Parco agrisolare, tre proposte di buon senso

Pnrr
Dopo la scarsa adesione al bando previsto dal Pnrr per le rinnovabili, l’allevatore alessandrino Michele Scovazzi si appella, assieme a un gruppo di colleghi, al ministro Lollobrigida chiedendo nuove condizioni riguardo all’entità del contributo e soprattutto rispetto al penalizzante vincolo dell’autoconsumo

Parco agrisolare, che delusione!

C'era grande attesa per questa misura del pacchetto Pnrr destinato all’agricoltura, ma i primi dubbi dei candidati beneficiari sono emersi già all’indomani della pubblicazione del bando.

Michele Scovazzi, produttore di bovini da carne, uva, foraggi e ortaggi biologici nella azienda agricola Cascina Vecchia di Gamalero (Al) ce lo ha scritto subito, lo scorso marzo, in calce all’articolo pubblicato su Terra e Vita.

Un vero flop

«Il decreto come è stato pubblicato – segnalava - limita fortemente gli interventi per gli allevamenti di bovini da carne. Infatti nell’articolo 2, comma 3 si precisa che la taglia degli impianti sarà quella del consumo aziendale».

«Questi allevamenti hanno consumi energetici limitati, ma tetti di ampie superfici spesso ricoperti di eternit. Questa misura non renderà possibile accedere al bando per queste categorie di produttori».

Una previsione che si è puntualmente verificata. Il bando da 1,5 miliardi di euro per il Parco Agrisolare, ovvero l’installazione dei pannelli fotovoltaici nelle aziende agricole,  si è infatti chiuso lo scorso 27 ottobre con una percentuale di adesione molto bassa. Non più di 400 milioni (26%) a causa di limiti nella cumulabilità dei contributi e soprattutto a causa del vincolo dell’autoconsumo.

From Eternit to Energy

«Il messaggio iniziale dato dal Mipaaf – dice Scovazzi – era: togliamo l'eternit dai tetti e installiamo pannelli fotovoltaici, invece le limitazioni (previste solo per la produzione primaria) hanno frustrato anche l’obiettivo di mettere in sicurezza produttori e consumatori togliendo le coperture di amianto».

Un flop che ha spinto Scovazzi, assieme a un gruppo di allevatori, a scrivere al ministro Francesco Lollobrigida per chiedere nuovi criteri nella riattivazione del bando.

«Nel ringraziarvi per l'impegno con il quale vi state dedicando al settore agricolo – scrive l’allevatore alessandrino al Ministro - vorrei portare alla vostra attenzione alcune richieste in merito al cosiddetto bando per il parco Agrisolare che ha riscontrato una scarsa adesione di domande. Penso che queste considerazioni possano essere di giovamento per una rivisitazione della misura».

I tre suggerimenti

I suggerimenti sono articolati nei seguenti punti:

1) Destinare le risorse esclusivamente all'installazione di impianti fotovoltaici sulle coperture in eternit;

2) portare al 75 % il contributo per lo smaltimento e il rifacimento di tetti in eternit, vista l'esplosione dei prezzi delle materie prime e visto l'aumento della sicurezza sul lavoro derivante da questo tipo di intervento, in virtù di quanto previsto dal Reg. 1305/2013 per gli investimenti in immobilizzazioni materiali;

3) in merito alle dimensioni degli impianti da installare per le aziende di produzione primaria, anche se lo stesso regolamento citato limita i sostegni all’autoconsumo aziendale, posto che le attuali condizioni geopolitiche suggerirebbero una possibile deroga a tale restrizione, si richiede si possa installare un numero maggiore di kW posto che l'impianto in oggetto sia messo a disposizione di una Comunità Energetica.

Parco agrisolare, tre proposte di buon senso - Ultima modifica: 2022-11-16T10:01:33+01:00 da Lorenzo Tosi

6 Commenti

  1. Sono pienamente d’ accordo sui tre punti indicati. E’ una occasione imperdibile, mantenere dei vincoli restrittivi significa farsi del male. Con la situazione energetica attuale liberiamo da vincoli inutili gli imprenditori agricoli . Liberiamoci definitivamente dall’ eternit con un aiuto consistente e penalizziamo chi non provvede allo smaltimento.
    Per quanto riguarda il fotovoltaico, cercherei di spingere al massimo le installazioni sui tetti delle strutture agricole.
    Il nostro obbiettivo deve essere l’ autonomia energetica italiana non solo l’ autoconsumo aziendale. La maggiore produzione mettiamola a disposizione della comunita’ energetica o per altre destinazioni. grazie per l’ opportunita’

  2. Buona l’intenzione di scrivere al ministro. Ma se c’è da usare il buon senso, escludere tutti quelli che hanno tetto non in eternit è limitare tanto quanto l’autoconsumo. Anche perché di norma stalle o capannoni fammi negli ultimi 30 anni non hanno eternit e dispongono di ampie superfici ben più che quelli in eternit.

    Il bando deve semplicemente essere rivisto togliendo il limite dell autoconsumo. Perché se il risultato è diversificare il reddito per gli agricoltori basta togliere il vincolo, e se allo stesso modo l’obiettivo è aumentare le rinnovabili, ogni tetto dovrebbe poter essere coperto. Se poi si vuole aiutare con incentivi maggiore chi vuole togliere l eternit ben venga

    • Buongiorno, il motivo per cui si chiede che l’investimento riguardi i tetti in eternit è dovuto al fatto che un investimento su questa tipologia di tetti richiede una spesa quasi doppia rispetto ad un tetto normale. La realizzazione di un impianto fotovoltaico su un tetto “moderno” e’ un investimento con un rientro piuttosto veloce, in questo caso basterebbe una misura di garanzia bancaria per esempio, invece di un contributo a fondo perduto.

      Saluti

      Michele Scovazzi

  3. Pienamente favorevole ad una ripresentazione piu’ organica ed efficiente del piano, che francamente faceva acqua da tutte le parti. Dobbiamo infatti ragionare a livello nazionale e produrre piu’ energia possibile con il solare,quindi la possibilita’ di splafonare il farbisogno aziendale dovrebbe divenire automatica nei casi possibili,adirittura sarei favorevole al fotovoltaico a terra in zone incolte o abbandonate ( se ne trovano pure in citta’,ed in ex aree industriali dismesse)

  4. Sono d’accordo con le tre proposte.
    Riguardo la sostituzione delle coperture in eternit, proporrei una premialità o corsia preferenziale per le aziende che hanno questo urgente, gravoso e pericoloso problema da risolvere, consentendo però anche alle altre di partecipare.

  5. Sono d’accordo assolutamente con il sig. Federico Guaita. Per chi nel tempo ha già,con senso di responsabilità e senso della salute pubblica, smaltito i tetti in eternit sarebbe una beffa e non dare a loro la possibità di mettere i panneli solari!!!
    Solita Italia,chi lavora meglio alla fine non viene mai premiato…

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