Il conflitto russo-ucraino ha recentemente messo in evidenza problematiche di approvvigionamento delle materie prime fino ad ora sottovalutate. L’Italia è un Paese con un grande fabbisogno di granella e olio di girasole, coperto per la gran parte da importazioni da varie nazioni, principalmente dell’Europa dell’Est. D’altra parte avrebbe tutte le carte in regola per soddisfare i propri fabbisogni ben più ampiamente di quanto non avvenga. La coltura, infatti, si estendeva, qualche decennio fa, su una superficie più che doppia rispetto all’attuale. Essa è inoltre realizzabile in quasi tutto il territorio nazionale senza l’adozione di particolari investimenti da parte degli agricoltori, che già possiedono il parco macchine necessario per la coltivazione.
Occorre, in ogni caso, fare molta attenzione alla scelta dell’ibrido di girasole da impiegare, in modo da valorizzare al meglio le potenzialità dell’ambiente di coltivazione. Non si può trascurare il fatto che in Italia vengono commercializzati ibridi di provenienza quasi esclusivamente estera, da ambienti, perciò, sottoposti a condizionamenti biotici e abiotici diversi dai nostri.
Questo pone, come sempre, problemi di collaudo e di valutazione, in considerazione del fatto che, spesso, le varietà immesse nella rete commerciale non risultano testate, nel nostro territorio, se non attraverso le prove per l’iscrizione al Registro nazionale. Con questa finalità il Centro di ricerca Cerealicoltura e colture industriali del Crea coordina, avvalendosi della collaborazione di altri enti di ricerca innestati sul territorio, da oltre un ventennio, una rete di valutazione varietale che prevede una serie di prove di confronto eseguite in ambienti rappresentativi della zona di produzione italiana.
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Ventidue ibridi di girasole in prova
La sperimentazione allestita nel 2023 ha previsto la valutazione di ventidue ibridi commerciali (quindi già iscritti al Registro nazionale), dei quali diciotto ad alto contenuto di acido oleico: sono stati presi in esame al massimo tre ibridi per ogni ditta tra quelle più dinamiche operanti nel settore, che rappresentassero i materiali di prospettiva per gli anni successivi a quelli di prova. Questi rimarranno in sperimentazione per un triennio, a meno che non debbano essere sostituiti per le performance particolarmente insufficienti o inderogabili esigenze di mercato da parte della ditta distributrice (tab. 1). La sperimentazione ha coinvolto sei unità operative in sette località di sei regioni rappresentative di tipici ambienti elianticoli e dove si concentra la quasi totalità della produzione nazionale (vedi tabella località).
Metodologia, modalità di conduzione delle prove ed esecuzione dei rilievi sono stati effettuati secondo principi ormai consolidati e desumibili da pubblicazioni relative agli anni precedenti (visualizza la scheda agronomica).
Andamento meteo
Le località di prova sono caratterizzate da un andamento termico poliennale molto simile, con temperature medie, nel periodo aprile-settembre, oscillanti tra i 18,7 °C di Cesa (Ar) e i 21,4 di Budrio (Bo). Il novero delle precipitazioni non si discosta molto tra località, passando dai 326,1 mm di Budrio ai 487,7 di Monteleone (Fm), mentre Premariacco (Ud) rappresenta una realtà molto diversa con i suoi 814 mm complessivi. Nel 2023 le temperature sono mediamente salite in tutti gli ambienti, maggiormente a Papiano (Pg), con un incremento medio di 1,6 °C e dove si sono registrati scostamenti positivi in tutti i mesi considerati; in tutti gli altri siti si è osservato, in aprile, un più o meno sensibile abbassamento delle temperature, che a Budrio si è protratto anche nei due mesi successivi, che poi si sono elevate nel prosieguo del ciclo, denotando una flessione in agosto e una repentina crescita in settembre.
Le precipitazioni hanno espresso dappertutto degli incrementi evidenti in primavera, tranne che a Premariacco, tanto che poi la sommatoria delle piogge è stata superiore in tutte le località, ad eccezione di Monteleone, caratterizzata dalle precipitazioni più abbondanti, tra quelli oggetto di indagine, nel Centro Italia, dove invece si è evidenziata una leggera flessione. In quest’ultimo caso, come anche nel Bolognese, gli eventi meteorici di maggio sono stati molto abbondanti e, non raramente, violenti, interferendo negativamente con lo sviluppo delle giovani piante (visualizza l'andamento meteo).
Resa in acheni e in olio
L’annata 2023 non è risultata sfavorevole al girasole, che ha evidenziato la migliore resa, in acheni e olio, degli ultimi anni, manifestando anche la migliore uniformità tra ambienti. A questo proposito il divario tra la minima e la massima produzione in acheni ha raggiunto appena il 31%, mentre nell’ultimo quinquennio non è mai stata inferiore al 35% (tab. 2); inoltre, in un gradiente decrescente, lo scarto tra le rese più vicine è oscillato tra il 2 e il 6%, raggiungendo il 16% solo tra Osimo e Premariacco.
Budrio, solitamente tra gli areali più performanti, ha evidenziato una leggera flessione rispetto ai risultati dell’ultimo quinquennio, non raggiungendo le 4 t/ha, superate solo da Rovigo, nuova località di indagine (tab. 3). Nel Bolognese il gruppo degli ibridi migliori ha annoverato 10 unità, risultando il più numeroso dell’intera sperimentazione. Tra tutti si è distinto Mas908Hocp, con la migliore resa in assoluto, ma non differente, statisticamente, dai rimanenti nove; tra questi Subeo, MAS910OL, Suliano e Sureli, hanno superato o eguagliato le 4 t/ha.
A Cesa si sono evidenziati Suliano e P64HE133, con produzioni superiori a 4,5 t/ha; a questi si sono affiancati MAS908HOCP, Sureli, P64HE144 e MAS910OL, tutti statisticamente non diversi dai primi e con valori superiori a 4 t/ha. Quest’ultimo risultato è stato raggiunto, a Monteleone di Fermo, solo da LG 50.455 CLP, a cui si è affiancato Subeo, che lo ha approssimato. Sia quest’ultimo sia LG 50.467 sono risultati i migliori a Osimo; con performance statisticamente simili anche P64HE144 e Suliano, seppur con qualche quintale di prodotto in meno.
A Papiano è SOL23HO-38 che ha raggiunto la vetta della graduatoria produttiva, a cui si sono affiancate altre cinque accessioni, statisticamente non dissimili: LG 50.467, Sureli e P64HE144, con rese superiori a 4 t/ha, Suliano e LG 50.455 CLP, leggermente inferiori. A Premariacco una sola varietà si è distinta fra tutte: Arnetes SU, unica però, fra le migliori in assoluto nelle varie località a non raggiungere i 4.000 kg di produzione. In questo ambiente solo altre sette hanno superato le 3 t/ha di resa.
A Rovigo, oltre che la più elevata resa media di località, si sono messi in evidenza anche i migliori quattro ibridi di girasole dell’intera sperimentazione 2023: MAS910OL, P64LE136 e Sureli, che hanno superato le 5 t/ha, e MAS908HOCP, che gli si è molto avvicinato.
Il contenuto in olio medio è risultato in linea con quello delle passate esperienze, almeno dell’ultimo triennio (tab. 4). A Monteleone si sono registrati i valori più alti, con ben tre varietà che hanno superato la soglia del 50%: Arnetes SU, Sureli e Subeo. Le stesse, nel medesimo ordine, sono anche quelle che hanno mostrato i tenori più elevati complessivamente; altre quattro cultivar hanno superato il 49% e sei il 48%. Anche a Papiano si sono raggiunti valori elevati e anche qui Arnetes SU ha superato il 50%, mentre Sureli e Subeo il 49% e Suliano e LG 50.797 CLP il 48%. Si sono inoltre distinte P64HE133 a Budrio (49,26%), RGT Billykid, a Cesa (49,23%), RGT Angello a Osimo (48,62%) e RGT Exallto a Rovigo (48,82%).
I primi due caratteri esaminati finora fungono da componenti per delineare la classifica relativa alla produzione di olio teorica esposta in tab. 5. Il tenore in olio ha inciso più o meno sensibilmente modificando la graduatoria di merito osservata precedentemente per la resa in acheni in tutti gli areali investigati. Nello specifico è risultata penalizzata a Budrio e Rovigo, dove, proprio a causa dell’insufficiente tenore in sostanza grassa dell’achenio, MAS830OL, nella prima località, MAS910OL e MAS908Hocp, nella seconda, sono uscite dal gruppo delle migliori varietà. Situazione più penalizzante a Cesa, dove ben quattro accessioni hanno perso posizioni: alle due varietà già ricordate per la località veneta si sono aggiunte P64HE144 e Suliano. Al contrario il buon tenore in olio ha permesso di includere tra le migliori Sureli a Monteleone e RGT Exallto a Premariacco.
A Osimo e Papiano situazioni interlocutorie: nella prima si affrancano Arnete SU e LG 50.797 CLP, viene penalizzata, invece, P64HE144; nella seconda, in perfetto equilibrio, LG 50.455 CLP esce dall’insieme dei più migliori, Arnete SU vi entra.
Variabilità e vocazionalità produttiva
Sarebbe raccomandabile poter valutare la bontà o meno di una cultivar riferendola sì alla potenzialità produttiva, ma anche alla sua stabilità nel tempo. Essendo però le cultivar in prova nel 2023, per la maggior parte, al loro primo inserimento in sperimentazione, non è possibile effettuare un’indagine di stabilità per un intervallo di tempo sufficientemente lungo (almeno un triennio). Ecco perché si è ritenuto opportuno stabilire la permanenza delle varietà in sperimentazione almeno per tre anni, salvo le dovute eccezioni.
Per avere un minimo di informazione sulla variabilità delle produzioni degli ibridi in esame nel 2023, è possibile costruire il grafico di fig. 1, che costituisce comunque un buon compromesso e può rappresentare un valido ausilio per valutare l’affidabilità delle cultivar. I caratteri esposti finora, infatti, sono presentati sotto forma di indici, allo scopo di dare maggiore evidenza alla potenzialità e variabilità produttiva nelle varie esperienze: il tondino rosso sta a significare l’indice produttivo medio di tutte le prove; l’ampiezza del segmento che include il tondino rosso indica lo scarto tra resa massima e minima. Una varietà, perciò, risulterà tanto più produttiva quanto più il tondino rosso è spostato a destra rispetto alla linea relativa all’indice medio (100) e tanto più affidabile (relativamente a sei areali di saggio, seppure in un solo anno di prova) quanto più è ristretto il segmento che lo contiene.
Considerando il primo diagramma, quello relativo alla resa in acheni, limitandoci alle varietà con indice medio superiore a 100, mettendo a confronto due ibridi dalle caratteristiche produttive simili, Sureli e Suliano, il secondo, pur avendo delle potenzialità leggermente inferiori al primo, ha però maggiori possibilità di ripetere le buone prestazioni evidenziate indipendentemente dall’areale e dalle condizioni ambientali in cui si trova inserito. Questo è ancora più evidente considerando un’altra coppia di ibridi, P64HE144 e P64LE136: pur avendo estrinsecato una potenzialità produttiva pressoché identica (i tondini rossi sono perfettamente allineati), il primo presenta una maggiore affidabilità produttiva, in quanto l’ampiezza del segmento relativo, che esprime la costanza di produzione, è di gran lunga inferiore a quella dell’altro ibrido.
Nel secondo diagramma occorre rilevare che il tenore in olio degli acheni, molto più dipendente dal genotipo rispetto all’ambiente, presenta delle fluttuazioni tra costituzioni molto più contenute degli altri due caratteri a confronto. Ciò nonostante, nella terza parte del grafico viene evidenziata l’influenza che questo carattere esercita sulla resa in olio, di cui risulta componente insieme alla resa in acheni, generalmente a scapito della costanza di performance. Solo Arnetes SU risulta avvantaggiato, aumentando la propria produttività contestualmente alla stabilità di prestazione; MAS910OL e MAS908HOCP, invece, migliorano in stabilità peggiorando la produttività.
La vocazionalità produttiva degli ibridi in valutazione viene sintetizzata nella fig. 2: sette appartengono al gruppo di quelli con una più spiccata attitudine alla produzione di olio (Subeo, Sureli, Arnetes SU, P64HE133, LG 50.797 CLP, RGT Angello, RGT Billykid); altri sette sono maggiormente inclini alla produzione di acheni (Mas 910OL, Mas908HOCP, LG 50.467, ES Epic, Mas830OL, RGT Volcano CLP, Delicio HO CLP); i restanti presentano una potenzialità produttiva equilibrata. Per verificare l’effettiva rispondenza degli ibridi ad alto contenuto di acido oleico nella frazione lipidica alla tipologia dichiarata, sono state effettuate analisi gascromatografiche su campioni provenienti da ognuno dei siti di prova. Gli stessi sono stati ottenuti da piante liberamente impollinate e non autofecondate sotto isolatore di cotone, come per gli anni passati.
L’ormai raggiunta omogeneità del carattere AO nei parentali degli ibridi permette una certa sicurezza nel risultato indipendentemente dalle coltivazioni limitrofe. Infatti, i diciotto ibridi ad alto contenuto di acido oleico saggiati hanno confermato, al riscontro analitico, le peculiarità dichiarate (tab. 6).
Precocità, espressa come giorni di intervallo fra emergenza e fioritura, e altezza delle piante sono caratteristiche correlate all’adattabilità degli ibridi agli ambienti di coltivazione (tab. 7). SOL23HO-38 è stato il primo a raggiungere la fioritura, Subei, Sureli, Suliano e P64LE136 gli ultimi, con in media, cinque giorni di ritardo. RGT Exallto ha mostrato la minore taglia delle piante, MAS908HOCP la maggiore, con una differenza di 40 cm. ES Epic ha fatto registrare il maggiore peso medio degli acheni, RGT Billykid, il minore.
Gli ibridi di girasole migliori
La rete di prove allestita nel 2023 in sette località è stata eseguita da sei unità operative appartenenti a 4 Enti che svolgono sperimentazione a livello nazionale (Crea, Università di Perugia, Terre reginali Toscane, Ersa), che hanno lavorato su base volontaria, senza alcun contributo esterno. Questa, in essere dal lontano 1981, rappresenta un punto di riferimento indispensabile all’orientamento delle scelte degli imprenditori agricoli, fornendo informazioni e accertamenti utili per una valutazione di tipo globale di nuove proposte ibride e cultivar già diffuse.
L’informazione risulta indispensabile, considerato che il margine economico nella coltivazione del girasole è sempre più ristretto e l’agricoltore non può permettersi errori nella scelta della varietà più idonea per il proprio areale di coltivazione, tenendo conto della variabilità nella risposta produttiva che le varietà e la coltura stessa presentano negli anni e nei diversi areali (fig. 3).
L’annata 2023 ha evidenziato una spiccata variabilità di comportamento fra località, tanto che difficilmente si è potuta riscontrare una univocità di comportamento degli ibridi fra località. Nessuno di questi ha eccelso in più di una località e ridotto è stato il numero di quelli che si sono presentati più frequentemente al vertice nelle graduatorie di merito dei vari ambienti. In ordine decrescente di resa in acheni in valore assoluto, con, tra parentesi il numero delle volte che questi sono entrati nel gruppo dei migliori per resa in acheni e olio, rispettivamente, nelle varie località, si sono messi in evidenza: MAS910OL (3, 1); Subeo (3, 3); Sureli (4, 5); Suliano (4, 3); Arnetes SU (2, 4); MAS908HOCP (3, 1); P64HE144 (3, 1); P64HE133 (2, 2); LG 50.467 (2, 2).
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Hanno partecipato alla stesura di questo articolo:
Del Gatto A.1, Pieri S.1, Corsi G.2, Govoni F.2, Mangoni L.1, Fabbrini L.3, Quattrucci M.3, Farneselli M.4, Lazzarin T, Martinuzzi M.5, Alberti I.6, Sanna D.6
1Crea-CI Osimo (AN);
2Crea-DC Bologna;
3Terre Regionali Toscane - Marciano della Chiana (AR);
4Università degli studi
di Perugia;
5Ersa Pozzuolo del Friuli (UD);
6Crea-CI Rovigo