«La campagna elettorale non fermi gli interventi necessari per garantire la sopravvivenza delle imprese agricole, gli investimenti per ridurre la dipendenza alimentare dall’estero e assicurare a imprese e cittadini la possibilità di produrre e consumare prodotti alimentari al giusto prezzo». Questo l’appello lanciato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini all’assemblea nazionale dell’organizzazione agricola, che ha denunciato il rischio di perdere 35 miliardi di fondi europei per l'agricoltura italiana nei prossimi cinque anni ma anche la necessità di attuare al più presto le misure previste dal Pnrr.
Le cinque priorità di Coldiretti rivolte al prossimo Governo
Nel corso dell’assemblea, a cui hanno preso parte i leader di partito già in pena campagna elettorale, sono state presentate le cinque priorità di Coldiretti per i primi 100 giorni di governo:
- Difendere l’agricoltura italiana con l’istituzione del ministero dell’agroalimentare: dalla legge di bilancio ai 35 miliardi di euro di fondi europei da non perdere;
- Europa: no al Nutriscore, no al cibo sintetico e no al Mercosur. Si all’origine in etichetta, sì alla sostenibilità e sì alla ricerca;
- Pnrr: la chiave per la sovranità alimentare, energetica e logistica italiana;
- Stop cinghiali: difendiamo cittadini e agricoltori;
- Piano invasi: acqua e energia sostenibile per l’Italia.
Priorità che ciascun leader e rappresentante delle maggiori forze politiche e istituzionali del paese intervenuto all'assemblea ha accolto e indicato come indispensabili per il settore e l’intero Paese.
Prandini: «Saremo vigili su quanto detto oggi dalle forze politiche»
«Sappiamo che durante le campagne elettorali ci viene detto sì a tutto – ha affermato Prandini –. Saremo vigili su quanto detto dalle forze politiche. Oggi tutti parlano di bacini di accumulo, ma se avessero ascoltato il mondo produttivo avremmo evitato danni per 6 miliardi di euro. Se vogliamo essere autosufficienti servono investimenti infrastrutturali. Di emergenza si muore. Ascoltare il mondo produttivo è un valore aggiunto non una perdita di tempo».
Prandini ha inoltre evidenziato l’importanza di continuare a lavorare come se la crisi di governo non fosse in atto, «qualsiasi forma di rinvio diventa una perdita economica per le nostre imprese».
«Approvare in tempi stretti il piano strategico nazionale»
Sulla Politica agricola comune, ha spiegato Prandini, «occorre superare le osservazioni di Bruxelles e approvare in tempi stretti il Piano strategico nazionale, senza il quale non sarà possibile far partire la nuova programmazione dal 1° gennaio 2023. Stiamo parlando di una dotazione finanziaria di 35 miliardi per sostenere l’impegno degli agricoltori italiani verso l’innovazione, la sostenibilità e il miglioramento delle rese produttive, tanto più vitali in un momento in cui la guerra in Ucraina ha mostrato tutta la strategicità del cibo e la necessità per il Paese di assicurarsi la sovranità alimentare».
«Accelerare su fotovoltaico e logistica»
Lo sforzo di modernizzazione e la digitalizzazione dell’agricoltura italiana e dell’intero Paese, ha continuato Prandini, non può fare a meno del Pnrr, «dove serve il massimo impegno di tutti per non rischiare di perdere quella che è un’occasione irripetibile. Dopo la pubblicazione del bando filiere serve accelerare anche su quello del fotovoltaico, che apre alla possibilità di installare pannelli fotovoltaici sui tetti di circa 20mila stalle e cascine senza consumo di suolo, contribuendo alla transizione green e riducendo la dipendenza energetica del Paese.
Prandini ha precisato: «Abbiamo chiesto il credito d'imposta per l'energia, partendo dal gasolio agricolo, ma vale per le altre risorse energetiche. Un domani non deve esserci una prevalenza della produzione energetica sulla pratica agricola, il reddito proveniente dal fotovoltaico deve essere agricolo».
«Allo stesso modo, il bando sulla logistica è fondamentale per agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo, superando il gap che ci separa dagli altri Paesi».
«Nella prossima legge di bilancio servono misure per tutelare il reddito delle aziende agricole»
In coerenza con gli impegni del Pnrr, «la prossima legge di bilancio - ha incalzato Prandini - dovrà sostenere il ruolo dell’agroalimentare nazionale con misure per tutelare il reddito delle aziende agricole, anche a livello di tassazione. Misure indispensabili anche per fronteggiare il drammatico aumento dei costi, con punte del +250%. Uno tsunami che si è abbattuto sulle aziende agricole con aumenti che vanno dal +95% dei mangimi al +110% per il gasolio fino al +250% dei concimi».
«Puntare sul digestato agricolo»
Per il presidente della Coldiretti, «per sfuggire al ricatto della Russia, che è un grande produttore, occorre cogliere l’opportunità del digestato Made in Italy che consentirebbe agli agricoltori di poter disporre di una sostanza fertilizzante 100% naturale che deriva dalla lavorazione dei reflui, in un’ottica di economia circolare».
«Ridurre il costo del lavoro. Sì ai voucher»
In questo momento storico, ha proseguito Prandini, «è fondamentale la riduzione del costo del lavoro in agricoltura con il taglio del cuneo fiscale girando la cifra direttamente in busta paga ai dipendenti e garantendo loro una maggiore capacità di spesa. Sul fronte del lavoro e dell’occupazione è strategico superare al più presto i vincoli burocratici che rallentano l’assunzione dei lavoratori stagionali per salvare i raccolti sopravvissuti alla siccità dalla frutta alla verdura, dalle olive alla vendemmia.
Proporremo al Governo un voucher che tenga in considerazione le perplessità della rappresentanza, come il tracciamento del pagamento.
Non è possibile che per colpa della burocrazia – ha precisato Prandini – le imprese perdano il lavoro di una intera annata agraria. Si tratta di assicurare i nulla osta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero, ma occorre anche introdurre un contratto di lavoro occasionale per consentire anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi. Per questo sono importanti sia un piano per la formazione professionale che misure per ridurre la burocrazia».
«Ampliare il periodo di caccia al cinghiale»
Tra le richieste al prossimo Governo Prandini ha annunciato, «chiederemo un decreto legge urgente per modificare l’articolo 19 della legge 157 del 1992, ampliare il periodo di caccia al cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette. È paradossale esser qui a rinnovare una richiesta che avrebbe dovuto essere oggetto di un decreto promesso qualche mese fa e rimasto lettera morta. Siamo davvero fuori tempo massimo per dare risposte alle decine di migliaia di aziende che vedono ogni giorno il proprio lavoro cancellato dai 2,3 milioni di cinghiali proliferati senza alcun controllo e che rappresentano un pericolo per la salute e la sicurezza dei cittadini».
«Nutriscore e cibo sintetico, minacce per l'agricoltura italiana e per i consumatori»
In Europa, ha incalzato Prandini, occorre «portare avanti la battaglia contro il Nutriscore, i sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo, fuorvianti, discriminatori ed incompleti che finiscono paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.
Una minaccia letale per l’agricoltura italiana e la salute dei consumatori viene anche dal cibo sintetico, dalla bistecca fatta nel bioreattore al latte senza vacche. Un attacco alle stalle italiane portato dalle multinazionali del cibo che – ha ricordato Prandini –, dietro belle parole come "salviamo il pianeta" e "sostenibilità", nasconde l’obiettivo di arrivare a produrre alimenti facendo progressivamente a meno degli animali, dei campi coltivati, degli agricoltori stessi. Non possiamo accettarlo».
«Il principio di reciprocità è prioritario»
Altro punto affrontato da Prandini è il principio di reciprocità, che «va sempre ribadito negli accordi commerciali, e non si può accettare il trattato Ue-Mercosur che rischia di aprire le porte a prodotti che utilizzano più di 200 pesticidi non autorizzati da noi e ad aumentare la deforestazione e l’inquinamento, mettendo in ginocchio le imprese agricole europee. Alla politica chiediamo di aprirsi alle possibilità di essere presenti nel mondo ma utilizzando il principio di reciprocità. Le regole devono essere le stesse per tutti».
«Via libera alle Tea»
Coldiretti chiede inoltre all’Europa coraggio per la transizione ecologica, con il via libera alla ricerca in campo delle new breeding technique, da distinguere dagli Ogm transgenici e alle politiche di sostenibilità per rendere l’agroalimentare sempre più competitivo.
«Servono bacini di accumulo»
Infine, riguardo alla siccità Prandini ha ribadito la necessità di creare bacini di accumulo «perché non si ripeta la situazione di quest’anno. È un investimento che occorre fare attraverso le infrastrutture. Oggi a causa della siccità, con danni superiori ai 6 miliardi euro, rischiamo di perdere un’azienda agricola su dieci».
«Questa emergenza ha ulteriormente ad aggravato il deficit alimentare dell’Italia che produce appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento. Una situazione - ha concluso il presidente della Coldiretti -determinata soprattutto dai bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi un terzo la produzione nazionale di mais negli ultimi dieci anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati».
Patuanelli: «Operato nell’interesse esclusivo della nazione e degli agricoltori»
«Posso aver commesso degli errori ma ho operato nell’interesse esclusivo della nazione e degli agricoltori. Non ho un trascorso da agricoltore, ma mi avete trasmesso la passione». Lo ha affermato il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, in apertura del suo intervento.
Patuanelli ha poi annunciato che nel decreto di giovedì prossimo «implementeremo con circa 200 milioni euro il fondo di solidarietà nazionale, che è uno strumento datato che non può più essere utilizzato perché interviene ex post, ma in questo momento è l’unico che abbiamo per combattere gli effetti della siccità.
Sul tema irriguo, il ministro ha puntualizzato che si sono fatti investimenti ti importanti dal 2017 in poi. «Abbiamo programmato e investito risorse per affrontare il problema. La politica adesso deve mettere a terra le risorse che ci sono e consentire di sviluppare le progettualità pronte, come il piano laghetti».
Quanto alla prossima legge di bilancio, Patuanelli ha invocato maggiori risorse per il sostegno agli agricoltori.
Ricordando la data - prossima - delle elezioni, un commosso Patuanelli ha ribadito: «continuerò a fare il mio dovere di ministro fino alla fine del mio mandato, insieme alla Coldiretti».
Draghi: «Agricoltura essenziale per la crescita del nostro Paese»
«L’agricoltura è essenziale per la crescita del nostro Paese, la salvaguardia dei territori, la tutela dell’ambiente. La storia del vostro settore si intreccia con la storia d’Italia, ne segna lo sviluppo, è parte integrante della nostra identità collettiva». Così il premier dimissionario Mario Draghi nel suo messaggio.
«La ricchezza della terra, la qualità del cibo sono tratti essenziali dell’immagine dell’Italia nel mondo. Voi agricoltori avete saputo costruire sulla base di una tradizione solida e reinventare le vostre aziende verso il futuro.
In questo periodo di crisi, il Governo è vicino al vostro settore. Siamo impegnati a contrastare il cambiamento climatico e i suoi effetti più drammatici, come la siccità. Continuiamo ad aiutare imprese e famiglie ad affrontare le difficoltà dovute agli aumenti dei prezzi, soprattutto dell’energia. Investiamo in un’Italia più moderna e solidale, che riduca i divari tra le Regioni, ponga al centro le esigenze delle sue comunità.
Vogliamo mettere le aziende in condizione di poter lavorare e programmare il futuro con fiducia. Il Governo intende fare la sua parte».
La politica a confronto sull'agricoltura. Le posizioni dei leader e dei rappresentanti di partito (in pillole)
Enrico Letta, Partito Democratico: «Ci troviamo all’inizio dei sessanta giorni che cambieranno la storia del nostro Paese. La salvaguardia del nostro ambiente e del territorio deve essere il centro delle nostre scelte, e dobbiamo fare un grande sforzo in Europa.
Gli obiettivi di transizione ecologica devono essere raggiunti nei tempi preposti.
La battaglia contro il Nutriscore l’abbiamo appoggiata, così come le scelte contro i cibi sintetici e la volontà di preservare il Made in Italy.
Sul tema cinghiali, serve un grande patto tra i nostri presidenti regione.
La carbon tax deve essere il paradigma su cui lavorare, faremo il massimo perché l’Europa vada avanti sul tema della riduzione delle emissioni ma questo non deve essere uno svantaggio per il nostro Made in Italy».
Antonio Tajani, Forza Italia: «Industria e agricoltura devono essere portate avanti insieme. Per il nostro Paese è fondamentale avere una politica industriale e agricola complessiva.
Sulla siccità abbiamo presentato un piano completo, l'elemento fondamentale è la creazione di 200 invasi utili anche per produrre energia idroelettrica.
C'è poi il tema dei fitofarmaci: dobbiamo separare le Tea dagli Ogm, presenteremo un testo legislativo a favore. La commissaria europea si è impegnata per i lavori preparatori legislativi lo scorso 26 luglio.
C'è la necessità di una riforma sul gasolio agricolo per sfruttare tutti i fondi del Pnrr.
Infine, per quanto riguarda la politica commerciale, va applicato il principio della reciprocità, deve essere chiaro alla Commissione Europea».
Giuseppe Conte, Movimento Cinque Stelle: «Ho fatto quello che deve fare un politico. Dopo mesi credo sia giusto concordare l'agenda di governo. Chiedevamo un confronto non ci è stata data risposta e per questo ci troviamo davanti alle elezioni anticipate.
Ricordo che il reddito di cittadinanza è una misura volta proprio alla ripresa dei consumi perché sono soldi che vengono spesi per la maggior parte sul fronte alimentare.
La tutela dell’ambiente è fondamentale, dobbiamo coniugare lo sviluppo delle colture senza intaccare l’ambiente. Dobbiamo valorizzare gli investimenti su agrivoltaico e agrisolare, perché possiamo dare un contributo alla sostenibilità ambientale.
Consumo del suolo: l’espansione urbana rende il suolo impermeabile ed è un danno collettivo enorme. Significa la perdita di aree verdi, di biodiversità e di servizi eco sistemici. Dobbiamo insistere su politiche di rigenerazione urbana.
Dobbiamo incentivare le imprese giovanili e la ricerca, l’agricoltura di precisione e la sostenibilità, l’uso efficiente della risorsa idrica.
Sul Nutriscore appoggio in pieno la battaglia, un meccanismo di etichettatura senza basi scientifiche e che dà informazioni falsate ai consumatori».
Carlo Calenda, Azione: «Questo Paese non riesce a dire le cose con chiarezza: i cinghiali vanno abbattuti perché sono pericolosi.
In autunno avremo problemi di approvvigionamento e le forze politiche manifestano a Piombino contro il rigassificatore.
Abbiamo bisogno di 2mila bacini, dobbiamo combattere le perdite della rete idrica, oltre il 40% e la rete idrica è gestita da oltre 200 enti, un poltronificio. L'agricoltura consuma il 50% dell'acqua e dobbiamo estendere industria 4.0 all'agricoltura, ad esempio tramite un iper ammortamento per chi fa irrigazione a goccia o tecniche genetiche non Ogm.
Manca un piano di intervento contro l'innalzamento della temperatura: tutte le opere che hanno a che fare con l'acqua vanno centralizzate, basta con la retorica del Pnrr e con il decentramento. A Bruxelles va incentivato l'investimento privato tramite il Pnrr, con sconti fiscali automatici.
Servono poi accordi commerciali internazionali per salvaguardare le indicazioni geografiche. Non possiamo rifugiarci nell'autarchia».
Luigi Di Maio, Insieme per il futuro: «L’indipendenza energetica è un tema fondamentale. Abbiamo firmato un accordo con l’Algeria e oggi diversifichiamo le nostre fonti di approvvigionamento da numerosi paesi. Siamo passati dal 40% di dipendenza dal gas russo al 25% e continueremo anche in questi mesi di governo a diversificare.
Sulla siccità, l’energia, gli accordi internazionali, il nostro lavoro deve ispirarsi al principio della programmazione.
Matteo Salvini, Lega: «Per noi l'agroalimentare sarà un ministero di cui occuparsi, uno dei temi centrali. Se dovessi scegliere il prossimo ministro dell'agricoltura indicherei Gian Marco Centinaio.
A livello europeo dobbiamo sventare attentati alla salute pubblica. Parlo del latte senza vacche o dell'hamburger senza carne
La fauna selvatica è un enorme problema, serve un piano di contenimento che dia mandato a province e regioni per agire».
Francesco Lollobrigida, Fratelli d’Italia: «Il Nutriscore è un concetto discriminatorio.
Quanto ai cinghiali serve un rapporto chiaro di convivenza tra uomo e ambiente. Abbiamo avviato un percorso serrato su questi principi. Occorre tutelare la salute pubblica».