Mattarella: «Gestione sostenibile del comparto agricolo ha ruolo strategico per transizione»

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«L’attuazione del Pnrr richiede regia di sistema e visione ampia». E’ questo il messaggio del presidente della Repubblica in occasione del convegno organizzato dal Mipaaf "L'architettura verde nell'ambito della nuova Politica Agricola Comune", svoltosi presso la Tenuta presidenziale di Castelporziano. Tutela ambientale e sociale, sostenibilità e reddito agricolo, alcune delle principali tematiche affrontate

«Nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’attuazione delle politiche di settore richiede una regia di sistema e una visione ampia, a garanzia dell’efficacia delle misure per una ripartenza strutturale, solida e lungimirante, attenta al benessere dell’uomo e del pianeta e capace di affrontare i cambiamenti globali, primo fra tutti quello climatico».

Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in occasione dell'evento: "L'architettura verde nell'ambito della nuova politica agricola comune", svoltosi presso la Tenuta presidenziale di Castelporziano, riserva naturale dello Stato assoggettata a regime di tutela secondo i criteri propri delle aree naturali protette.

Comparto agricolo strategico per transizione ecologica

«La gestione sostenibile del comparto agricolo, sempre più connessa alla compatibilità ecologica e rispettosa delle sensibilità dei giovani e delle generazioni a venire - prosegue Mattarella -, riveste un ruolo strategico per l’esito favorevole del processo di transizione sostenuto con impegno a livello europeo».

«Il nostro Paese trova forma nel paesaggio rurale, nella tipicità delle produzioni salubri e inscindibilmente legate all’ambiente, al clima, alle risorse naturali, alle tradizioni e ai valori delle comunità sociali e occupazionali; la Tenuta di Castelporziano è un esempio rappresentativo di tale connotazione identitaria. L’attenzione alla sua preservazione - conclude il Presidente - è dovuta, con l’uso dell’innovazione tecnologica integrata e della ricerca anche sperimentale».

Nel corso del convegno sono state approfondite alcune delle tematiche centrali inerenti le incalzanti sfide europee e globali. Dal modello di "architettura verde" introdotto nella nuova Pac, ai cambiamenti climatici, all’importanza della ricerca e innovazione, a un equo reddito per gli agricoltori, fino all’analisi su una sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Patuanelli: «Nuova Pac è cambiamento radicale»

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Stefano Patuanelli

«Stiamo chiudendo il percorso di riforma della Pac. Un percorso - specifica il ministro del Mipaaf Stefano Patuanelli - complicato, lungo, difficile, che deve tenere insieme esigenze a volte contrapposte: la tutela della competitività delle aziende e dell’ambiente, il produrre cibo sano di qualità e in quantità sempre maggiore riducendo gli input ambientali. Questa la vera sfida. Dal 1962, anno della prima vera politica comune in Europa, mai come in questa Pac la riforma è stata così radicale».

«Sostenere un reddito agricolo sufficiente e la resilienza del settore, migliorare l'orientamento al mercato e aumentare la competitività delle aziende agricole, migliorare la posizione degli agricoltori nella catena del valore, contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all'adattamento agli stessi, promuovere lo sviluppo sostenibile e un'efficiente gestione delle risorse naturali, contribuire ad arrestare e invertire il processo di perdita della biodiversità, attirare e sostenere i giovani agricoltori, promuovere l'occupazione, la crescita, la parità di genere, migliorare la risposta dell'agricoltura dell'Unione alle esigenze della società in materia di alimentazione e salute. Sono gli obiettivi da raggiungere e devono tenere conto della sostenibilità economica, ambientale e sociale».

L’architettura verde ha un grande impatto sul primo e secondo pilastro

«La Pac 21-27 peserà per il 31% del bilancio Unionale. Il piano Next Generation Eu integra con 8 miliardi le risorse destinate agli stati membri. L’importo totale è quindi di 386 miliardi di euro, di cui oltre 50 miliardi per il nostro Paese composto da 40 miliardi di quota unionale e ulteriori 11 miliardi di cofinanziamento nazionale e regionale. Dunque una riforma epocale in cui l’architettura verde ha un grande impatto sul primo e secondo pilastro - prosegue il ministro -. Oggi il Piano strategico consente una programmazione unitaria per tutto il Paese. Gli ecoschemi che assorbiranno il 25% delle risorse del primo pilastro sono una novità assoluta».

Il lavoro sul tavolo di partenariato, ricorda il ministro, ha riguardato tra le altre cose la decisione su quali ecoschemi integrare. «Spetterà agli stati membri orientare queste scelte. Avremo poi un focus sulla zootecnia, che deve essere accompagnata da politiche di sostegno nel cammino verso la sostenibilità e benessere animale. E ancora l’olivicoltura, che deve essere sostenuta nel mantenimento a tutela del paesaggio e dell’ambiente. E la filiera del riso, un’eccellenza del nostro Paese che deve mantenere alto il livello del sostegno».

Diversificazione del reddito

«Va chiarito un aspetto base: il reddito deve essere dignitoso. Per questo - incalza Patuanelli - abbiamo inserito nel Pnrr molte progettualità di diversificazione del reddito, come la produzione di energia da fonti alternative. C’è poi il tema dell’acqua, centrale nei prossimi 40 anni per il Paese, serve gestione efficiente di questa risorsa. Dovremo anche aumentare il valore aggiunto per la prima parte della filiera, quella più debole, anche attraverso i contratti di filiera».

Cingolani: «La sostenibilità è un concetto di compromesso»

Roberto Cingolani

Sulle energie rinnovabili il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani evidenzia: «abbiamo inserito nuove misure nel Pnrr per nuove opportunità sull’agrofotovoltaico verticale, per la produzione di biogas in situ. Fino a 10% delle aree coltivabili può essere utilizzato per gli impianti».

Il nostro compito, sottolinea il ministro, è «creare un piano che risponda alle aspettative europee, salvaguardando però le nostre eccellenze. Possiamo fare tantissimo e abbiamo le risorse, ma siamo di fronte ad un cambiamento di rotta urgente: conta il tempo ancor più del denaro. Se lavoriamo troppo in fretta rischiamo la catastrofe. Dobbiamo essere saggi: più veloci possibile ma compatibili con la sostenibilità sociale della transizione. La sostenibilità è un concetto di compromesso tra l’obiettivo climatico e la salvaguardia delle condizioni degli esseri umani, e servirà lavorare ancora di più sulle diseguaglianze. Tutto questo sul piano operativo è complicato, ma non c’è un piano B, né dal punto di vista della transizione ecologica, né da quella sociale ed economica».

Orlando: «Il lavoro in agricoltura deve prevedere una giusta remunerazione»

Andrea Orlando

«L’agricoltura è un’attività primaria non solo per questioni statistiche. La pandemia ha posto in evidenza la sua strategicità. Per questo - afferma il ministro del lavoro Andrea Orlando - ci vuole coraggio nella realizzazione di un piano che sappia puntare su un modello che coniughi qualità e quantità. Siamo chiamati a costruire in sistema resiliente e sostenibile, da un punto di vista ambientale ed economico. Se non affrontiamo seriamente il problema dei cambiamenti ambientali non potremo garantire la sostenibilità sociale».

«Il lavoro in agricoltura deve prevedere una giusta remunerazione. Oggi - prosegue Orlando - abbiamo poco meno di un milione di impiegati in agricoltura e ancora troppi contratti stagionali, c’è tanto sommerso, salari bassi, soprattutto per gli stranieri. Per questo abbiamo chiesto una clausola sociale all’interno della nuova Pac, anche contro le perplessità di altri Paesi. Ora spetta a noi attuarla adeguatamente, per far sì che si raggiunga in tal senso un risultato concreto».

Orlando ricorda poi l’introduzione di nuovi ammortizzatori sociali in agricoltura e l’allargamento della Naspi anche a lavoratori che hanno meno giornate lavorate. La riforma degli ammortizzatori punta a una maggiore equità sociale, in vista delle crisi dovute alla transizione che inevitabilmente ci saranno. Quindi la Naspi è allargata agli operatori agricoli a tempo indeterminato.

Agricoltura e nuove generazioni

Il settore, specifica il ministro, ha registrato un balzo del 14% dei giovani imprenditori in agricoltura rispetto a 5 anni fa. Un’azienda su 10 è gestita da giovani. «L’agricoltura ha un futuro perché è stata capace di innovarsi ed è attrattiva per i più giovani. L’agricoltura non è solo una filiera produttiva, ma una vera opportunità di crescita sociale per il nostro Paese. L’agricoltura - conclude Orlando - assuma un ruolo di guida nella trasformazione del Paese».

 

 

Mattarella: «Gestione sostenibile del comparto agricolo ha ruolo strategico per transizione» - Ultima modifica: 2021-12-09T22:12:24+01:00 da Laura Saggio

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