Firmato un nuovo Dpcm che assegna 4,3 miliardi ai Comuni, come anticipo di risorse al fondo di solidarietà degli stessi Comuni e che serviranno sempre per gestire l'emergenza coronavirus. Lo ha comunicato il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, il 28 marzo scorso, sempre in videoconferenza assieme al ministro dell'economia e delle finanze, Roberto Gualtieri. «I sindaci - ha spiegato - potranno erogare già dalla prossima settimana buoni spesa per i cittadini più bisognosi».
Al fondo sono stati aggiunti anche 400 milioni. «Un ulteriore anticipo ai Comuni - ha aggiunto Conte - con il vincolo di destinarlo alle persone che non hanno i soldi per fare la spesa. Da qui nasceranno buoni spesa ed erogazioni di generi alimentari». L’obiettivo è dare una tantum tra i 300 e i 400 euro. L'obiettivo del Governo, sulla base di quanto riferito da Conte, è in sintesi quello di aggiustare ulteriormente il tiro e completare, in parte, quanto già ottenuto con il decreto "Cura Italia" per le imprese e il lavoratori.
Il decreto "Rem" sarà emanato in aprile
E’ stato annunciato, sempre da esponenti del Governo, anche un decreto che dovrebbe essere varato in aprile, il "Rem" che non è la fase di sonno profondo, ma il cosiddetto Reddito di emergenza o anche di quarantena, oppure, secondo altri, un rabbocco del reddito di cittadinanza.
In base alle indicazioni fornite dalla viceministra dell’Economia, Laura Castelli, il "Rem" dovrebbe essere messo a punto entro i primi dieci giorni di aprile, in modo di poterlo varare tra il 12 e 13 aprile. Il ministro dell’Economia, Gualtieri, ha ipotizzato anche di rafforzare e allargare il bonus di 600 euro oggi decollato per lavoratori autonomi e professionisti iscritti alle casse private, attraverso il fondo introdotto sempre dal decreto "Cura Italia".
Si tratterà, in ogni caso, di una forma di sussidio per i lavoratori rimasti disoccupati. E' ancora presto per dare certezze, ma ne potrebbe beneficiare anche il settore agricolo, la platea che non è stata raggiunta dalle risorse messe a disposizione dal decreto "Cura Italia" e potrebbe incrementare anche le risorse già stanziate a titolo di aiuto. Per quanto riguarda la consistenza della nuova forma di sostegno annunciata, il decreto legge potrebbe esser dotato di un fondo complessivo di 30 miliardi di euro.
Una chance per i lavoratori
del comparto agricolo finora esclusi
Il sussidio dovrebbe essere destinato a dipendenti o liberi professionisti, lavoratori anche salatuari, ma, secondo ipotesi, forse anche ai lavoratori del sommerso, una piaga presente anche in agricoltura, ad esempio nel florovivaismo o nell’ortofrutta.
Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, in effetti, come si legge nel testo dello stesso decreto "Cura Italia", un operaio a tempo determinato che non ha raggiunto le 50 giornate di lavoro nel 2019, è rimasto escluso dall'aiuto una tantum. Potrebbe quindi essere un'opportunità per questa fascia di lavoratori.