Distribuire bene i prodotti contro le cocciniglie delle pomacee

Danno da Comstockaspis perniciosa su ramo di pero
Le principali sono la cocciniglia di S. Josè, la cocciniglia grigia del pero e la cocciniglia cotonosa. Sulle piante da frutto la base della difesa è il trattamento di fine inverno

La specie più diffusa e dannosa è sicuramente l’aspidioto o cocciniglia di S. Josè (Comstockaspis perniciosa). Si tratta di una cocciniglia di origine americana estremamente polifaga che si sviluppa su centinaia di specie vegetali agrarie, ornamentali e forestali. Inizialmente questa specie era diffusa solo sulle pomacee ma negli ultimi anni è diventata la specie predominante anche per le drupacee. Tradizionalmente nell’Italia settentrionale è presente anche Epidiaspis leperii, la cocciniglia grigia del pero. Anche questa cocciniglia è polifaga e, anche se vive preferibilmente a spese del pero e del melo, la si può ritrovare anche su altri fruttiferi come cotogno, nespolo, pesco, susino, ciliegio, mandorlo, noce, olivo. Nel tempo questa cocciniglia è sempre meno presente e dannosa e le infestazioni, occasionali, avvengono in genere in piccoli frutteti in aree collinari, su piante isolate o in frutteti con scarse cure fitosanitarie. Negli ultimi anni a queste due cocciniglie si è affiancata una nuova specie di cocciniglia cotonosa di origine asiatica: Pseudococcus comstocki che, progressivamente, sta espandendo il suo areale di presenza in tutta l’Italia settentrionale.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Il trattamento di fine inverno

Sulle piante da frutto la base della difesa anticoccidica è il trattamento di fine inverno che può essere integrato da trattamenti eseguiti alla migrazione delle neanidi. Nei disciplinari di produzione integrata i prodotti impiegabili sono olio minerale, Pyriproxifen e Spirotetramat e la soglia di intervento è la presenza rilevata di cocciniglie su rami, branche e/o frutti raccolti l’anno precedente. Per verificare la necessità del trattamento invernale occorre esaminare i tronchi, le branche e i residui della potatura invernale alla ricerca delle forme svernanti di questi insetti che trovano riparo tra le screpolature della corteccia spesso protette da scudetti. Nel periodo invernale la potatura può essere un utile complemento per la difesa; non solo eliminando direttamente i rami e le branche infestate da cocciniglie ma, se necessario, anche con operazioni di riforma della pianta nel caso si siano raggiunte dimensioni eccessive.

Nel trattamento di fine inverno gli insetticidi, per svolgere efficacemente la loro funzione, per prima cosa devono riuscire a raggiungere le forme svernanti; contro questi fitofagi, infatti, è estremamente importante curare la tecnica di distribuzione dei prodotti avendo cura di raggiungere le parti alte delle piante, generalmente le più attaccate. Una distribuzione uniforme sulla pianta del prodotto fitosanitario è necessaria per il successo di qualsiasi intervento di difesa ma, nel caso delle cocciniglie, ha probabilmente un peso maggiore. Va considerato, inoltre, che grazie alla grande capacità riproduttiva di queste specie, se anche una piccola percentuale di insetti sfugge al trattamento, è in grado di mantenere l’infestazione nel frutteto.

Tra maggio e giugno comincia la migrazione delle neanidi di diverse specie di cocciniglie per cui occorre monitorare la vegetazione delle piante per individuare le forme giovanili, fase nella quale questi insetti sono più vulnerabili ai trattamenti anticoccidici.


I DANNI

I danni diretti provocati dalle cocciniglie sono di due tipi e sono correlati al grado d’infestazione. Ci sono danni quantitativi che si manifestano con un deperimento generale della pianta e una diminuzione della resa e che sono dovuti alla sottrazione della linfa e agli effetti fitotossici della saliva immessa con l’apparato boccale. Ma ci sono anche danni qualitativi che portano ad un deprezzamento commerciale dei frutti colpiti e che sono dovuti alle decolorazioni provocate dalle punture.

Sugli organi legnosi delle piante attaccate i diversi stadi di sviluppo delle cocciniglie, con le punture di nutrizione e la conseguente emissione di saliva, provocano delle caratteristiche alterazioni rossastre sotto la corteccia. I tessuti attaccati in seguito necrotizzano determinando lievi deformazioni e progressivi deperimenti fino al disseccamento degli organi attaccati. Nel tempo sui rami attaccati si formano delle “concrezioni” sovrapposte di cocciniglie che diventano quasi impermeabili ai trattamenti e fungono da luogo di rifugio per la diffusione e la moltiplicazione del fitofago nel frutteto.

Distribuire bene i prodotti contro le cocciniglie delle pomacee - Ultima modifica: 2024-02-05T10:33:08+01:00 da K4

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