Tra le diverse malattie da controllare per lo zucchino in serra, l'oidio (Erysiphe chicoracearum e Spaerotheca fuliginea, specie caratterizzate da differenti optimum di temperatura) richiede un'adeguate strategia di gestione fitosanitaria.
Serre chiuse più sicure
La diffusione dei conidi degli oidi è affidata prevalentemente al vento, per cui in serre chiuse e ben disinfettate durante il fermo di coltivazione è più difficile che possano giungere i propaguli. Quando invece le serre sono a tunnel, non completamente chiuse o non perfettamente pulite, i propaguli possono sopravvivere sulle strutture delle serre o sui residui colturali o giungere da piante spontanee infette. In generale, le condizioni ideali per lo sviluppo dei due funghi si hanno con temperature intorno ai 26 °C e livelli di umidità relativa dell’aria pari o superiori al 75%. In queste condizioni, il decorso della malattia è piuttosto rapido e compaiono le tipiche macchie, prima clorotiche e poi bianche polverulente su tutte parti verdi delle piante. Il controllo chimico delle avversità dello zucchino è complicato dal fatto che in serra il ciclo è piuttosto lungo, la maturazione è scalare e gli stacchi dei frutti si succedono a pochi giorni.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Dalle pratiche agronomiche…
Le strategie di difesa contro l’oidio devono integrare diversi mezzi, a partire dalle corrette pratiche agronomiche (irrigazioni e fertilizzazioni bilanciate, buon arieggiamento delle strutture coperte, scelta di varietà tolleranti).
…alla lotta curativa
Alla comparsa dei primi sintomi, difficilmente porta a buoni risultati, sia per la rapidità di diffusione dell’infezione in presenza di condizioni climatiche favorevoli, sia per la difficoltà di rispettare tempi di carenza e limiti residuali dei prodotti fitosanitari.
Tra i mezzi chimici, è comunque disponibile un discreto numero di sostanze attive (Azoxystrobin, Bupirimate, Ciflufenamid, Difenoconazolo, Fenbuconazolo, Fluxapyroxad, Isopyrazam, Meptyldinocap, Metrafenone, Penconazolo, Tebuconazolo, Tetraconazolo, Trifloxystrobin) con diverso meccanismo di azione che consentono di impostare buone strategie di controllo evitando eccessive pressioni che potrebbero selezionare forme del fungo resistenti.
Inoltre, diversi prodotti fitosanitari contengono sostanze attive, singole o in miscela, che hanno buona attività anche contro altri funghi, come l’azoxystrobin attivo su Pseudoperonospora cubensis, agente della peronospora.
Tra i mezzi biologici, lo zolfo resta un ottimo antioidico con una discreta attività curativa nelle sue diverse formulazioni, sebbene in serra la sua distribuzione ripetuta sulle plastiche di copertura ne riduce la trasparenza e la durata. Più recentemente, agli antioidici biologici si sono aggiunti il bicarbonato di potassio, i complessi di oligosaccaridi Cos-Oga, il cerevisane, l’olio essenziale di arancio dolce ed i microrganismi antagonisti Ampelomyces quisqualis, Pythium oligandrum, Bacillus pumilus e Bacillus amyloliquefaciens.
La migliore strategia di controllo, quindi, deve utilizzare diversi mezzi in integrazione e preferire interventi preventivi piuttosto che curativi, soprattutto se le varietà coltivate non sono geneticamente tolleranti agli oidi.