Biometano soluzione per ridurre le emissioni in zootecnia

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Il consorzio dei bieticoltori italiani (Cgbi) scommette sul biometano e promette la costruzione di 20 nuovi impianti che a regime produrranno 50 milioni di metri cubi all’anno

Avanti tutta col biometano, non con il fotovoltaico, almeno finché non ci saranno regole certe. È una chiara scelta di campo quella fatta dal Cgbi, il consorzio dei bieticoltori italiani, che si prepara ad attivare venti nuovi impianti, sette dei quali in collaborazione con la Granlatte (gruppo Granarolo). Lo ha spiegato Gabriele Lanfredi, presidente del Consorzio, sottolineando che le nuove centrali produrranno, a regime, 50 milioni di metri cubi di metano all’anno, sfruttando in prevalenza reflui zootecnici e sottoprodotti agricoli come vinacce, paglia e simili. «In questo modo non soltanto ridurremo le emissioni del 90%, ma abbatteremo del 70% anche l’impiego di fertilizzanti chimici», ha aggiunto Lanfredi.

Una nuova avventura

Dopo aver ceduto una trentina di impianti di biogas elettrico a Bioenerys (una controllata Snam), il Cgbi ha dato mandato a Bio Methane Hub, il suo braccio operativo per il settore energetico, di creare nuove realtà consortili che potessero gestire impianti di biometano, realizzati grazie agli incentivi del Pnrr.

«Siccome oggi la valenza ambientale di un investimento ha rilevanza pari a quella economica, abbiamo deciso di coinvolgere nel progetto gli allevatori. Al tempo stesso abbiamo scelto di agire in zone in cui vi fossero terreni sufficienti per l’impiego del digestato in un raggio massimo di 10 km dai futuri impianti». Alla fine della ricerca, sulla cartina sono stati tracciati 20 cerchi del raggio di 10 km e altrettante realtà consortili sono state fondate. La maggior parte si trovano in Lombardia ed Emilia-Romagna, con qualche puntata in Friuli-Venezia Giulia. «Resta praticamente escluso, per ora, il Veneto. Con nostro grande rammarico», ha ricordato il presidente del Cgbi.

Partnership con Granlatte

Sette consorzi sono stati realizzati con la partecipazione del gruppo Granlatte. «Abbiamo quattro realtà già costituite, altre in fase di costituzione e una, a Brescia, pronta a partire», ha precisato la presidente di Granlatte Simona Caselli. «Le emissioni del settore agricolo, in Italia, sono pari al 7% del totale. Molto lontano da quel 28% di cui parlano alcuni disinformati. Ciò nonostante, la questione climatica va affrontata e tutti devono impegnarsi per la decarbonizzazione. Il biometano è parte della soluzione: trattando i reflui, da cui proviene gran parte delle emissioni di CO2 della zootecnia, riduce l’impronta di carbonio, grazie anche al risparmio di fertilizzanti dovuto all’uso del digestato, e contribuisce ad avvicinare il settore all'impatto zero. O forse anche a emissioni negative, cosa che ci aprirebbe la strada all’emissione di certificati di carbonio».

Al riguardo, Caselli, che è anche presidente del Crpa, ha ricordato che in Europa si sta discutendo il delicato tema degli Ets agricoli (Emission trading system, ovvero il sistema di compensazione delle emissioni per i settori industriali inquinanti). «Gli Ets possono portare entrate rilevanti al settore agricolo. È però importante che siano fatti bene, altrimenti non saranno utilizzabili. Per il momento, la Ue punta soprattutto sull’assorbimento di carbonio nel suolo, ma a mio parere l’Italia dovrebbe spingere anche per la valorizzazione del biogas e biometano».

L’ostacolo della burocrazia

«Sebbene il potenziamento del biometano sia una priorità nazionale, a livello locale incontriamo ancora resistenze ed è per questo che ci siamo fermati a 20 progetti», denuncia Lanfredi. Proprio la burocrazia e una normativa al momento poco chiara è la ragione per cui il Cgbi si tiene fuori, almeno per il momento, dalla corsa al fotovoltaico, mentre in febbraio aveva annunciato un interesse per il settore. «Dopo aver valutato la questione, non crediamo che attualmente vi siano elementi per investire in questo ambito. Se in futuro le normative saranno più chiare, potremo riconsiderare la decisione».

Biometano soluzione per ridurre le emissioni in zootecnia - Ultima modifica: 2024-06-05T16:20:00+02:00 da Simone Martarello

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