Secondo un recente rapporto del Censis in Italia ci sono 3,3 milioni di lavoratori irregolari, di questi 220mila nel settore agricolo. E proprio l'indagine conoscitiva sul fenomeno del caporalato in agricoltura è stata al centro di un'audizione alle Commissioni riunite Lavoro e Agricoltura della Camera dei deputati con la partecipazione della ministra Teresa Bellanova.
Il caporalato è un crimine, più impegno per controlli
«Sul fronte dei controlli - ha detto la ministra - credo sia giusto sottolineare non solo l'impegno ad aumentarli, ma anche la richiesta di renderli più efficaci. A partire dall'utilizzo del Registro unico dei controlli agricoli che serve proprio ad evitare che più organismi effettuino sulla stessa azienda lo stesso controllo. È un diritto delle imprese - ha aggiunto
Bellanova - che va garantito ed è interesse della Pubblica amministrazione gestire le proprie risorse in maniera migliore. Dobbiamo lavorare insieme - ha detto ancora - su tutti i
fronti, perché il caporalato è criminalità. E lo Stato, se organizza le sue forze, se agisce condividendo obiettivi e strumenti, se si muove compatto può affrontare i problemi, partendo dalle aree dove c'è il maggior disagio. Perché non dimentichiamoci che qui ci sono - ha sottolineato Bellanova - migliaia di persone da tutelare, ci sono migliaia di aziende che
aspettano risposte per il loro lavoro quotidiano, c'è un sistema la cui credibilità va salvaguardata».
Legge sta dando frutti, ma serve anche prevenzione
«Le recenti operazioni di Latina o di Foggia ci ricordano - ha proseguito la ministra - quanto brutale sia lo sfruttamento, fin dove arrivi la negazione dei diritti. E qui voglio anche dire che questo fenomeno non è purtroppo limitato al settore agricolo, sul quale si focalizza la legge 199. Credo che un confronto parlamentare per la sua estensione ad altri settori sia necessario. Fin dai primi giorni dal mio insediamento - ha ricordato la ministra - ho ribadito che dobbiamo garantire la piena attuazione della legge 199. Su questo stiamo lavorando. Dalla sua approvazione la legge ha avuto una immediata applicazione nella sua parte repressiva, come dimostrano l'aumento dei controlli da parte dell'Ispettorato nazionale del Lavoro e l'incremento delle indagini delle magistratura. Non c'è però solo l'attività di repressione da portare avanti, c'è un pilastro fondamentale che è quello della prevenzione. Su questo - ha concluso - si sta concentrando l'azione del governo e del mio ministero».