«Non dobbiamo impoverire il suolo rischiando la desertificazione e quindi non si può pensare di fare agricoltura senza la fertilizzazione. Inoltre non possiamo parlare di cibi sani se questi non vengono prodotti in terreni sani e fertili». Con queste parole Anna Benedetti, dirigente del Crea, ha aperto il convegno organizzato da Assofertilizzanti in occasione della Giornata mondiale del suolo.
Verso un uso corretto dei fertilizzanti
«D'altra parte i produttori di concimi - come ha precisato il direttore di Assofertilizzanti Lorenzo Faregna - negli ultimi anni hanno investito moltissimo in ricerca e sviluppo in prodotti a basso impatto ambientale. Speriamo, adesso, che la nuova normativa europea in materia di fertilizzanti permetta di riconoscere gli sforzi che si stanno facendo in questa direzione».
Per un uso corretto dei fertilizzanti, però, è necessario che l'agricoltore e il tecnico possano essere correttamente formati e informati. «Serve una nuova consapevolezza - ha detto Michele Pisante dell'Università di Teramo - da parte degli operatori agricoli che devono abbandonare i modelli empirici per abbracciare quelli quantistici. Solo così potremo fare un notevole salto di qualità».
E che la fertilizzazione non avveleni ma sostenga la nostra agricoltura è stato ribadito anche da Claudio Ciavatta dell'Università di Bologna. «In alcuni paesi - ha detto Ciavatta - sulle confezioni dei fertilizzanti c'è scritto "Food for plants" ossia cibo per le piante, perchè questo sono i concimi. I nostri terreni sono sempre più carenti di carbonio organico e, per evitare la desertificazione, bisogna agire di conseguenza. L'altro problema su cui dobbiamo continuare a lavorare è l'efficienza dei concimi, e in particolare quella del fosforo che in prospettiva sarà una risorsa per pochi».
Una politica più lungimirante
La comunicazione di queste informazioni però talora è carente e spesso distorta dai grossi media, così come manca un forte coinvolgimento politico e normativo. Il miglioramento del suolo è una questione che richiede una programmazione a lunga scadenza non sempre concepibile in ambito politico.
«Non dimentichiamoci poi che spesso il legislatore arranca dietro l'innovazione - ha ricordato Annalisa Saccardo di Coldireti - e spesso, pur disponendo degli strumenti che ci consentirebbero di migliorare la nostra agricoltura, non abbiamo la possibilità di utilizzarli».
Ricostituire la fertilità del suolo
Il messaggio che emerge dal convegno è che l'agricoltura è una pratica "artificiale" che per sua natura tende a impoverire il terreno. Compito dell'agricoltore è quello di ricostituire sempre l'originaria fertilità se non addirittura quello di incrementarla. E questo non si può fare a prescindere dall'uso dei concimi.