Stop a negazionismi anti-scientifici e a sterili contrapposizioni. Alla devastazione causata dall'avanzata della Xylella sugli oliveti pugliesi occorre rispondere con i fatti. Ne sono convinti gli europarlamentari Paolo De Castro e Raffaele Fitto, interpreti di un'iniziativa concreta per superare lo stallo politico che finora impedisce l'avvio di misure concrete di gestione e ricostruzione di un territorio ferito dall'avanzata del batterio killer.
L'incontro di Lecce
Questa mattina De Castro e Fitto hanno infatti presentato nella sala consiliare della Provincia di Lecce un piano di ristrutturazione del territorio salentino devastato dal batterio Xylella fastidiosa basato sulla predisposizione di una misura specifica del Psr nazionale, cofinanziata da Ue, Regione Puglia e altre Regioni olivicole italiane. «Pensiamo ad un investimento di circa 100 milioni di euro, cofinanziato dall'Unione europea, per garantire ai produttori olivicoli risorse per i mancati redditi degli ultimi 3-4 anni e contributi per nuovi impianti, da realizzarsi su 30-35mila ettari». L'iniziativa mira alla ricostruzione del patrimonio paesaggistico e olivicolo del Salento, ma anche alla rimozione di pericolose fonti di inoculo, nell'interesse delle aree olivicole, regionali e extra-regionali, situate a Nord dell'attuale limite di contenimento della batteriosi.
L'ok dei Commissari Europei
«Abbiamo già - afferma Fitto- illustrato e ottenuto l'ok al piano, a Bruxelles, dai commissari europei per la Salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis e per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan e dal ministro per le Politiche agricole Gian Marco Centinaio, che hanno assicurato piena condivisione e disponibilità». «Oggi - continua - vogliamo presentarlo alle autentiche vittime del batterio: gli agricoltori. E lo facciamo anche per raccogliere i vostri preziosi contributi per migliorarlo. Poi, una volta definito, lavoreranno su esso, in maniera sinergica, Ue, Governo nazionale e Governo regionale».
Tempi troppo lunghi per un decreto
Il contenimento della diffusione di Xylella passa attraverso l’eliminazione delle fonti di inoculo, la lotta al vettore e lo sviluppo della ricerca di varietà tolleranti, resistenti o immuni e di metodi di controllo del batterio, ha ricordato De Castro, «ma bisogna guardare anche al reddito di chi finora è vissuto di olivicoltura. Noi non crediamo alla opportunità di una legge o di un decreto, che richiede un lungo percorso di condivisione e autorizzazione da parte dell’Ue. Prendendo esempio dalla Regione Emilia Romagna, che ha promosso una misura specifica del Psr, condivisa e finanziata anche dalle altre Regioni colpite, per far ripartire le imprese i cui capannoni erano stati distrutti dal terremoto, proponiamo una misura specifica del Psr nazionale per dare respiro alla ricostituzione del patrimonio olivicolo del Salento».
Le risorse ci sono
«La misura - aggiunge De Castro - è stata già con concordata con Bruxelles e autorizzata. Le risorse non mancano, si possono impiegare anche parte di quelle non utilizzate dai Psr nazionali su zootecnia e irrigazione. E non si abbiano timori per le modalità applicative, come il contratto di distretto, le forme di programmazione negoziale di cui abbiamo già sperimentato la rapidità di azione. Abbiamo la disponibilità dei commissari Ue, del ministro Centinaio e dell’assessore regionale pugliese di Gioia. Tutto è pronto affinché chi ha diritto possa partire subito, senza indugio. La soluzione c’è, bisogna solo bisogna costruirla in modo che sia uno sprone per i nostri olivicoltori».
«Vogliamo fare tutto il possibile – commentano i due europarlamentari –per fermare l'avanzata della batteriosi ed è nostra intenzione coinvolgere tutte le Istituzioni e tutto il partenariato che rappresenta gli agricoltori perché è ora di un’azione sinergica e non di contrapposizioni sterili».
La xylella va combattuta e non sfruttata . Esistono interventi chimici che avrebbero dovuto fare, anche su mio suggerimento diretto, già due anni fa e non sono stati fatti. Ora la piaga consente mille involuzioni politiche e commerciali e non mi sembra si voglia risolvere il problema. Occorrono le “”medicine”” e non le “”chiacchiere””.
E’ come se una grave polmonite che ha colpito un essere umano si curasse con la sola aspirina.
Abbiamo almeno 4 miliardi di olivi in Italia non li bruciamo tutti (anche se già importiamo centinaia di milioni di ettolitri di olio di oliva)