La castanicoltura è ancora un’attività agro-forestale che unisce tradizione, passione e business. Nonostante lo spopolamento delle aree montane, i costi crescenti, la competizione globale ed il deperimento a causa di malattie e nuovi parassiti, coltivare castagni da frutto rappresenta un’attività importante con produzioni di qualità, certificate anche da riconoscimenti comunitari Dop ed Igp. Il recupero dei castagneti abbandonati o il mantenimento di quelli in produzione, passano attraverso un’attività di potatura, più incisiva nel primo caso, più leggera nel secondo. In entrambi i casi, accanto ai tradizionali cestelli nei terreni pianeggianti e della scala in tutte le situazioni, si interviene con la tecnica del treeclimbing, trattasi di tecniche di arrampicata e di lavoro in quota in sicurezza utilizzando corde e moschettoni. Le potature vengono effettuate ogni 5 anni nei castagneti in produzione.
Il Progetto BIO.CAS.PO. (Potature dei castagni e biomasse) co-finanziato dalla misura 124 del PSR Toscana 2007-2013 nel contesto del progetto di filiera VA.CAS.TO.(Valorizzazione della Castanicoltura Toscana) ha tra i suoi obiettivi principali la messa a punto di un prototipo per la potatura meccanizzata dei castagni da frutto, la valutazione dei metodi più adatti da applicare al recupero delle potature castanicole, focalizzando l’attenzione anche sulla qualità della biomassa legnosa ottenuta e sui costi di produzione ad essa associati. Il bilancio del progetto è molto positivo dopo 2 anni di attività. Si tratta di uno dei PIF con il maggior numero di aderenti in Toscana, 112 beneficiari delle province di Grosseto, Lucca e Siena, un investimento previsto di circa 3 milioni e 387mila euro e ben 4 misure del PSR adottate. Il progetto BIO.CAS.PO. si è occupato di realizzare un macchinario prototipo innovativo relativo alla potatura dei castagni da terra e del recupero della biomassa derivante da cascami di potatura per uso energetico. Lo scopo è rendere più produttiva ed economica la coltivazione del castagno, dando la possibilità agli operatori di recuperare castagneti non potati da molti anni e di ridurre i problemi legati a malattie come il cinipide galligeno ed il cancro corticale.
Protagonisti del progetto sono stati il CNR e l’Università di Firenze. Si tratta di un’importante opportunità per la crescita dell’attività delle aziende castanicole, come fatturato, competitività sul mercato e sotto il profilo occupazionale. Per quanto riguarda le biomasse castanicole derivanti dalle potature, viene ottimizzato il ciclo produzione/impiego di cippato proveniente da residui sia per il produttore che per l’utilizzatore. Rilevante è la ricaduta ambientale con la possibilità di utilizzare un combustibile naturale e pulito per produrre energia termica ed elettrica. Il progetto BIO.CAS.PO ha realizzato un prototipo di sistema integrato di ausilio alla potatura, basato su un minitrattore polifunzionale che consenta di eseguire da terra le varie tipologie di potatura dei castagni da frutto, automatizzando le lavorazioni. Per facilitare le operazioni di taglio da parte dell’operatore è stata inserita una telecamera in posizione strategica vicina alla motosega. Con un telecomando si possono effettuare quasi tutti i movimenti compresi gli spostamenti sui cingoli. Inoltre, il progetto ha messo a punto un modello geografico di stima che permette di calcolare i costi di produzione, movimentazione e trasporto della biomassa da potature.