Vigneto di Barbera, Castelnuovo Calcea, colline astigiane. Uno spandiconcime distribuisce a filari alterni un pellettato, interrato poi con un aratro a dischi. Nello stesso momento, in cantina, un’imbottigliatrice automatica di ultima generazione riempie le bottiglie, pronte per essere spedite. Il vino arriva direttamente dalle botti di rovere custodite nelle grotte scavate nel tufo a pochi metri da lì.
Scene tipiche di una realtà storica del vino in Italia, Cantine Coppo, fondata oltre 130 anni fa. Una cantina che è un racconto di famiglia, un intreccio tra la storia di Canelli – la culla dello spumante italiano – dove ha sede, e una vocazione per il vino che ha saputo mantenersi e rinnovarsi attraverso le generazioni.
Vini d’eccellenza
La produzione della Cantina Coppo è una celebrazione della Barbera, degli spumanti Metodo Classico e dello storico Moscato Moncalvina, che dal 2023 si fregia della nuova Docg Canelli. A fianco di questi, troviamo altre etichette che riflettono il cuore del Piemonte, dal Gavi al Barolo. Poche aziende possono vinificare fuori zona vini come il Barolo, e Coppo è una di queste, a conferma della sua storicità e del suo contributo alla viticoltura regionale. La gamma è un connubio di tradizione e ambizione, e ogni etichetta è un omaggio alla cultura vitivinicola piemontese, interpretata con finezza e rigore. «Facciamo circa 490mila bottiglie ogni anno», spiega il direttore tecnico della cantina Gianmarco Cerutti, «questo vuol dire vinificare più di novanta ettari di vigneto. La maggioranza, circa sessanta ettari, ha una conduzione diretta da parte nostra. Il resto sono nostri fornitori storici di uve».
In vigna
Come in ogni realtà vitivinicola che si rispetti, chi vinifica sa che la qualità inizia dalla vigna. Lo sa anche Coppo, che conferma che la scelta di ogni appezzamento punta a valorizzare il vitigno e il territorio. Tra le colline di Canelli, Cassinasco e nella Langa Astigiana, Coppo coltiva il Moscato Bianco, il Pinot Nero e lo Chardonnay per gli spumanti Alta Langa. Più a sud, nella zona del Nizza Docg, nascono le sue Barbere più pregiate, come il Pomorosso e la riserva di famiglia. Un rispetto profondo per la vigna guida ogni scelta: qui l’attenzione non è solo per il vitigno, ma per ogni dettaglio che ne influenza la crescita, dal suolo alle condizioni climatiche.
Dal 2001, Coppo aderisce all’agricoltura integrata e pratica metodi di coltivazione che si avvicinano a quelli biologici e biodinamici, nonostante l’azienda non abbia una certificazione bio. Tra queste, l’inerbimento e il sovescio con brassiche, trifoglio, favino e orzo sono pratiche ormai comuni per arricchire il suolo di vitalità e fertilità. L’uso di zolfo e rame, invece dei “tradizionali” agrofarmaci, si accompagna a trattamenti più innovativi come l’impiego di ferormoni che confondono gli insetti dannosi. Ogni pratica è scelta e adattata in base alla microzona e alle condizioni climatiche dell’annata, con l’obiettivo di proteggere la vigna e il suolo, preservandone la fertilità.
Nelle cattedrali sotterranee
Le cantine sotterranee di Coppo, conosciute come “Cattedrali sotterranee”, sono uno spettacolo unico. Risalenti al diciottesimo secolo e ampliate nell’ottocento, si estendono per oltre 5.000 metri quadrati e scendono fino a 40 metri di profondità sotto la collina di Canelli. Qui, il tufo calcareo delle colline non è solo un materiale che “fa scena”, ma una garanzia di isolamento e stabilità: mantiene la temperatura tra i 12 e i 14 gradi e un’umidità costante, condizioni ideali per l’affinamento dei vini, che l’azienda fa in legno e acciaio.
Il recupero architettonico e storico di queste gallerie, avviato nel 2022, ha restituito ai visitatori l’intera bellezza di questo patrimonio. Un gioco di luci mette in risalto le stratificazioni geologiche, raccontando la storia millenaria della collina. Ma le “cattedrali” sono molto più di un museo: testimoniano un tempo in cui il vino si faceva interamente in queste cantine, dalla vinificazione all’affinamento.
Slancio internazionale
L’impegno di Coppo per la qualità le ha aperto le porte dei mercati esteri. La sua reputazione, costruita su una tradizione di eccellenza e innovazione, porta oggi i vini piemontesi in tutto il mondo, affermandoli come simboli di un’identità forte e autentica. L’export non è solo un’opportunità economica, ma anche un mezzo per raccontare la cultura del vino piemontese, diffondendone la storia e il valore. E non è l’unico, data la forte presenza di turisti stranieri che ogni anno visitano il territorio patrimonio Unesco e la cantina stessa.
Nutrire con armonia il vigneto
Torniamo alla scena iniziale, l’operazione di concimazione. Per la nutrizione del vigneto, la Cantina Coppo beneficia di soluzioni avanzate per la nutrizione del suolo e la gestione delle viti grazie alla collaborazione con Fomet. A partire dalla matrice organica brevettata Armònia, nata dal processo Afrodite, ideato proprio dalla ditta veronese. «Questa matrice letamica, sviluppata tramite fermentazione aerobica controllata», spiega il tecnico della Fomet Giacomo Parma, «è un’innovazione unica nel panorama della fertilizzazione organica grazie alla selezione mirata di quattro ceppi di batteri PGPR (Plant Growth-Promoting Rhizobacteria) naturalmente presenti nella matrice, studiati e brevettati grazie a un lavoro di ricerca in collaborazione con l’Università di Bologna».
Armònia non è una matrice organica comune. «Prodotta da una miscela di letami bovini e avicoli selezionati, essa è caratterizzata da una notevole carica microbiologica, con una concentrazione di batteri che favoriscono la crescita delle piante, come Bacillus subtilis, B. licheniformis, B. haynesii e B. glycinifermentans. Questi microrganismi hanno il compito di migliorare la vitalità del suolo, aumentando la biodisponibilità dei nutrienti, stimolando la produzione di molecole bioattive e rafforzando la resistenza della vite agli stress ambientali, come la siccità. Un ulteriore punto di forza di Armònia è il processo di fermentazione naturale, che avviene senza essiccazioni forzate né insufflazioni d’aria. La temperatura della matrice aumenta gradualmente, abbattendo i patogeni e selezionando i microrganismi benefici, che arricchiscono e nobilitano il suolo. La fermentazione dura circa nove mesi e, grazie a questo tempo di maturazione, la matrice sviluppa caratteristiche ottimali per la struttura del terreno e la nutrizione della vite».
Soddisfare le esigenze
Coppo utilizza prodotti specifici per le esigenze della vite in collaborazione con Fomet. Fertildung e Humus Vita Stallatico Super, stallatici umificati, sono due esempi di fertilizzanti che favoriscono la fertilità del terreno e la salute della vite grazie alla loro composizione di sostanza organica altamente biodisponibile, acidi umici e fulvici, e batteri che migliorano la struttura del suolo e favoriscono lo sviluppo delle piante. Questi prodotti, applicati con dosaggi personalizzati a seconda delle caratteristiche del suolo e del clima, aiutano a migliorare l’assorbimento dei nutrienti e a stabilizzare l’ecosistema del vigneto. In periodi di stress o condizioni climatiche sfavorevoli, il suolo arricchito con questi concimi favorisce un’ottima ripresa delle piante e un miglior equilibrio fisiologico, con effetti positivi sulla produzione e sulla qualità della vendemmia.