Il periodo compreso tra la raccolta dei frutti e la caduta delle foglie fino al momento della potatura costituisce una fase epidemiologicamente importante per l’instaurarsi delle infezioni da Pseudomonas syringae pv actinidiae (Psa del kiwi) a causa delle condizioni climatiche che normalmente decorrono particolarmente umide.
Attenzione alle ferite
In genere, ogni ferita sulla pianta rappresenta una via di penetrazione dei batteri nei tessuti vegetali, all’interno dei quali possono sopravvivere fino alla ripresa della stagione successiva. E in questo lasso di tempo gli eventi che possono essere rischiosi per le infezioni sono numerosi: dalle cicatrici di raccolta dei frutti a quelle procurate in seguito alla caduta foglie, fino a quelle causate dalla potatura e dalle gelate. Gli effetti di queste ultime possono inoltre essere accentuati dalla presenza di batteri criogeni come P.syringae pv. syringae e P.viridiflava che possono favorire l’insediamento di Psa, determinando un ulteriore degradazione del tessuto vegetale. Proprio in questo periodo si può ancora intervenire efficacemente sull’actinidieto per ridurre il rischio infettivo. Gli interventi e le operazioni che vengono consigliate hanno come obbiettivo quello di ridurre il livello di inoculo batterico nell’impianto e proteggere dall’ingresso dei batteri le ferite che inevitabilmente vengono provocate sulle piante nel corso dell’intera stagione vegetativa.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Gestione a fine stagione
Pertanto, alla raccolta dei frutti si raccomanda di monitorare costantemente il proprio actinidieto alla ricerca di sintomi sospetti di Psa del kiwi e di eliminare tempestivamente gli organi colpiti e, nei casi estremi, la pianta intera. Il materiale di risulta deve essere portato fuori dall’actinidieto e bruciato. Negli impianti colpiti, in corrispondenza delle piante colpite e che si deve avere avuto l’accortezza di segnare durante la stagione vegetativa, è consigliabile anche asportare ed eliminare i tralci asintomatici. All’interno di questi, infatti, potrebbe ancora essere presente il batterio.
Alla caduta delle foglie (tanto più rischiosa quanto più si prolunga nel tempo e tanto più le condizioni climatiche in tale periodo decorrono piovose e relativamente fresche) è necessario mantenere protette le cicatrici di distacco fogliare con l’obbiettivo di limitarne il più possibile la colonizzazione da parte dei batteri. È da tenere presente, infatti, che i sintomi di una eventuale infezione non sarebbero visibili se non alla ripresa vegetativa dell’anno seguente. In questo periodo, infine, per favorire la distribuzione più uniforme possibile dei fitofarmaci irrorati sui cordoni permanenti e sui tralci di rinnovo, è consigliabile una pre-potatura limitata ai tralci che hanno fruttificato.
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Interventi chimici
I trattamenti con sali di rame vanno eseguiti:
- dopo l’esecuzione della eventuale pre-potatura, o subito dopo la raccolta dei frutti in mancanza di pre-potatura;
- al 50% della caduta foglie;
- a fine caduta foglie;
- in caso di evento grandinigeno.
È bene tenere presente che, in condizioni climatiche di prolungata piovosità, negli impianti colpiti, ma anche in quelli adiacenti, è consigliabile intervenire anche ad intervalli settimanali, mantenendo una protezione costante. In alternativa, è possibile anche intervenire dopo la raccolta con applicazioni di acibenzolar-s-methyl (max 8 applicazioni/anno) per ridurre la formazione di cancri e l’emissione di essudati nella primavera successiva.