoltura europea. É necessario incrementare la broadband, agevolare lo scambio di informazioni, conoscenze e risultati, con tutela dei dati personali. Il Ceja propone una piattaforma di best practices a livello europeo.
Vogliamo vedere incrementare il numero di giovani agricoltori e noi vogliamo continuare ad esserlo.
di Alice Cerutti
Vicepresidente CEJA (Consiglio europeo dei giovani agricoltori)
vp.cerutti@ceja.eu