Dall'obbligo d'origine in etichetta agli investimenti per esportare il modello italiano agroalimentare, ma anche la battaglia serrata in Europa contro il Nutriscore e lo stop alle speculazioni che sottopagano i prodotti agricoli e penalizzano la competitività delle imprese. E ancora la sfida della transizione ecologica, lo sviluppo dell'internazionalizzazione, la lotta al caporalato, la gestione idrica e il potenziamento delle infrastrutture.
Il presidente Ettore Prandini chiudendo i lavori del Forum del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione organizzato da Coldiretti passa in rassegna alcune delle tematiche principali affrontate nei due giorni di lavori e traccia le direttive future del settore.
Nutriscore e etichettatura
«Il Nutriscore, non è il problema. È uno dei problemi. Abbiamo lavorato nell’ultimo anno con le rappresentanze agricole degli altri paesi europei affinché nascesse una sensibilità che mancava rispetto i rischi di una forma di etichettatura fortemente ingannevole che mette in pericolo non solo le produzioni ma anche la salute dei consumatori».
«Bene la volontà del governo di dare continuità all'obbligo di origine sui prodotti agroalimentari italiani, è un fatto di giusta trasparenza e di mettere nella giusta condizione i nostri cittadini di essere consapevoli rispetto a quello che andranno ad acquistare. Con Paolo De Castro stiamo lavorando affinché si arrivi a una forma di etichettatura tra tutti gli Stati membri, dobbiamo esportare il nostro modello in Europa».
Caporalato e pratiche sleali
«Ringrazio il ministro Lamorgese per l’impegno verso la lotta al caporalato voluto fortemente dal nostro osservatorio sulle agromafie. Il riconoscimento della giusta redditualità ai produttori è un passo fondamentale per debellare questa piaga».
«Siamo altresì convinti che il processo legato alle pratiche sleali ci aiuterà a ridistribuire valore in modo equo nella filiera. È inaccettabile chi si arrocca su posizioni speculative, non possiamo permettere che un chilo di arance siano vendute a 90 centesimi, non sono catene di distribuzione ma speculatori sul lavoro degli agricoltori».
Risorsa idrica
«Al ministro Carfagna diciamo che siamo particolarmente soddisfatti che lei possa avere intuito e capito l’importanza dei bacini di accumulo. Settimana prossima Coldiretti incontrerà direttamente la ministra per sviluppare il ruolo strategico che questi bacini avranno al sud e non solo. Noi vogliamo porre una sfida, che oggi sembra inarrivabile, ma se riusciamo a garantire la risorsa idrica, saremo in grado nell’arco di 20 anni, di arrivare al grado di autosufficienza produttiva. Portare l’acqua dove non c’è, non solo garantisce la qualità del cibo, ma ci mette nella condizione di triplicare le rese per superficie».
«I bacini d’accumulo forniscono una risposta anche al dissesto idrogeologico e ai cambiamenti climatici. Noi oggi tratteniamo solo 10% di acqua piovana. Tutti i paesi del G20 che hanno lungimiranza, si immaginano di trattenere il 50/60% di acqua per utilizzarla nelle filiere produttive».
Transizione ecologica
«La transizione è una opportunità ma guai se non accompagniamo le imprese in questo processo. Abbiamo parlato di energia rinnovabili, siamo convinti che il biogas, il biometano liquido siano una grande opportunità, anche il recupero dei vecchi impianti.
«Abbiamo dimostrato, non a parole, ma attraverso i fatti e attraverso un soggetto, come è Ferrovie dello Stato, che andremo a recuperare tutte le aree di mitigazione per creare un fotovoltaico a sostegno di una infrastruttura sostenibile a livello europeo e dove ancora l’Italia può dimostrare a livello europeo e mondiale quello che si può fare senza consumare il suolo agricolo».
Per quanto riguarda le rinnovabiil, dobbiamo sostenere una nuova forma di ricerca che metterà le nostre imprese nella condizione di essere sostenibili e competitive dal punto di vista dei costi energetici rispetto ai player mondiali».
Infrastrutture
«Dobbiamo incentivare tutto ciò che concerne la logistica, specialmente porti e retroporti. Serve visione strategica per l’intero territorio nazionale per incrementare lo sviluppo del nostro export e della nostra competitività».
Internazionalizzazione
«Il ministro Di Maio ci raccontava dei numeri sicuramente importanti e che ci danno la possibilità di guardare al futuro con interesse e determinazione per far crescere l’internazionalizzazione delle nostre imprese. Bisogna creare all’interno della Farnesina un momento unico di confronto per accelerare gli accreditamenti dei nostri prodotti sui mercati esteri e aprire in termini veloci dei canali di carattere commerciale. Dobbiamo tracciare un futuro che guardi ad una costruzione rispetto le nostre filiere anche in un periodo di medio lungo termine e avere una visione che accompagni le nostre imprese indipendentemente dalla loro dimensione per poter conquistare i mercati mondiali».
«Ma dire che siamo i più bravi non è sufficiente. Oggi abbiamo bisogno di umiltà per conquistare i mercati internazionali, coinvolgendo e facendo crescere anche le nuove generazioni».
«Siamo un Paese che sa vincere le sfide»
«Partendo dal presupposto che non potremo permetterci di sprecare le risorse del Recovery, dovremo spingere per le riforme istituzionali che ci permettono di essere competitivi, siamo altresì convinti che esattamente come abbiamo fatto ad Expo 2015, quando questo Paese è chiamato ad una sfida, la sa interpretare, esercitare e soprattutto la sa vincere».
Lamorgese, Carfagna, Di Maio, gli interventi dei ministri citati da Prandini
Luciana Lamorgese: impegno lotta mafie e caporalato in agricoltura
«Il rispetto della legalità è uno dei pilastri del nostro ministero e anche l’agricoltura ha bisogno di questo elemento per tutelare il settore dalle mafie e dal caporalato che lucrano sottraendo risorse all’economia locale, operando nella contraffazione dei marchi».
Mara Carfagna: questione idrica emergenza nazionale
«Abbiamo 40 comuni meridionali che vivono senza rete fognaria. Inoltre 2 milioni di cittadini, di cui due terzi nel meridione, vivono senza impianti di irrigazione. Senza infrastrutture non può esserci sviluppo. La questione idrica è questione di efficienza economica. Per affrontare questa emergenza nazionale ho deciso di inserire nel programma europeo REACT-EU una linea di finanziamento di 113 milioni di euro per ridurre le perdite idriche. Avremo la possibilità di incrementare questo fondo con altri 100 milioni di euro. Per quanto riguarda il Pnrr ci sono oltre 4 miliardi per il piano idrico, di cui oltre la metà per il sud. Questi interventi possono essere completati entro i 5 anni previsti dal Recovery.
Oggi raccogliamo solo l'11% dell'acqua piovana. Dobbiamo lavorare sui piccoli invasi, così da razionalizzare l'acqua e distribuirla ai cittadini, alle imprese e all'agricoltura».
Luigi Di Maio: impegnati in internazionalizzazione e sviluppo export
«La tutela e la promozione della filiera agroalimentare sono le priorità della Farnesina. La promozione sui mercati internazionali dei prodotti a denominazione d’origine, di cui l’Italia vanta il primato, è un traino indispensabile per il nostro Made in Italy.
Con il patto per l’export sono stati stanziati 5,4 mld euro per il rilancio della competitività delle nostre imprese. Ci siamo concentrati su transizione digitale, rafforzamento capitale umano e crescita tecnologica.
L’obiettivo ora è rendere strutturali i provvedimenti adottati. Con la legge di bilancio abbiamo previsto per il 2022 il rifinanziamento del fondo 394 (finanziamenti agevolati per l'internazionalizzazione delle imprese) e per la promozione integrata, rispettivamente di 1,5 mld e di 150 mln euro all’anno fino al 2026».
Leggi anche:
Forum Coldiretti, Patuanelli «garantire reddito agli agricoltori»
Coldiretti, arrivano i decreti “Salva Spesa”, da pasta a latte
Prandini: «cibo sintetico e Nutriscore vanno di pari passo. Fare squadra»
Consumi, l’88% degli italiani disposto a spendere di più per cibo green
Coldiretti, al via il XIX forum internazionale dell’agricoltura