La fragola, con circa 4.000 ettari coltivati in Italia, di cui la metà concentrati in Basilicata e Campania in coltura protetta, è sempre più una coltura meridionale. Nei comprensori fragolicoli del Sud, dopo aver preparato il terreno destinato alle coltivazioni di fragole in estate e aver eseguito eventuali operazioni di disinfezione, si va completando il trapianto delle piante fresche e delle cime radicate che in coltura protetta hanno completamente sostituito le piante frigoconservate, grazie alla disponibilità di varietà che si adattano particolarmente bene all’ambiente di coltivazione meridionale. Le piante fresche sono più delicate rispetto a quelle conservate e più sensibili al trapianto, per cui è importante anche la qualità della logistica per farle arrivare in tempi brevi dai luoghi di produzione, spesso lontani (es. la Polonia), all’azienda. Ma queste piante, se gestite correttamente, offrono un buon attecchimento, precoce superamento della crisi di trapianto, migliore qualità dei frutti e la possibilità di destagionalizzare maggiormente la raccolta.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Trattamento del terreno
Pertanto, è essenziale adottare una corretta gestione agronomica e fitosanitaria per aiutare le piante a superare lo stress del trapianto e adattarsi rapidamente al nuovo ambiente.
Anche quest’anno, a giugno le due sostanze attive più utilizzate per la disinfezione dei trattamenti che ospiteranno i fragoleti hanno ottenuto l’uso in deroga per situazioni di emergenza. Si tratta del fumigante cloropicrina (revocata nel 2013) e del nematocida 1,3 dicloropropene (revocato nel 2009), solitamente usati insieme. Da registrare anche la pratica del “ristoppio”, praticata eliminando le piantine a fine ciclo nella primavera scorsa e lasciando le bine ed il telo di pacciamatura per limitare le spese di impianto. In questo caso la disinfezione del terreno è stata prevalentemente affidata al metam sodio o al metam potassio che sono in formulazione liquida e possono essere distribuiti per manichetta, sfruttando l’impianto per la fertirrigazione già esistente sotto la pacciamatura. I terreni sottoposti a fumigazione o disinfezione, in ogni caso, devono essere opportunamente aerati prima del trapianto per evitare che residui dei prodotti chimici possano creare problemi di fitotossicità al delicato apparato radicale delle giovani piante.
Irrigazione e concimazione
Nei primi mesi autunnali le temperature si stanno mantenendo molto al di sopra della media stagionale. Nei tunnel già coperti con i teli, in giornate calde e soleggiate potrebbe essere consigliabile allestire ed utilizzare gli impianti di irrigazione soprachioma con effetto climatizzante per ridurre lo stress termico alle piantine in attecchimento.
Una operazione da gestire con cautela è la concimazione che, se eccessiva, può comportare problemi alle radici delle giovani piante a causa dell’accumulo di sali nel terreno. I danni da salinità, se causati da concimazioni sbilanciate, si manifestano generalmente con sintomi quali la crescita limitata delle piantine, la necrosi dei margini delle foglie e la clorosi. Questi sintomi sono più pronunciati verso la fine della fila, dove si concentrano i soluti lungo la manichetta di irrigazione. In tal caso, un’irrigazione “dilavante” dovrebbe contribuire a migliorare rapidamente la situazione delle piante.
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Controllo di infestanti e malattie
Qualora trattamenti al terreno prima del trapianto non abbiano efficacemente neutralizzato semi o strutture di conservazione delle piante infestanti, sarà necessario intervenire prontamente con una scerbatura nei fori della copertura per evitare che le erbacce possano ostacolare la crescita delle piantine trapiantate.
Nei giorni appena successivi al trapianto anche gli interventi fitosanitari vanno fatti con cautela per evitare interventi chimici che potrebbero risultare fitotossici per le piantine appena attecchite. In caso di comparsa di sintomi di marciume radicale causato da fitoftora (Phytophthora spp.) è opportuno intervenire con applicazioni di fosetil-alluminio o metalaxil-M. anche se è sempre più comune l’uso preventivo di preparati microbiologici a base di Trichoderma spp. o altri antagonisti e microrganismi colonizzatori della rizosfera. Con un clima umido, se in coltura protetta c’è condensa e scarsa aereazione, può essere consigliabile un trattamento preventivo con rame contro la vaiolatura (Mycosphaerella fragariae) e la maculatura batterica (Xanthomonas fragariae).