La patata è una coltura orticola molto generosa, che deve essere adeguatamente fertilizzata per esprimere le sue grandi potenzialità. Questa è una condizione necessaria, ma può non essere sufficiente se non inserita in un quadro agronomicamente corretto.
Per ottenere i migliori risultati dalla coltivazione della patata è necessaria anzitutto una gestione ottimale del suolo che ospita i tuberi, che per uno sviluppo senza ostacoli devono trovare un ambiente ipogeo non compattato e ben aerato.
Importante anche la rotazione: è comprensibile che se la coltura è preceduta da cereali autunno vernini, che lasciano libero il terreno presto, si ha tempo e modo per effettuare nel periodo estivo quelle lavorazioni profonde (40-50 cm circa) che garantiscono l’adeguato franco di coltivazione.
Preliminarmente alle lavorazioni profonde si va a innestare il primo intervento di fertilizzazione consigliato e cioè la distribuzione di sostanza organica, in modo che possa essere interrata dalle lavorazioni durante tutto il periodo di coltivazione.
È opportuna una scelta ragionata della sostanza organica da distribuire: il prodotto di riferimento è il letame maturo, che però è sempre più difficile reperire e crea non pochi problemi di spandimento.
Fra i materiali a base di sostanza organica reperibili in commercio è bene orientarsi verso prodotti prevalentemente ad azione ammendante, caratterizzati da un rapporto C/N superiore a 9-10, che privilegino la strutturazione del suolo rispetto all’azione nutrizionale, per la quale saranno effettuati in seguito apporti più specifici. Numerosi ammendanti di buona qualità si trovano sul mercato, anche in forma pellettata, che ne permette una distribuzione più agevole da parte dei comuni spandiconcime.
Per quanto riguarda gli elementi nutritivi, bisogna sottolineare come la patata sia molto esigente in macro e mesoelementi. Perché le somministrazioni siano tecnicamente ed economicamente corrette è auspicabile che la concimazione venga impostata su basi razionali, facendo riferimento a un’analisi del terreno che ci informi delle dotazioni di elementi nutritivi in modo che, tenendo conto delle produzioni attese, si possa procedere a un bilancio per valutare gli effettivi fabbisogni nutrizionali da fornire alla coltura.
Il bilancio ci consente di capire se, ad esempio, gli elementi necessari in maggiore quantità, come il potassio e il calcio, debbano essere reintegrati completamente o se, coltivando in suoli ricchi in questi elementi, si possa fare conto su una loro più o meno parziale cessione da parte del terreno.
Il potassio
Il potassio è comunque da valutare con estrema attenzione in quanto è considerato l’elemento fondamentale per la qualità finale dei tuberi: un suo insufficiente assorbimento da parte della coltura viene correlato alla formazione di ammaccature sottocutanee conseguenti alla raccolta meccanica ed alle successive lavorazioni.
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