Il Consorzio di tutela del Grana Padano scende in campo nella lotta al coronavirus da Covid-19 e dona 1 milione di euro per l’acquisto di strumentazione sanitaria come respiratori, tamponi e mascherine nelle zone più colpite dall'emergenza.
Lo ha annunciato il presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano, Cesare Baldrighi, sulla base della decisione appena presa dal Cda del Consorzio con l'obiettivo di supportare in modo tangibile la sanità italiana e, in particolare, quella lombarda, messe a dura prova dalla diffusione della patologia virale. «Doneremo - ha sottolineato - 500mila euro alla Lombardia, 250mila al Veneto, 150mila a Piacenza, 50mila al Trentino e 50mila al Piemonte, toccando così tutte le aree della zona di produzione della nostra Dop».
Fontana, presidente Lombardia: «Consumate prodotti del nostro Paese»
«Ringrazio il Consorzio di tutela del Grana Padano - ha detto il presidente della Lombardia, Attilio Fontana - per l’importante gesto di solidarietà rivolto alla Lombardia. Utilizzeremo queste risorse in maniera trasparente per dotare i nostri ospedali di respiratori e di tutto ciò che serve per contrastare il virus».
Dal governatore delle Lombardia è arrivato anche un appello: « E' necessario acquistare e consumare prodotti del nostro Paese, perché sono i migliori e perché oggi più che mai hanno bisogno di sostegno».
I produttori di Grana Padano non si fermeranno
La scelta di destinare risorse all’emergenza sanitaria da Coronavirus è stata presa con lo stesso spirito che da sempre spinge il Consorzio a impegnarsi in iniziative di solidarietà sociale, come ha sottolineato il presidente Baldrighi: «Potevamo trattenere all’interno del nostro sistema questo milione di euro, ne avremmo avuto bisogno, ma sarebbe stato assai meno efficace rispetto alla finalità che, con questa donazione alla sanità, vogliamo perseguire».
Come tutte le attività produttive, anche il sistema del Grana Padano sta soffrendo ma non può fermarsi: «A noi non è concesso perché tutti i giorni dobbiamo ritirare il latte per lavorarlo, e fare la nostra parte nella produzione di cibo. Il nostro sacrificio è secondo solo a quello di medici, infermieri e personale sanitario, che ringraziamo con tutto il cuore – ha continuato il presidente -. I danni economici che stiamo subendo, analogamente alle altre categorie produttive, sono enormi. Altrettanto sono i danni logistici e organizzativi».
Ma è necessario ridurre la produzione di latte
Da qui l’invito a restare coesi, anche di fronte a scelte dolorose, ma necessarie. «Ci associamo - ha aggiunto infine Baldrighi - all’invito di molti per ridurre la produzione di latte. Gettarlo via è un’evenienza orrenda, ma molti dei nostri caseifici stanno funzionando rallentati a causa di alcune prudenti assenze tra le maestranze e la riduzione della quantità giornaliera prodotta in stalla è doverosa. In questa tragedia ognuno deve fare responsabilmente la propria parte».